Io di H. P. Lovecraft non so niente.
Non ho letto niente.
Lo identifico come uno scrittore gotico e horror, dal gusto weirdo e quindi decisamente distante da me.
Perché, quindi, partecipo a questa giornata che commemora i 130 anni dalla sua nascita?
Per capirlo un po' di più, per saperne un po' di più.
Mi sono affidata all'esperto Obsidian che questa giornata l'ha voluta organizzare, ho spulciato negli elenchi di film che ha messo a disposizione e sono andata a scegliere quello che meno mi faceva paura, quello con un titolo che credevo di conoscere.
Anzi, pensavo pure di averlo già visto, e lo volevo rivedere.
Mi sbagliavo invece.
Confondevo Il seme della follia con Il tocco del male, quel film del 1998 con Denzel Washington che visto oggi potrebbe essere un altro esempio di pandemia in scala 1:1?
Non so.
Non credo.
Sta di fatto che in meno di un anno ho ritrovato John Carpenter sui miei schermi, quel regista di culto che io associo ad effetti speciali datati, gusto macabro e viscido distante nuovamente dai miei gusti.
Insomma, sono davvero su un campo minato, in una zona rossa e poco confortevole per me.
Non a caso, sono stata catapultata nella storia di John Trent, investigatore privato ora rinchiuso in un manicomio.
Il suo errore?
Cercare di capire che fine avesse fatto Sutter Crane.
Autore che "vende più di Stephen King" che dà alle stampe i suoi romanzi horror ambientati ad Hobb's End è sparito nel nulla, lasciando i suoi editori orfani del già annunciato ultimo capitolo della saga.
Che sia tutta una messa in scena per suscitare ancor più interesse nel pubblico?
Che sia invece una sparizione fondata?
John indaga affiancato dall'editor Linda Styles, viaggiando in piena notte e finendo niente meno che ad Hobb's End, dentro le pagine dei libri già usciti, con personaggi in carne ed ossa in tutta la loro inquietudine.
È tutto un set costruito per fregare John?
In quale incubo è stato risucchiato proprio lui che ha rischiato di essere ucciso a colpi d'ascia da quello che scopre essere l'agente di Crane?
Cosa sta succedendo alla sua mente, a Hobb's End stessa, alla sua vita che forse è di per sé tutta una finzione?
L'ho pensato per tutto il tempo, mentre mettevo in dubbio la sanità mentale di Sam Neill che ho sempre trovato particolarmente inquietante, uomo raffinato che sembra nascondere segreti e/o perversioni dietro i suoi occhi di ghiaccio.
Carpenter ha trovato il protagonista perfetto per questa sua discesa negli inferi, con un finale sanguinolento, metaletterario, metacinematografico tutto da gustare.
E HPL in tutto questo dove si piazza?
Si piazza come chiara figura da omaggiare a partire dal titolo originale (In the mouth of madness simile al suo racconto At the mountains of madness) con citazioni che lo riguardano e un certo gusto macabro/splatter da ricondurgli in cui Carpenter sguazza.
Io, sinceramente, un po' meno.
Pur ringraziando per i pochi brividi psicologici (i peggiori) ne ho avuti di disgusto, ma soprattutto ho passato il tempo a chiedermi che diavolo stesse succedendo.
Forse, non è questo il modo migliore per celebrare uno scrittore tanto venerato.
Si continua a commemorare il signor Lovecraft nei seguenti blog e modi sicuramente migliori di questo post:
The Obsidian Mirror → Lovecraft e il Giappone: Insumasu o ouu Kage
La Bara Volante → recensione film: Omicidi e incantesimi
Il Zinefilo → recensione film: Necronomicon
La Bara Volante → recensione film: Omicidi e incantesimi
Il Zinefilo → recensione film: Necronomicon
CitaScacchi → copertina scaccosa del fumetto "Cthulhu Tales"
Fumetti Etruschi → viaggio tra i mostruosi fumetti lovecraftiani di "Dampyr"
NonQuelMarlowe → viaggio alla scoperta di com'è stato recepito HPL in Italia nel Novecento
Gli Archivi di Uruk → post multiplo con le schede delle più recenti pubblicazioni di HPL in italiano
IPMP → post multiplo con più locandine d'annata possibili di film ispirati ad HPL distribuiti in Italia.
Pietro Saba World → recensione film: Color Out of Space
Non c'è paragone → recensione film: Re-animator
Solaris
Storie da birreria → I videogiochi lovecraftiani
Duecento Pagine → La casa delle streghe. H. P. Lovecraft e l'architettura del male
Sicilianamente → The Call of Cthulhu
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NonQuelMarlowe → viaggio alla scoperta di com'è stato recepito HPL in Italia nel Novecento
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Solaris
Storie da birreria → I videogiochi lovecraftiani
Duecento Pagine → La casa delle streghe. H. P. Lovecraft e l'architettura del male
Sicilianamente → The Call of Cthulhu
Io in questo film ci ho sempre sguazzato alla grande, lo adoro.
RispondiEliminaMi spiace non ti abbia fatto lo stesso effetto. :(
Quanto a Lovecraft, pure io non ne sono niente, a parte questo film. Ma grazie alla nuova serie Lovecraft Country potrei approfondire...
Approfondirò anch'io grazie alla HBO, di cui sono più affine rispetto al gusto weirdo di Carpenter.
EliminaPensavo di aver frainteso il titolo (Lisa che legge Lovecraft?!) poi ho letto le prime righe del post :D
RispondiEliminaEffettivamente...
EliminaNon so se lo leggerò mai, intanto ringrazio l'iniziativa per avermi messo la pulce nell'orecchio :)
Che poi penso di aver visto alcuni film tratti da un suo racconto, probabilmente confuso anch'io questo con quell'altro (penso di aver visto comunque entrambi), ma l'occasione è stata propizia ed ho approfondito, veramente un visionario e un genio Lovecraft ;)
RispondiEliminaIl senso di questa iniziativa o della Notte Horror per me sta proprio nell'andar a spulciare in filmografie lontanissime da me.
EliminaIl mio Carpenter preferito incontra il "mio" Sam Neill (stra-adorato sin dai tempi di Jurassik park, e tra l'altro si è trovato anche a fare da protagonista in un altro film lovecraftiano come Event Horizon <3). Ti dirò, il tuo post è stato comunque interessante perché sono sempre curiosa di leggere/ascoltare le reazioni di chi non è frequentatore abituale del genere di fronte a film o opere che sono distanti eoni dai suoi gusti. :)
RispondiEliminaGrazie, temevo di scontentare i fan ma mi sono cimentata con un'impresa e con un film davvero distante da me :)
EliminaI miei più vivi complimenti per non esserti tirata indietro di fronte ad un argomento per te sconosciuto. Davvero, non è da tutti. Posso anche immaginare quanto possa essere stata dura mettere insieme un post sulla base del più ostico dei titoli carpenteriani. Grazie!
RispondiEliminaGrazie a te per l'iniziativa e la sfida. Facile non lo è stato soprattutto visto l'alone cult dietro ogni nome del progetto, ma alla fine quel finale nonostante tutto non me lo toglierò più dalla testa!
EliminaRispondo a questi commenti con estremo ritardo, lo so, ma ci tenevo comunque.
RispondiEliminaIl finale me lo sono gustato davvero, geniale sotto ogni punto di vista.
Ma per il resto si è davvero agli antipodi con i miei gusti. Forse J.J. mi farà far pace e conoscere meglio questo strano scrittore...