Fuori

Andiamo al Cinema

Strano il destino di Goliarda Sapienza, cresciuta nell'anarchia e nell'antifascismo, libera in una famiglia libera, intellettuale e attrice e insegnante e scrittrice e anche ladra. 

In vita, conosce pochi successi e il carcere. 

Postumo, verrà pubblicato il suo romanzo più importante, L'Arte della Gioia, che creerà più interesse in Francia che in Italia, dove verrà riscoperto solo nel 2008 e in realtà dai più -me compresa- in questo ultimo anno.

Strano il destino per Goliarda Sapienza e per chi l'ha incontrata nel suo cammino.

Valeria Golino è passata dal conoscerla tramite il marito e collega Francesco Maselli ad adattare il suo romanzo più famoso in una miniserie bella come L'Arte della Gioia e infine ad interpretarla lei stessa per Mario Martone, a due mesi dalla fine delle riprese della serie TV.

Strano Fuori, l'ultimo film di Mario Martone, unico italiano presentato a Cannes tacciato di essere per l'appunto troppo italiano, dai critici internazionali.

E li capisco.

Perché se non si conosce un po', Goliarda Sapienza, si resta fuori anche dal film.

Da un racconto che non vuole essere lineare, che va avanti e indietro, che è fatto di momenti e sensazioni, e che lascia alle didascalie iniziali e finali il compito di riassumere una vita e di tratteggiare la scrittrice.

Dentro, però, c'è Valeria Golino. 

C'è Goliarda.

Bella e naturale nel vestire i panni di una donna difficile da etichettare, non più accettata nei salotti intellettuali che è stanca di frequentare e che arriverà a derubare, più libera dentro un carcere dove conoscere donne che perseguono la loro lotta, che cercano il loro posto nel mondo anche se quello dentro Rebibbia sembra il più sicuro.

Elegante e persa nel suo mondo, osservatrice incallita, con il taccuino degli appunti a disposizione e giornate lente da far passare in attesa che un lavoro la aiuti a non perdere la casa, con un romanzo che è quello della vita e della sua vita chiuso lì, in un cassetto, dopo rifiuti e stanchezza.

Goliarda è tutto questo.

È una ladra di vite e di gioielli, è madre e amante, è figlia che viene educata all'arte della lotta, è sorella che cerca di proteggere da droghe e cattive abitudini.

Più che con gli intellettuali che le hanno voltato le spalle, con un marito assente per lavoro, sta bene con Roberta e Barbara, compagne di cella e ora di vita.

La bravura di Valeria Golino si specchia così in quella di Matilda De Angelis, negli alti e nei bassi della sua Roberta (anche se il suo volto troppo moderno stona un po' negli anni '80 sapientemente ricostruiti), e con Elodie, che conferma una naturalezza molto romana nella recitazione.

Mario Martone insegue Goliarda, in una Roma sonnolenta e jazz di piena estate, in giornate assolate, in notti che non finiscono, catturando una cartolina che però non rivela troppi guizzi.

Si adagia in ricostruzioni, costumi, auto e location. Quasi più attento al quadro che non al soggetto, alla didascalia di scene che non alle emozioni che comportano.

Scivola, pure, in momenti tra il banale e il puro acchiappa-pubblico, perché che altro motivo c'era nel far fare una doccia insieme a tre attrici belle come Valeria Golino, Matilda De Angelis e Elodie se non un certo pruriginio di fondo? 

L'imbarazzante costruzione dei dialoghi parla da sé e per fortuna non sta facendo parlare come specchietto per allodole per un pubblico più largo.

Fuori è un film che per assurdo lascia fuori il suo pubblico, lo lascia a osservare le memorie e i pensieri di una donna che si mette di lato, e non al centro.

Un film italiano, molto italiano, che non sembra avere quella sete di vita, di curiosità, di passione che Goliarda aveva messo nella Maudit che tanto le somigliava.

Resta un certa malinconia, tipica di un'età non più giovane e con i conti da fare, resta una certa delusione, con le risposte da trovare nei libri, forse alla TV, più che al cinema.

Trailer

Voto: ☕☕½/5