15 luglio 2014

Doctor Who - Stagione 5

Quando i film si fanno ad episodi

Ci sono voluti mesi, c'è voluto del coraggio e c'è voluta tanta pazienza, ma alla fine ho dovuto dire definitivamente addio a David Tennant, e lasciare il posto al suo successore Matt Smith in qualità di nuovo Dottore.
Non è stato facile, per niente, perchè David con il suo fascino e il suo bel faccino era decisamente difficile da sostituire, fortuna quindi che per allontanare un po' il suo ricordo si è messa in mezzo una quantità considerevole di serie TV da recuperare, la cui stagione annuale finiva.
Con tutti i pregiudizi del caso, quindi, è arrivata la Eleventh Hour, convinta che quel mascellone che già poca simpatia mi aveva ispirato in Womb, sarebbe riuscito a conquistarmi a fatica.


E invece, come nei più classici colpi di scena alla Doctor Who, sono bastati pochi minuti, complice una puntata molto intrigante e una complice altrettanto all'altezza, per farmi cambiare idea.
Certo, Smith non è proprio bello come lo era Tennant, e il suo gigioneggiare molto spesso lo ricorda, ma ben presto questo undicesimo Dottore prende vita propria, e conquista. C'è poco da fare.
Questa sesta stagione si avvale poi di ben due companion, Amy Pond, la ragazza che aspetta, che sogna il suo uomo stroppiciato da quando era bambina, e il suo fidanzato tontolone Rory, che dovrà combattere non poco per conquistare il suo cuore, combattuto dal viaggiare nel Tardis.
Gli episodi sono poi correlati dalla presenza di una misteriosa crepa nell'Universo, la cui causa sconvolgerà un po' tutti i presenti, compresa la Dottoressa River Song, che compare spesso e volentieri con i suoi spoiler facendo salire l'acquolina in bocca sulla sua vera identità.
La missione speciale del Dottore si divide così, come sempre, in episodi singoli e più corposi episodi doppi, su cui spiccano soprattutto per livello di sceneggiatura Amy's Choice e il ricco di humour The Lodger, mentre particolarmente commovente e toccante è Vincent and the Doctor, dove compare un problematico Van Gogh che farà versare lacrime anche ai cuori di pietra.
E a proposito di pietra, anche i weeping angels tornano in tutto il loro terrore, anche se, spiace dirlo, il doppio appuntamento a loro dedicato è ben altra cosa rispetto a Don't Blink.


Dimentichi ormai di ogni pregiudizio e rimostranza iniziale, si arriva al finale sempre più curiosi e allo stesso tempo interdetti rispetto al mistero della crepa. Questo verrà svelato in una fine alquanto difficile da seguire tra paradossi temporali, salti nel tempo e cambi terrestri, che vede nuovamente la Terra in pericolo e il Dottore pronto al sacrificio per salvarla, assieme al resto dell'Universo.
Conclusa la stagione ormai convinti e soddisfatti, c'è ancora spazio per uno speciale di Natale altamente commovente che richiama il tradizionale e immancabile Cantico di Dickens.
Matt Smith è quindi riuscito nella difficile impresa di eguagliare Tennant, mentre Karen Gillan riesce ad essere con facilità non tanto la più simpatica delle companion, ma decisamente la più bella.
Appuntamento allora per la già pronta stagione 6, e per rinvangare i vecchi tempi: Allons-y!


14 luglio 2014

Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend

Se agli incassi decisamente bassi ci siamo ormai abituati, alle nuove uscite che riescono a scalzare la concorrenza sempre più stabile, non ancora. La coppia Douglas-Keaton succede così all'horror estivo, lasciando a dividerli la solita inossidabile Malefica. Nient'altro sembra muoversi nel resto della classifica, e visto che l'estate fatica ad arrivare, si fatica un po' a crederci.


I dettagli:

1 Mai così vicini
week-end € 293.367 (totale: 293.367)

2 Maleficent
week-end € 260.168 (totale: 13.332.878)

3 Le origini del male
week-end € 233.793 (totale: 757.611)

4 Babysitting
week-end € 219.654 (totale: 587.785)

5 Insieme per forza
week-end € 164.066 (totale: 396.550)

6 Tutte contro lui
week-end € 117.174 (totale: 1.330.899)

7 Edge of Tomorrow - Senza domani
week-end € 84.950 (totale: 3.162.919)

8 Il Magico Mondo di Oz
week-end € 74.312 (totale: 853.286)

9 Big Wedding
week-end € 73.201 (totale: 569.378)

10 Goool!
week-end € 67.190 (totale: 1.077.263)

13 luglio 2014

Rumour Has It - Le News dal Mondo del Cinema


I casting non finiscono mai, e così dopo mesi di preparazione forse si è trovata la donna da affiancare a Michael Fassbender in The light between the oceans. Derek Cianfrance, regista, sembra aver fatto cadere la scelta su Rachel Weisz.
Ancora solo un rumors, invece, la possibilità che anche Scarlett Johansson si unisca al nutrito cast (Josh Brolin, George Clooney, Channing Tatum, Tilda Swinton e Ralph Fiennes) della nuova fatica dei fratelli Coen. In Hael Caesar le spetterebbe il ruolo di un'attrice incinta proprio poco prima delle riprese di un suo film, vista la sua annunciata maternità, calzerebbe a pennello.

Marito e moglie attori spesso si conoscono e si innamorano sul set, ma altrettanto spesso, a lavorare insieme si lasciano. Vista la numerosa prole che li segue, speriamo non sia il caso di Brad Pitt e Angelina Jolie, che dopo essersi trovati in Mr e Mrs Smith, torneranno a lavorare in coppia in un film il cui titolo è ancora segreto. Quello che si sa, è che sarà una love story dal sapore indipendente, distante (e le parole sono della stessa Jolie) dai ruoli e dai film che solitamente sono chiamati ad interpretare. Le riprese saranno a Malta, quello che gli si augura e che non facciano la stessa fine di Nicole Kidman e Tom Cruise.

E' uno dei manga più popolari, e la sua serie animata sta conquistando anche la sottoscritta. Ora, dopo anni che la Warner tiene il progetto in un cassetto, Death Note potrebbe (finalmente?) diventare anche un film americano. A succedere a Shane Black e a portare a termine la realizzazione, sembrerebbe essere quel piccolo genio di Gus Van Sant, abituato a passare da pellicole dal sapore indie, a produzioni più sostanziose. In attesa di conferme, e soprattutto di qualche nome da affiancare a quelli di Light Yagami e Elle, festeggiamo con moderazione.

C'è poco da festeggiare, invece, per la piega che ormai ha preso la Disney. Certo, a spingerla in questa direzione sono gli incassi sempre convincenti e stratosferici che le sue ultime operazioni raccolgono, ma vedere tutti i grandi classici del passato trasformati in pellicole live action molto spesso inferiori all'originale, mette molta tristezza. Pur di far cassa e richiamare il pubblico a suon di nomi d'attore importanti (vedasi anche Maleficent, ultimo in ordine di tempo), ora la casa di Topolino è intenzionata a ripetere l'operazione anche con Dumbo. Sì, il film del 1941 avrà una sua versione in carne e ossa, anche se ovviamente a farla da padrone sarà la computer grafica, sigh.

Le voci che parlavano di un suo ritiro dalle scene sono prontamente rientrate, e Kevin Smith ha l'agenda fitta di impegni. Primo fra tutti il nuovo Tusk, che ancora prima di uscire in sala ha già uno spin-off pronto, Yoga Hosers, che andrà a riprendere due personaggi comparsi brevemente nel primo, appassionati di yoga ma anche di taccheggio.
In più, il regista ha aggiornato anche sulla situazione di Clerks III, la cui sceneggiatura è stata rifiutata dalla Weinstein che vede il budget previsto di 6 milioni di dollari troppo alto. L'autofinanziamento potrebbe salvare la situazione.
Per finire, in programma anche un film che va a riprendere la figura di un Babbo Natale cattivo, Krampus, intitolato Anti-Claus.

Concludiamo la rubrica con le ultime notizie, esaltanti, dal Lido.
Il film di apertura della 71. edizione del Festival di Venezia sarà il tanto atteso Birdman di Alejandro González Iñárritu, in concorso.
L'appuntamento per il programma completo è fissato invece per il 24 luglio.

12 luglio 2014

Waking Life

Once Upon a Time -2001-

Nell'attesa di vedere uno dei film che si preannuncia fra i più straordinari dell'anno e probabilmente degli ultimi anni vista la sua concezione, uno spolvero nella filmografia passata di Richard Linklater è d'obbligo.
Il regista che in 18 anni c'ha fatto scorgere la nascita, il ritrovo e la crescita di un amore, quello di Jesse e Celine, si appresta ad appassionarci con Boyhood ad un'altra crescita, quella di Ellar Coltrane che lui ha personalmente seguito per 12 anni, in modo da poter dare credibilità al suo Mason.
Tornando indietro nel tempo, quasi all'epoca in cui questo suo sperimentale progetto prende piede, si incappa in un altro progetto altrettanto sperimentale, quello di Waking Life.
Per realizzarlo, Linklater è andato a ripescare una tecnica direttamente dagli anni '20: il rotoscope, che prevede di disegnare direttamente sopra ogni fotogramma del girato, per creare un film di animazione che si basa però sul live action.
Nel farlo, ha assunto una squadra di artisti di eccezione, che a differenza di Ralph Bakshi (pioniere della tecnica) hanno lavorato sul materiale digitale a computer.
Il risultato è decisamente straniante, fluido e mutevole.


Tutto bene, dunque?
Purtroppo no, perchè se a livello tecnico il film conquista (anche se la visione e lo stile dei disegni non è certo tra i preferiti per la sottoscritta), a livello di storia si è davanti ad un altro esperimento che a fatica può dirsi riuscito.
La trama ruota infatti attorno ad un giovane, imprigionato nel mondo dei sogni da cui non riesce a svegliarsi, passando continuamente ad oscillare e viaggiare in una città non meglio identificata. In questo suo vagare, gli incontri si moltiplicano, e ogni incontro corrisponde ad una lezione di filosofia che si concentra sul senso della vita, sullo scopo dell'esistenza, sull'importanza dei sogni.
Va da sé, che già dopo la quarta conversazione l'attenzione si abbassa, l'interesse cala, e il dover assistere ad una lezione non richiesta, per quanto utile e interessante se presa a piccole dosi, diventa assolutamente pesante.


Un peccato dunque, che non ha però ostacolato la pellicola dal venir premiata per il suo coraggio e la sua originalità a Venezia (premio CinemAvvenire) e a New York (Film Critics Circle).
E certo, il senso ultimo del film, se visto con la dovuta calma e soprattutto con molta attenzione, affascina, e il ritrovarsi all'improvviso tra filosofi, insegnanti, scrittori e anche registi (Linklater stesso), quei Jesse e Celine provoca un piccolo tuffo al cuore, ma il cuore, proprio questo, manca in un film che sembra pendere tutto e troppo dalla parte del cervello.


11 luglio 2014

The Future

E' già Ieri -2011-

Dopo un anno di convivenza io e il giovine abbiamo deciso di fare il grande passo.
Sposarci?
Avere un bambino?
No.
Prendere un gatto.
Dopo mesi (12, per l'esattezza) di insistenze e titubanze da parte mia, il suo buon cuore ha ceduto regalandomi a sorpresa Vinicio il Micio, il micio rosso che tanto desideravo.
Quel pelosone in tutta la sua cucciolosità si è da subito impossessato delle nostre vite, cambiando i nostri ritmi (vedi la sveglia), le nostre abitudini (vedi tornare relativamente presto per cibarlo), le nostre priorità (vedi ansie varie da "scapperà, starà male, andiamo dal veterinario").
Se per convincerci (o convincerlo), c'è voluto un anno, di certo non ci siamo fatti troppi scrupoli al suo arrivo, anzi.


Scrupoli (leggasi anche seghe mentali) se ne fanno eccome Sophie e Jason, invece, coppia di artisti mai esplosi, fidanzati e conviventi da anni, che decidono pure loro di fare il grande passo.
Sposarsi?
Avere un bambino?
No.
Prendere un gatto.
Per la precisione un gatto che bene non sta e che deve rimanere un mese in una clinica a far guarire la sua zampina.
Questo mese diventa per loro l'ultimo di libertà, convinti -anche un po' giustamente- che tutto cambierà all'arrivo di Paw Paw.
C'è bisogno di una svolta, di lasciare l'apatia che sembra averli avvinti, e i due si licenziano così dal lavoro (insegnante di danza per bambini lei, operatore di call center lui) per dare spazio ai sogni mai realizzati (un progetto di danza day-by-day lei, il provvidenziale richiamo ambientalista lui).
Peccato che il loro buttarsi di getto nella vita sia fin troppo improvviso, e ben presto vengano presi da sensi di impotenza e di frustrazione che li separeranno sempre più, creando una crisi e una frattura profonda e forse insanabile.


Nel realizzare questa storia eccentrica ma non poi così distante dalla realtà, Miranda July si lascia andare a tutti i suoi vezzi di artista indie.
Le sue danze sono degne di Frances Ha, i suoi outfit di una puntata di Girls, ma la sua regia è sicura, e usa mezzi decisamente geniali ed efficaci per il racconto.
Primo fra tutti la narrazione malinconica della storia di Sophie e Jason direttamente dal punto di vista del malato Paw Paw, di cui si vedono solo le zampine che esprimono tutte le sue emozioni.
In secondo luogo, l'inserimento dell'elemento fantasioso del tempo fermo e di un superpotere per meglio inquadrare i diversi modi di essere e di reagire dei due protagonisti.
La July riesce così ad entrare meglio in sintonia con lo spettatore, virando per una realizzazione quasi lineare a differenza del più artistico e più di nicchia Me and You and Everyone we know, rendendo importanti ancora una volta i personaggi secondari, che vanno ad arricchire la collezione di stramberie e di momenti da installazione che pervadono il film.
Il risultato è così dolce e malinconico, frizzante e brioso, merito anche di un perfetto coprotagonista come Hamish Linklater.
Va da sé che in Italia il film non è mai arrivato, ma recuperarlo farà un gran bene, e vi spingerà, forse, a prendere in considerazione la possibilità di fare il grande passo.
E non sto parlando di sposarsi o di avere un bambino.


10 luglio 2014

Emmy 2014 - Le Nominations

La data da segnare è il 25 agosto, quando i premi Emmy verranno consegnati e si saprà chi nel mondo del piccolo schermo ha saputo fare meglio degli altri.
La lotta quest'anno vede due fuoriclasse competersi le statuette più ambite (miglior serie drama e migliori attori), ovvero Breaking Bad -al suo ultimo anno- e quel sorprendente True Detective che potrebbe permettere a Matthew McConaughey una bella doppietta dopo l'Oscar per Dallas Buyers Club
Il lato femminile vede inspiegabilmente l'esclusione di Emmy Rossum di Shameless e della trasformista Tatiana Maslany di Orphan Black tra le candidate, a favore del fantastico cast di Orange is the New Black e della bravissima Lizzie Caplan di Masters of Sex. Buoni i numeri anche di House of Cards, che conferma l'ottimo lavoro all'interno della Netflix, e finalmente anche Game of Thrones torna ad aggiudicarsi importanti categorie (primo fra tutti miglior attore non protagonista per Peter Dinklage).
Sempre presenti l'inossidabile Mad Men, il sopravvalutato Downton Abbey e il buon Girls.
Infine, guardando alle miniserie, spopolano American Horror Story: Coven, Fargo e The Normal Heart, con tutti i pronostici a favore di quest'ultima.

In attesa della consegna e di scoprire i nomi dei vincitori, ecco le nominations più importanti:

Miglior serie drammatica:
  • Breaking Bad
  • Downton Abbey
  • Game of Thrones
  • House of Cards
  • Mad Men
  • True Detective

Miglior serie commedia:
  • Louie
  • Modern Family
  • Orange Is The New Black
  • Silicon Valley
  • The Big Bang Theory
  • Veep

Miglior miniserie:
  • American Horror Story: Coven
  • Bonnie & Clyde
  • Fargo
  • Luther
  • The White Queen
  • Treme

Miglior film televisivo:
  • Killing Kennedy
  • Muhammad Ali’s Greatest Fight
  • Sherlock: His Last Vow
  • The Normal Heart
  • The Trip To Bountiful

Miglior attore protagonista in una serie drammatica:
  • Bryan Cranston — Breaking Bad
  • Kevin Spacey — House of Cards
  • Jon Hamm — Mad Men
  • Jeff Daniels — The Newsroom
  • Woody Harrelson — True Detective
  • Matthew McConaughey — True Detective

Miglior attrice protagonista in una serie drammatica:
  • Michelle Dockery — Downton Abbey
  • Claire Danes — Homeland
  • Robin Wright — House of Cards
  • Lizzy Caplan — Masters of Sex
  • Kerry Washington — Scandal
  • Julianna Margulies — The Good Wife

Miglior attore non protagonista in una serie drammatica:
  • Aaron Paul — Breaking Bad
  • Jim Carter — Downton Abbey
  • Peter Dinklage — Game of Thrones
  • Mandy Patinkin — Homeland
  • Jon Voight — Ray Donovan
  • Josh Charles — The Good Wife

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica:
  • Anna Gunn — Breaking Bad
  • Maggie Smith — Downton Abbey
  • Joanne Froggatt — Downton Abbey
  • Lena Headey — Game of Thrones
  • Christina Hendricks — Mad Men
  • Christine Baranski — The Good Wife

Miglior attore protagonista in una serie commedia:
  • Ricky Gervais — Derek
  • Matt LeBlanc — Episodes
  • Don Cheadle — House of Lies
  • Louis C.K. — Louie
  • William H. Macy — Shameless
  • Jim Parsons — The Big Bang Theory

Miglior attrice protagonista in una serie commedia:
  • Lena Dunham — Girls
  • Melissa McCarthy — Mike & Molly
  • Edie Falco — Nurse Jackie
  • Taylor Schilling — Orange Is The New Black
  • Amy Poehler — Parks And Recreation
  • Julia Louis-Dreyfus — Veep

Miglior attore non protagonista in una serie commedia:
  • Andre Braugher — Brooklyn Nine-Nine
  • Adam Driver — Girls
  • Ty Burrell — Modern Family
  • Jesse Tyler Ferguson — Modern Family
  • Fred Armisen — Portlandia
  • Tony Hale — Veep

Miglior attrice non protagonista in una serie commedia:
  • Julie Bowen — Modern Family
  • Allison Janney — Mom
  • Kate Mulgrew — Orange Is The New Black
  • Kate McKinnon — Saturday Night Live
  • Mayim Bialik — The Big Bang Theory
  • Anna Chlumsky — Veep

Miglior attore protagonista in una miniserie o film televisivo:
  • Chiwetel Ejiofor — Dancing On The Edge
  • Martin Freeman — Fargo
  • Billy Bob Thornton — Fargo
  • Idris Elba — Luther
  • Benedict Cumberbatch — Sherlock: His Last Vow
  • Mark Ruffalo — The Normal Heart

Miglior attrice protagonista in una miniserie o film televisivo:
  • Jessica Lange — American Horror Story: Coven
  • Sarah Paulson — American Horror Story: Coven
  • Helena Bonham Carter — Burton And Taylor
  • Minnie Driver — Return To Zero
  • Kristen Wiig — The Spoils Of Babylon
  • Cicely Tyson — The Trip To Bountiful

Miglior attore non protagonista in una miniserie o film televisivo:
  • Colin Hanks — Fargo
  • Martin Freeman — Sherlock: His Last Vow
  • Jim Parsons — The Normal Heart
  • Joe Mantello — The Normal Heart
  • Alfred Molina — The Normal Heart
  • Matt Bomer — The Normal Heart

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film televisivo:
  • Frances Conroy — American Horror Story: Coven
  • Kathy Bates — American Horror Story: Coven
  • Angela Bassett — American Horror Story: Coven
  • Allison Tolman — Fargo
  • Ellen Burstyn — Flowers In The Attic
  • Julia Roberts — The Normal Heart

Miglior regia per una serie drammatica:
  • Boardwalk Empire (Farewell Daddy Blues) — Tim Van Patten
  • Breaking Bad (Felina) — Vince Gilligan
  • Downton Abbey (Episode 1) — David Evans
  • Game of Thrones (The Watchers On The Wall) — Neil Marshall
  • House of Cards (Chapter 14) — Carl Franklin
  • True Detective (Who Goes There) — Cary Joji Fukunaga

Miglior regia per una serie commedia:
  • Episodes (Episode Nine) — Iain B. MacDonald
  • Glee (100) — Paris Barclay
  • Louie (Elevator, Part 6) — Louis C.K.
  • Modern Family (Vegas) — Gail Mancuso
  • Orange Is The New Black (Lesbian Request Denied) — Jodie Foster
  • Silicon Valley (Minimum Viable Product) — Mike Judge

Miglior regia per una miniserie o film televisivo:
  • American Horror Story: Coven (Bitchcraft) — Alfonso Gomez-Rejon
  • Fargo (The Crocodile’s Dilemma) — Adam Bernstein
  • Fargo (Burdian’s Ass) — Colin Bucksey
  • Muhammad Ali’s Greatest Fight — Stephen Frears
  • Sherlock: His Last Vow — Nick Hurran
  • The Normal Heart — Ryan Murphy

Miglior sceneggiatura per una serie drammatica:
  • Breaking Bad (Ozymandias) — Moira Walley-Beckett
  • Breaking Bad (Felina) — Vince Gilligan
  • Game of Thrones (The Children) — David Benioff; D.B. Weiss
  • House of Cards (Chapter 14) — Beau Willimon
  • True Detective (The Secret Fate Of All Life) — Nic Pizzolatto

Miglior sceneggiatura per una serie commedia:
  • Episodes (Episode Five) — David Crane; Jeffrey Klarik
  • Louie (So Did The Fat Lady) — Louis C.K.
  • Orange Is The New Black (I Wasn’t Ready) — Liz Friedman; Jenji Kohan
  • Silicon Valley (Optimal Tip-To-Tip Efficency) — Alec Berg
  • Veep (Special Relationship) — Simon Blackwell; Tony Roche; Armando Iannucci

Miglior sceneggiatura per una miniserie o film televisivo:
  • American Horror Story: Coven (Bitchcraft) — Ryan Murphy; Brad Falchuk
  • Fargo (The Crocodile’s Dilemma) — Noah Hawley
  • Luther — Neil Cross
  • Sherlock: His Last Vow — Steven Moffat
  • The Normal Heart — Larry Kramer
  • Treme (…To Miss New Orleans) — David Simon; Eric Overmyer

Miglior attore guest star in una serie drammatica:
  • Paul Giamatti — Downton Abbey
  • Reg E. Cathey — House of Cards
  • Robert Morse — Mad Men
  • Beau Bridges — Masters of Sex
  • Joe Morton — Scandal
  • Dylan Baker — The Good Wife

Miglior attrice guest star in una serie drammatica:
  • Diana Rigg — Game of Thrones
  • Kate Mara — House of Cards
  • Allison Janney — Masters of Sex
  • Kate Burton — Scandal
  • Margo Martindale — The Americans
  • Jane Fonda — The Newsroom

Miglior attore guest star in una serie commedia:
  • Nathan Lane — Modern Family
  • Steve Buscemi — Portlandia
  • Jimmy Fallon — Saturday Night Live
  • Louis C.K. — Saturday Night Live
  • Bob Newhart — The Big Bang Theory
  • Gary Cole — Veep

Miglior attrice guest star in una serie commedia:
  • Natasha Lyonne — Orange Is The New Black
  • Uzo Aduba — Orange Is The New Black
  • Laverne Cox — Orange Is The New Black
  • Tina Fey — Saturday Night Live
  • Melissa McCarthy — Saturday Night Live
  • Joan Cusack — Shameless