30 novembre 2011

Dexter

Quando i film si fanno ad episodi.

Avere simpatia per un serial killer? Seguire con trepidazione le sue imprese ed avere fiducia in lui? Tifare per lui?
Sì, se il serial killer in questione si chiama Dexter Morgan. Sì se è un serial killer buono, un giustiziere solitario che dietro l'aria del bravo ragazzo che collabora con la polizia uccide i "cattivi".
Nata nel 2006, la serie TV ormai di culto è arrivata senza troppi cali alla sesta stagione e racconta proprio di un ematologo (uno studioso del sangue) che nonostante il padre defunto e la sorella agente di polizia nasconde in sè l'insaziabile fame di uccidere ma che grazie agli insegnamenti paterni riesce a controllare i suoi istinti e a sfogarli solo con pedofili, assassini, stupratori... chi se lo merita, secondo il suo codice almeno.

La prima serie tratta dal romanzo di Jeff Lindsay ci fulmina. Non solo scopriamo il passato di questo giustiziere solitario, scoprendo le regole che lo guidano e i rapporti col resto del mondo, ma soprattutto seguiamo le indagini per scoprire chi è il "killer del camion frigo" e che relazioni vi è tra lui e il nostro beniamino. Dopo un inizio così folgorante la seconda serie si concentra invece proprio su Dexter, la polizia ha infatti scoperto il luogo dove le sue vittime riposano e riuscire a sviare famiglia e compagni di lavoro sulla sua identità non sarà facile.
La terza stagione rappresenta forse la più deludente da seguire e che ruota attorno alla figura di Miguel Prado,  procuratore distrettuale che proprio da Dexter vuole imparare ad uccidere. Ma i fan non si disperino perchè la quarta serie è forse la più intensa e adrenalinica e segue non solo le vicende familiari di Dex ormai sposato e con un figlio appena nato ma anche quelle di Trinity, efferato serial killer che uccide ormai da 30 anni con un modus operandi decisamente particolare.
Se la prima serie nasce dal sangue così si conclude anche questa e porta non pochi dubbi morali al protagonista che si troverà però a dover proteggere e aiutare la giovane Lumen, salvata da morte certa e ora carica di quel passeggero oscuro che, come il suo, ha sete di giustizia. Può essere questa fragile ragazza colei che lo può finalmente comprendere? Con il finale dolceamaro della quinta stagione è ora in onda in America una nuova serie incentrata questa volta sul killer del giorno del giudizio e che pone a Dexter domande sulla fede e sul perdono.

Rapporto genitore-figlio, amicizia, famiglia, amore e fede, questi sono i grandi temi affrontati anno dopo anno dal telefilm, che riesce sempre a confermarsi all'altezza delle aspettative e soprattutto riesce a metterci davanti a questioni morali, filosofiche e religiose profonde, ma soprattutto ad appassionarci, mescolando sapientemente azione e sentimento.

25 novembre 2011

The Tree of Life

E' già ieri. -2010-

Ci sono diversi modi per interpretare un film controverso come The tree of life. Il vincitore a Cannes non è di certo di facile visione, si discosta decisamente dai film che Hollywood sforna o dalla narrativa classica. Ma il suo successo non è dovuto solo alla fama di regista-genio di Terrence Malick (ultima intervista nel 1973, 5 film in 40 anni) perché L’albero della vita è una piccola perla, uno di quei film che ti fanno uscire dalla sala e guardare il mondo in  modo diverso.
Esagerato? Non del tutto. La vera forza del film sta nella sua poeticità, nella sua forza espressiva. La fotografia è veramente spettacolare e solo per questa meriterebbe di essere visto in sala.

Ma passiamo alla trama. Il film cerca di raccontare il superamento della morte di un figlio, l’elaborazione del lutto di genitori e fratello (interpretato in età adulta da Sean Penn), non svelando mai cosa gli sia accaduto. Tornando indietro nel tempo si ripercorre quindi l’infanzia e la storia di questa tipica ma allo stesso tempo anomala famiglia americana. Nel profondo conservatorismo degli anni ’50 Brad Pitt è un padre severo e punitivo che cerca in tutti i modi di avere fama e successo. I suoi figli vivono le loro avventure condizionati dai suoi scatti d’ira, dai suoi insegnamenti mentre la figura più riuscita, quella della madre, Jessica Chastain, solare, materna, amica cerca di proteggerli.
La storia, raccontata in tanti piccoli tranche de vie di anni, è però inframezzata da immagini spettacolari, ere geologiche lontane, la natura nel suo splendore, Dio, forse. Lunghi monologhi, lunghi silenzi, un ritmo fluente ma spezzato. Visioni oniriche e simboliche, parole pesanti e significative, ricordi che segnano e formano. Ecco perché The tree of life è così difficile ma così bello. La sua forza torna a risiedere nelle immagini, nelle inquadrature in quello che è l’essenza del cinema: l’occhio e il suo movimento.

24 novembre 2011

(500) Giorni Insieme

E' già ieri. -2009-


Avete presente quel film che vi fa uscire dalla sala leggeri e con il sorriso? Quel film che poi consiglierete a tutti i vostri amici e che sapete riguarderete e riguarderete?
Bè, quel film potrebbe essere (500) giorni insieme (titolo originale (500) days of summer, molto più poetico).
Partiamo dalla storia, un lui e una lei, si piacciono, si avvicinano, stanno insieme, ma l'amore non decolla e si lasciano.
Fin qui niente di strano, classico film di storia-d'amore-che-finisce-male-ma-si-spera-con-lieto-fine. E invece no.
Non solo perchè quel lieto fine sperato non c'è (e ci viene annunciato dalla voce fuori campo fin dall'inizio), ma perchè è soprattutto la messa in scena ad essere tutt'altro che classica.

Marc Webb, il regista,  è riuscito a passare con disinvoltura dai videoclip a questo lungometraggio e nel farlo non ha perso il suo brio e la sua leggerezza, anzi, grazie all'esperienza accumulata riesce in un continuo cambio di registro che non sovraccarica ma carica il racconto e dà quel tocco di originalità che va oltre la trama. Perchè sì, è lei a portare i pantaloni nella coppia, è lei che lo lascia, lui che soffre, lui che crede nell'amore eterno; ma è il tempo di narrazione non lineare, è la complicità tra gli attori, è l'ambientazione losangelina di sfondo, è una colonna sonora da intenditori e quanto mai calzante e infine sono i particolari eccentrici (Tom, il nostro lui, laureato in architettura lavora come ideatore di biglietti di auguri) che fanno di questo film un piccolo gioiello. Pur non avendo goduto di grande strascico pubblicitario, anzi, (500) giorni insieme è riuscito a diventare un caso sul web, conquistando pian piano sempre più apprezzamenti tra pubblico e critica.
E ora, togliete pure gli occhialini rosa che vi ho messo per far apparire questo film perfetto, perchè lo spettacolo di questi 500 giorni rimane bellissimo lo stesso.





22 novembre 2011

Strudel, variazione

Il Fabbricatorte.

Per un pranzo speciale mi son trovata a preparare uno strudel riempito con ingredienti gustosi ma non previsti dalla ricetta tradizionale, ha fatto nascere una variante davvero squisita di questo classico!

INGREDIENTI
500g di burro
4 cucchiai di zucchero
200g circa di farina
3 mele
3 pere
noci
uvetta

PROCEDIMENTO

1. Mettere a cuocere su fuoco alto mele e pere tagliate a pezzettini con 2 cucchiai di zucchero. Aggiungere una volta cotte i pezzi di noce e l'uvetta.







2. Far sciogliere a bagnomaria il burro. Mescolarlo poi con 2 cucchiai di zucchero e farina finchè l'impasto non è ben modellabile e si può stenderlo su carta forno con facilità.





3. Stendere l'interno sulla pasta e poi chiudere per bene. Infornare a 180° per mezzora e poi.... Buon appetito!


21 novembre 2011

One Day

Andiamo al cinema.


Come condensare vent'anni in 100 minuti? Come raccontare la nascita e la crescita di un amore che ha percorso un così lungo lasco di tempo senza risultare banali o tralasciare qualcosa d'importante? Saranno queste le domande che si sono posti Lone Scherfig, regista del film, ma dapprima David Nicholls autore del romanzo da cui One Day è tratto e anche della sceneggiatura del film.
La soluzione di questo problema è stata non solo efficace ma anche esteticamente perfetta: raccontare vent'anni in un giorno, il 15 luglio.
Partendo dal lontano 1988 assistiamo alla nascita e all'evolversi del rapporto di amicizia e di amore tra Dexter ed Emma. Ricco e sfrontato lui, sognatrice e in ricerca lei. Dalla prima notte passata assieme nasce un'amicizia speciale, un'autentica affinità elettiva, e non sono gli anni che passano, gli amori che entrambi vivono, le delusioni e i dolori a dividerli, ma proprio questi li fanno crescere e trovare la loro strada. E così il 15 luglio segna ogni anno le loro vite e rimane lì ad incastonare le esperienze più belle.

Dopo aver incantato con An Education la Scherfig torna a dividersi tra Londra e Parigi e a mettere in scena con eleganza e romanticismo una storia d'amore non convenzionale e per questo ancora più potente.
One Day, però, non parla solo di amore, riesce infatti con poche e geniali tocchi a ricreare man mano un'epoca e una situazione. Dagli anni '80 colorati e pieni di speranze alla futilità e leggerezza degli anni '90 segnati dall'uso smodato di alcool e droga, fino ai giorni nostri.
Il tocco femminile della regista si sente tutto ed è infatti su Emma che il suo occhio si sofferma maggiormente. Interpretata da una bravissima Anne Hathaway assistiamo alla sua metamorfosi affrontando con ironia e intelligenza tutto ciò che la circonda, al suo riuscire ad imporsi nel lavoro come nell'amore. Amore che ancora una volta salvifica (Dexter troverà in Emma non solo un'amica ma la sola che possa riuscire a farlo diventare la brava persona che è e che sua madre ha sempre visto) e rende la vita degna di essere vissuta.
Lieto fine dunque? In parte, perchè, purtroppo, la realizzazione di sè passa anche attraverso il dolore.

Ciò che è innegabile è però la forza con cui ci si identifica nei personaggi (bravissimo anche Jim Sturgess, astro nascente di Hollywood), si soffre e ci si rallegra con loro, si spera nel loro stare assieme fa sì si esca dalla sala ancora affascinati dalla bellezza e dalla malinconia di questa storia d'amore travolgente ma paziente. Perchè infondo qualsiasi cosa accada domani... viviamo oggi.

20 novembre 2011

Prison Break

Quando i film si fanno ad episodi.

Nata nel 2005 la serie TV di punta del canale americano Fox in Italia ha avuto grosso seguito ma a causa dei continui cambi di palinsesto non ha mai brillato come avrebbe dovuto.

Prison Break infatti fa della genialità il suo marchio distintivo. Genialità di sceneggiatura che riesce ad ogni serie a mantenersi su alti livelli, genialità di colpi di scena e svolte improvvise, genialità del protagonista Michael, un bravo ma soprattutto bellissimo Wentworth Miller.

La prima serie si svolge interamente all'interno della prigione di Fox River dove Michael si fa imprigionare per riuscire a far evadere il fratello, condannato a morte per aver ucciso il fratello del vice presidente degli Stati Uniti. Grazie ad intrighi, accordi e aiuti i due riusciranno ad evadere assieme ad altri 6 prigionieri, ognuno con un passato alle spalle e vendette da regolare. Come si capirà fin dall'inizio però la vicenda è molto più intricata del previsto poichè a muovere le fila non solo delle accuse rivolte a Lincoln, ma di gran parte del  "pubblico" americano c'è un gruppo cospirazionista denominato La Compagnia. La seconda serie segue invece la fuga degli otto evasi alla volta di Panama e si concentra maggiormente sia sul potere smisurato de La Compagnia che sull'amore nato tra Michael e la dottoressa della prigione, Sara Tancredi.
La serie ha però subito un arresto con la terza stagione colpita anch'essa dallo sciopero degli sceneggiatori ad Hollywood e che per questo conta 13 episodi e non 22. Nonostante questo e la momentanea scomparsa del personaggio di Sara, Prison Break è riuscita a recuperare con un'adrenalinica ultima serie che dopo efferati colpi di scena porta ad un finale amaro ma al tempo stesso perfetto.


Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

18 novembre 2011

Dieci Inverni

E' già ieri. -2009-

Quanto lunga può essere la nascita di un amore? Quanto due giovani destinati a stare assieme riusciranno ad abbattere frontiere e barriere personali per potersi amare liberamente?
Questo piccolo film italiano risponde dieci anni, o meglio, dieci inverni.
Tanto infatti Camilla e Silvestro impiegano per dare ragione a tutti coloro, tra cui anche noi, pubblico, vedevano la perfezione nel loro stare assieme.

Non è la fredda Russia, non è un matrimonio fallimentare, non problemi personali a dividerli.
E così li seguiamo da quando giovani studenti si trasferiscono a Venezia fino al formarsi di famiglia e lavoro per lasciarli lì dove avremmo sempre voluto vederli, insieme.

Girato principalmente nella città lagunare, resa incantevole e poco turistica soprattutto grazie all'ambientazione invernale, Dieci inverni è stato un piccolo caso di buon cinema italiano. Prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e scritto e diretto dall'ormai ex studente dello stesso centro Valerio Mieli, il film ha brillato non solo al Festival di Venezia ma anche ai David di Donatello dove si è aggiudicato il premio per il miglior regista esordiente.

Impreziosito da musiche poetiche (compare in un'esibizione anche Vinicio Capossela) Dieci Inverni è il film perfetto da vedere in questa stagione, per sognare ed essere romantici.

17 novembre 2011

Tarte Tatin, variazione

Il Fabbricatorte.

Anni fa mi innamorai della Tarte Tatin, torta classica di mele della Bretagna francese che un'amica mi fece scoprire. Rivisitandola in base agli ingredienti presenti, questa è una gustosa variante alle pere e cioccolata.

INGREDIENTI
PER LA FROLLA
200g farina
100g burro
50g latte
sale

PER LE PERE
2kg di pere
100g zucchero di canna
30g burro
acqua
cioccolata q.b.

PROCEDIMENTO

1.Mettere a caramellare le pere con zucchero di canna e burro per diversi minuti in modo che poi sia più facile la cottura al forno.






2.Creare la pasta frolla unendo farina, burro, latte e un pizzico di sale fino a che l'impasto sia omogeneo e ben lavorabile.









3.La particolarità della Tarte Tatin è la cottura al contrario ovvero: disporre nella teglia prima scaglie di cioccolato fondente, poi le pere caramellate e infine coprire il tutto stendendo la pasta frolla. Per aiutare la cottura delle pere, fare dei piccoli tagli alla copertura.
Infornare a 180° per 30 minuti e poi servire capovolgendola... Buon Appetito!

16 novembre 2011

Pushing Daisies

Quando i film si fanno ad episodi.

Un po' Amélie un po' Tim Burton e il suo mani di forbice.
Così si potrebbe definire questa splendida serie TV nata nel 2007.


Il telefilm racconta la storia folle di un fabbricatorte (un pasticcere) capace di resuscitare col suo tocco i morti ma anche di farli morire nuovamente e per sempre al secondo tocco, e che grazie al suo potere salva la fidanzatina d'infanzia e inizia con lei un inevitabile amore platonico.
Accanto a Ned e Chuck (questi i nomi dei protagonisti), una girandola di personaggi tanto buffi quanto adorabili:  Emerson Cod, investigatore privato che sfrutta i poteri di Ned per la risoluzione dei suoi casi; Olive, cameriera dalle particolari doti canore ed eternamente innamorata del fabbricatorte  ed infine Vivian e Lily, le zie di Chuck che credendola ancora morta devono affrontarne il lutto.


Ogni episodio è narrato da una voce guida che non solo spiega ma caratterizza gli eventi. Ogni puntata è infatti dedicata alla risoluzione di un caso investigativo da parte di Emerson e Ned ma pone l'accento soprattutto sulle vicende personali dei personaggi e sull'evolversi dei rapporti tra loro. La voce narra e decanta le avventure dei protagonisti ma purtroppo dopo solo 2 stagioni si è dovuta interrompere. Con un finale decisamente frettoloso e quasi scandaloso la ABC ha cancellato la serie dal suo palinsesto e si spera ora nell'uscita del fumetto per rappresentare la degna conclusione di un così bel telefilm.