16 gennaio 2015

Jimmy's Hall

Andiamo al Cinema

Ken Loach e la sua Irlanda sono una cosa sola, ormai.
E dopo la parentesi da commedia (seppur venata di impegno) de La parte degli angeli, torna a raccontarcela nella sua storia, nella sua lotta per l'indipendenza, nei suoi uomini simbolo.
Scegliendo James Gralton.
Un uomo qualunque, a prima vista, convinto dei suoi ideali, ateo, e per questo tacciato di comunismo e anche per questo mandato in esilio. Ma la colpa di Jimmy è prima di tutto quella di aver aperto una sala ricreativa, aver costruito su terre non sue un luogo dove la popolazione di uno sperduto villaggio nelle immense distese verdi d'Irlanda potesse trovarsi, la sera e nei weekend, e ballare, imparare a dipingere, a tirare di boxe, a leggere e a bere, anche... insomma, una sala ricreativa come tante, a cui oggi si sono sostituiti bar e oratori.


Nel 1921, però, questo non si poteva fare. A decidere cosa fosse giusto o sbagliato era il prete del paese, che vede nel ballo il demonio che tenta i più giovani, nella musica jazz che arriva d'oltreoceano un suono capace di oscurare la tradizione, nella boxe l'affinamento alla lotta e nei libri, non passati sotto il suo visto, la possibilità di fuorviare i suoi devoti cristiani.
Neanche fossimo in Footloose, Padre Sheridan inizia la sua battaglia contro la Jimmy's Hall, ora come 10 anni prima.
Perchè, già, la lunga battaglia al divertimento e all'istruzione di Jimmy è già stata fermata una volta, quando assieme ai suoi amici si è visto ostacolato e battuto, si è visto costretto a rifugiarsi in America, a New York, abbandonando la famiglia e l'amore.
Ora però è tornato, dopo un decennio, ma in pace non sa stare, sono cresciuti i figli, la nuova generazione chiede, ha bisogno di un luogo di ritrovo e Jimmy ce l'ha ancora la voglia di riaprirlo e di combattere per questo.
Allo stesso modo, padre Sheridan ce l'ha con lui, ossessionato dalla sua figura emblematica, tenta con tutti i suoi mezzi di ostacolarlo, predicando e accusando le famiglie che frequentano il luogo, innalzando i toni e inasprendo gli animi, che, va da sé, esploderanno nella violenza.


Come in una sineddoche, Loach fa di una persona un fascio, fa della lotta alla libertà (di espressione, di divertimento, di progresso) quello di un'intera nazione, divisa prima di tutto al suo interno.
Attraverso la breve parabola di Jimmy, durata sì 10 anni, ma passata per sconfitte, ci mostra la tenacia e la speranza.
Tutto bene, quindi?
Nì, perchè quello che davvero manca a questo racconto è la sostanza.
Passando sopra all'insensatezza che una lotta simile, che le parole di un prete più ossessionato che convinto della sua battaglia hanno, a Jimmy manca la solidità, manca la base che un passato raccontato per flashback non ha.
Ad importare al pubblico, infatti, è forse più il suo amore travagliato con Oonagh che la sua lotta idealistica, ed è un tutto dire per un film volutamente impegnato sia a livello storico che civile.
La visione scorre così piacevole senza mai scavare davvero a fondo, con interpretazioni calibrate e paesaggi da favola che ci riportano in quegli anni purtroppo non spensierati, ma così verdi e così naturali, in cui anche se una battaglia veniva persa, quello che era sicuro, è che nuovi semi, nuove generazioni, avrebbero solcato quei campi.
Che ci guardano, in un fermo immagine dal sottofondo volutamente commovente, e fin troppo buonista.


15 gennaio 2015

Oscar 2015 - Le Nominations


Eccoli qui, finalmente, tutti i candidati per le ambite statuette!
Dopo nemmeno qualche giorno dalla consegna dei Golden Globe, l'attesa si fa per gli Oscar e subito si va a sbirciare quali sono i grandi esclusi dell'anno: primo fra tutti, Gone Girl, che si deve accontentare di concorrere solo ed esclusivamente con Rosamund Pike, poi c'è, o meglio non c'è, Tim Burton, che se era riuscito grazie ad Amy Adams a portarsi a casa un globo, questa volta viene completamente ignorato, così come la bella Jessica Chastain e Joaquin Phoenix, il cui Inherent Vice è nominato per i costumi e la sceneggiatura.
Grande delusione, poi, dal non vedere il nome di Jake Gyllenhaal tra i migliori attori, che in Lo Sciacallo (in lizza solo per la sceneggiatura originale) ha davvero fatto faville, ma almeno l'Academy si è ricordata di Marion Cotillard.
Guardando ai fantastici 8, balza all'occhio che mai come in questa edizione a venire privilegiati sono i film biografici, tra Alan Turing, Stephen Hawking, il Clint militare e le proteste per i diritti civili a concorrere in questa come in altre categorie (in cui, tra gli altri, c'è anche il biopic su Turner e l'Unbroken della Jolie), fortuna allora che gli scoppiettanti Wes Anderson e Innaritu fanno da contraltare e Boyhood resta a metà tra finzione e realtà. Vero outsider (non a caso già vincitore del Sundance) Whiplash.
Gioia per Vivian Maier tra i documentari (che vedono escluso Oppenheimer e il suo The look of silence), in cui c'è anche Wim Wenders, mentre Nolan rosica accontentandosi di competere solo per i premi tecnici.
Per finire, uno sguardo alla musica, con Alexandre Desplat doppiamente nominato, e la bellissima Lost Star presente tra le canzoni.

Tirando le somme, a guidare tutti sono Birdman e Grand Budapest Hotel con ben 9 nominations, segue The Imitation Game con 8, American Sniper e Boyhood a 6 e Whiplash e The Theory of Everything con 5.
Nel frattempo, sappiate che Meryl Streep batte il record arrivando alla 19esima candidatura.
L'appuntamento per scoprire i vincitori è per la notte del 22 febbraio, Neil Patrick Harris ci sta già aspettando!


Miglior film
American Sniper
Birdman
Boyhood
Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Selma
La teoria del tutto
Whiplash

Miglior regia
Alejandro G. Inarritu - Birdman
Richard Linklater - Boyhood
Bennett Miller - Foxcatcher
Wes Anderson - Grand Budapest Hotel
Morten Tydlum - The Imitation Game

Miglior attore protagonista
Steve Carell - Foxcatcher
Bradley Cooper - American Sniper
Benedict Cumberbatch - The Imitation Game
Michael Keaton - Birdman
Eddie Redmayne - La teoria del tutto

Migliori attrice protagonista
Marion Cotillard - Due giorni, una notte
Felicity Jones - La teoria del tutto
Julianne Moore - Still Alice
Rosamund Pike - L'amore bugiardo
Reese Witherspoon - Wild

Miglior attore non protagonista
Robert Duvall - The Judge
Ethan Hawke - Boyhood
Edward Norton - Birdman
Mark Ruffalo - Foxcatcher
J.K Simmons - Whiplash

Miglior attrice non protagonista
Patricia Arquette - Boyhood
Laura Dern - Wild
Keira Knightler - The Imitation Game
Emma Stone - Birdman
Meryl Streep - Into the Woods

Miglior sceneggiatura originale
Birdman
Boyhood
Foxcatcher
Grand Budapest Hotel
Lo sciacallo

Miglior sceneggiatura non originale
American Sniper
The Imitation Game
Vizio di forma
La teoria del tutto
Whiplash

Miglior film straniero
Ida (Polonia)
Leviathan (Russia)
Tangerines (Estonia)
Timbuktu (Mauritania)
Storie Pazzesche (Argentina)

Miglior film d'animazione
Big Hero 6
The Boxtrolls
Dragontrainer 2
Song of the Sea
The Tale of the Princess Kaguya

Miglior fotografia
Birdman
Grand Budapest Hotel
Ida
Mr. Turner
Unbroken

Miglior montaggio
American Sniper
Boyhood
Grand Budapest
The Imitation Game
Whiplash

Miglior scenografia
Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Into the Woods
Mr. Turner

Migliori costumi
Grand Budapest Hotel
Vizio di forma
Into the Woods
Maleficent
Mr. Turner

Miglior trucco e acconciature
Foxcatcher
Grand Budapest Hotel
Guardiani della Galassia

Migliori effetti speciali
Captain America: The Winter Soldier
Apes Revolution
Guardians of the Galaxy
Interstellar
X-Men: Days of Future Past

Miglior sonoro
American Sniper
Birdman
Interstellar
Unbroken
Whiplash

Miglior montaggio sonoro
American Sniper
Birdman
Lo Hobbit
Interstellar
Unbroken

Miglior colonna sonora originale
Grand Budapest Hotel - Alexandre Desplat
The Imitation Game Alexandre Desplat
Interstellar - Hans Zimmer
Mr. Turner - Gary Yershon
La teoria del tutto - Johànn Johànnsson

Miglior canzone
The Lego Movie
Glory - Selma
Beyond the Lights
Lost Star - Begin Again
Glen Campbell... I'll be me

Miglior documentario
Citizenfour
Finding Vivian Maier
Last Days in Vietnam
The Salt of the Earth
Virunga

Miglior corto documentario
Crisis hotline: Veterans press 1
Joanna
Out Curse
The Reaper
White Earth

Miglior cortometraggio
Aya
Boogaloo and Graham
Butter Lamp
Parvaneh
The Phone Call

Miglior cortometraggio d'animazione
The Bigger Picture
The Dam Keeper
Feast
Me and My Moulton
A Single Life

Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema

A poco a poco, i film in corsa per le statuette (le nominations agli Oscar verranno annunciate nel pomeriggio) arrivano anche nelle nostre sale.
Una pellicole su tutte sembra meritare, ma spulciando fidatevi che anche l'Italia questa volta merita attenzione.
Per scoprire quale e perchè, leggete i vari consigli:

La Teoria del Tutto
Dopo Alan Turing, è il momento di conoscere meglio anche Stephen Hawking, soprattutto nella sua sfera personale.
Vedere il film ha un sapore un più sapendo che domenica notte si è aggiudicato 2 Golden Globes, uno dei quali proprio al protagonista Eddie Redmayn.
Accanto a lui, la bella Felicity Jones.
Direi che si può correre al cinema.
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Hungry Hearts
Film italiano girato a New York, in cui lo stile indie sfocia nel thriller.
Alla regia Saverio Costanzo che chiama per protagonista la fidanzata Alba Rohrwacher e il bravissimo Adam Driver che si sono aggiudicati le due Coppe Volpi per l'interpretazione a Venezia.
Merita vederlo?
Assolutamente sì, e per capire perchè, leggete la mia recensione QUI




Exodus - Dei e Re
Chissà cos'è passato per la testa di Ridley Scott e di Christian Bale.
Perchè mai avranno voluto fare un film su Mosè, un film che poi è stile kolossal anni '90, pieno di effetti speciali?
In America è stato un mezzo flop, speriamo lo sia anche da noi che dopo quella cosa chiamata The Counselor, Scott sembra essersi perso chissà dove.
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Italo
No, non è un film-pubblicità alla compagnia di treni rivale di Trenitalia, ma è il tentativo italiano di fare delle commedia animaliste/con protagonisti animali un nuovo filone.
Prendi un Golden retriver e stai sicuro che qualcuno verrà a vederti, se poi ci metti Marco Bocci, non solo le famiglie accoreranno.
Un esordio che sa di spensieratezza.
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Banana
Un filone che sembra essere tornato prepotentemente nei cinema, è quello sul mondo della scuola, raccontato dall'outsider della situazione. In questo caso Banana, 14enne così soprannominato per l'inseparabile maglietta del Brasile, che sogna in grande e con ottimismo, mentre attorno a lui (dai genitori, alla sorella, agli insegnati) si è rassegnati. Aiutare la bella Jessica a non venir bocciata, diventa così la sua missione.
Un esordio spumeggiante che promette risate sincere e intriga.
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Striplife
Per capire davvero com'è la situazione nella Striscia di Gaza, Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli ce la raccontano in una giornata di 24 ore, fra pescatori che si contendono il pesce arenato, fratelli rapper, artisti di strada.
A metà tra documentario e finzione.
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Asterix e il regno degli Dei
Anche il mitico Gallo dalla superforza si lascia contagiare dalla computer grafica, e torna al cinema con il compagno di sempre Obelix per l'ennesima avventura che lo vede contro Giulio Cesare.
Questa volta, i romani tenteranno di conquistarli con le tentazioni delle vacanze e dell'ozio, ci riusciranno?
Bambini e fan, accorrete a scoprirlo.
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14 gennaio 2015

Wish I Was Here

E' già Ieri -2014-

Ce ne ha messo di tempo Zach Braff per tornare dietro la macchina da presa.
Dopo il suo esordio con La mia vita a Garden State, che aveva convinto i fan e folgorato gli altri, di anni ne sono passati 10, ma poco sembra essere cambiato.
Il protagonista è ancora un attore in cerca di gloria, piuttosto apatico, ma che una famiglia ce l'ha, le sue emozioni le riesce ad esprimere, ma ad abbandonare il suo sogno, alla soglia dei 35 anni e con la moglie costretta a un lavoro poco esaltante per provvedere ai bisogni primari dei figli, non ci pensa.
Alla scuola invece ci pensa il padre, che pagando la retta ha iscritto l'adolescente per nulla ribelle ma molto credente Grace, e il più vispo Noah, a una scuola privata ebraica, dove la religione è praticamente la materia principale.
Cosa non va in questo idillio?
Non va che tutti, dai presidi, ai colleghi fino al genitore stesso, vedono nella perseveranza di Aidan uno sbaglio, una mancanza di rispetto e un'incapacità a crescere e accettare gli obblighi che avere una famiglia comporta.


Gli ideali di questo più che trentenne con prole sono ancora quelli di un giovane ventenne, ma i problemi sono grandi.
Quello che si chiede Aidan è però perchè dovrebbe rinunciare ai suoi sogni, perchè dovrebbe accontentarsi quando gli è sempre stato insegnato, anche da Dio, a perseguire e fare ciò che lo appaga?
Bella domanda, non è vero?
Inevitabile la crisi, quindi, anche matrimoniale, che va al pari passo con i continui rifiuti ai casting, e soprattutto con quella della salute del padre, il cui cancro è tornato all'attacco e non può più essere sconfitto.
Crisi non significa sconfitta, però, significa possibilità di cambiamento, e quello che sembra il periodo più buio nella vita di Aidan, costretto a ritirare i figli da scuola, a diventare il loro insegnante privato, a confrontarsi con una moglie che lo supporta ma chiede anche qualcosa in cambio, diventa così la possibilità per conoscersi meglio, tra limiti e difetti, avvicinandosi a che gli è da sempre vicino, sfruttando le sue debolezze.


In poche parole: Zach Braff colpisce e affonda ancora una volta, facendo di una storia semplice, di un classico quadro da Sundance Film, uno scenario con cui entrare in sintonia, tra risate e qualche lacrimuccia.
E chi meglio di un blogger può capirlo?
Uno (o una) che si sveglia, lavora qualche ora giusto per pagare l'affitto, e poi si ciba di film e serie TV, inseguendo il suo sogno, sperando che qualcuno noti e dia importanza a quanto scrive nel suo angolino.
Aidan sembra parlare anche a noi, anche a me, nel suo ostinato andare avanti, quasi egoisticamente, nel suo bisogno di una svolta, che arriva.
Con la sua storia, forse a tratti un po' buonista, vero, forse non raccontata al suo meglio con scelte di montaggio (soprattutto nel finale) che fanno un po' storcere il naso, parla a un'intera generazione di sognatori che se ne sta più a letto, forse, accontentandosi nel non volersi accontentare.
Il film quindi funziona, parla col cuore, scritto com'è con i sentimenti.
Merito anche dei personaggi che secondari non sono, dalla moglie devota (la bella Kate Hudson), al fratello genio irrequieto e nerd, ai figli stessi che diventano dei piccoli idoli, tratteggiati e caratterizzati come sono appositamente per amarli.
E poi c'è la musica, colonna sonora portante e emozionante, con scelte d'annata e doc (Bon Iver, Hozier, Gary Jules...) come Braff ci ha già abituato.
Nel suo modo naif, nella sua semplicità nel mandarci un messaggio diretto, Braff accontenta così non solo i fan e chi ha permesso tramite crowdfunding la realizzazione della pellicola, ma anche chi chiede qualcosa di fresco, non del tutto nuovo, vero, ma onesto e sincero.
Mostrandoci che, a volte, il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi.


13 gennaio 2015

Olive Kitteridge

Quando i film si fanno ad episodi.

Quando i film si fanno ad episodi.
Mai come in questo caso sottotitolo fu più vero.
Perchè Olive Kitteridge è sì una miniserie targata HBO, ma potrebbe tranquillamente essere un lungo film, di 4 ore, che racconta la vita, il rancore e il difficile carattere di una donna, di una madre, di una moglie.
I nomi coinvolti sono quelli del grande cinema, a partire dalla regista, Lisa Cholodenko (I ragazzi stanno bene), che ha trasportato su schermo il romanzo omonimo di Elizabeth Strout, premio Pulitzer nel 2008 (in Italia pubblicato da Fazi Editore).
A dare il volto alla protagonista, un'intensa Frances McDormand che ci si chiede come possa essere stata battuta domenica notte da Maggie Gyllenhaal... giurati, l'avete vista questa donna?
L'avete vista al naturale, invecchiare e farsi odiare?
Oltre a lei, Richard Jenkins, l'adorabile Zoe Kazan, Peter Mullan, John Gallagher Jr. (il Jim di The Newsroom) e Bill Murray.
E non a caso, la miniserie ha avuto la sua anteprima in quel del Festival di Venezia.


Ma chi è questa Olive?
Perchè dedicarle 4 ore della nostra vita, o altrettante, se non di più nel leggerla?
Olive è una donna della campagna del Maine, pratica, sbrigativa, dai modi burberi ed incline al rancore e agli sbalzi d'umore.
Maestra alle scuole medie è l'insegnante più temibile, anche dal figlio, costretto più degli altri alunni a darsi da fare, sopportando gli sbotti e gli epiteti poco gentili della madre.
A farle da contraltare, fortunatamente, un marito devoto, che ancora le regala biglietti d'auguri, cioccolatini per San Valentino e che la ama, fondamentalmente, cercando di smussare i lati fin troppo acuti del suo carattere.
Il loro è un matrimonio quasi allo sfascio, però, quando li conosciamo. Potrebbe prendere altre vie, altre strade attraverso infatuazioni, potrebbe far finalmente togliere ad entrambi la maschera che portano per sopportarsi.
Ma così non è, per altri 25 anni, Olive e Henry vanno avanti, vedono il figlio crescere, laurearsi e sposarsi, vedono il loro piccolo paese cambiare, gli amanti platonici passare, la depressione e la vecchiaia avanzare inevitabili.


E' un ritratto intenso quello che ne esce, e non solo grazie ad una prova immensa della McDormand.
Olive si fa odiare, è contraddittoria, è burbera, ma allo stesso tempo il suo odio per chi ritiene inferiore, la sua schiettezza, la rendono unica e superba.
Umana quando ammette i suoi errori, capace di amare, nonostante tutto.
Ha un passato che non può dimenticare, un padre andato nel peggiore dei modi, con cui fare i conti ogni giorno, perchè il passato, quel fucile, quei fucili, tornano e ritornano nella sua vita, nei 25 anni che osserviamo.
E capiamo che se Jessica Fletcher abitava nel Maine un motivo c'era, viste le morti numerose che incidentalmente o meno avvengono.
E proprio la morte sembra accompagnare Olive, e quella pistola, che noi le vediamo caricare fin dall'inizio, è un monito e un presagio.
La Cholodenko mette in scena tutte queste contraddizioni distillando le immagini, con inquadrature (a partire dall'ottima sigla) precise, buie e vive.
Gli anni che passano sono quelli di una vita qualunque, in cui fatti poco ordinari succedono, certo, ma che vedono protagonista una donna che deve perdonarsi e farsi perdonare, che non accetta il mondo ma che non può separarsene, e che forse, solo dopo questa consapevolezza, può trovare la pace.
Perchè guardandosi indietro, così come l'abbiamo vista noi, quel rancore, quella rabbia, sembrano solo un ricordo sbiadito di una donna complicata.


Il 23 e 30 gennaio, la miniserie andrà in onda su SkyCinema

12 gennaio 2015

Golden Globe 2015 - Il Red Carpet

Abbandonati vinti e vincitori, diamo spazio al frivolo che c'è in noi, con lo sguardo che va al red carpet in cui sguinzagliare l'Enzo Miccio acido e criticone.
Se ne son viste delle belle, certo, ma anche delle peggio...
Date un'occhiata e dite la vostra:

LE MIGLIORI

Bella e femminile anche in pantaloni Emma Stone. 
Taglio perfetto da copiare (subito).


Naomi Watts
Ci vuole coraggio per indossare il giallo. E anche tanta bellezza.


Non sbaglia un colpo la bella Allison Williams. In rosso red carpet abbaglia.


Jessica starebbe bene anche con un centrino. 
Non è il suo miglior look, vero, ma le si perdona tutto.


Semplice, forse anche troppo.
Ma elegante, comunque.


Melissa McCarthy. 
Taglia forte e chissenefrega.


Allison Tolman.
Taglia forte e chissenefrega #2


Felicity Jones.
Eleganza raffinata anche dietro un tendone azzurro.


Jennifer Aniston.
Gli anni sembrano non passare, o farle solo che che bene.


LE PEGGIORI

Julianna Margulies.
La gonna o è corta o è lunga, sorry.


Dakota Johnson.
Paillettes, paillettes come se fossero negli anni '80.


Julianne Moore.
Paillettes ancora paillettes. E piume.


Patricia Arquette.
Ti abbiam visto lievitare, non puoi nasconderlo fasciandoti.


Lena Dunham.
Si è contenuta, è vero, ma ce n'è di strada da fare.


Lana del Rey o... la statua della libertà che si scontra con Ariel.


Rosamunde Pike, quella scollatura non è certo amazing.


Claire Danes va sul sobrio andando a pescare la coperta della nonna gipsy.


Mi si nota di più se non ci sono o se vengo vestita così?
JLo ha scelto.


Keira è stata avvolta dalle farfalle... e dai centrini di pizzo.



Kerry... perchè?
Davvero, perchè?!?


COPPIE DA AMARE

Liev e Naomi


Jake e Maggie


Diane e Joshua


SPAZIO DONNA

Ethan Hawke


Jamie Dornan


Benedict Cumberbacht


e... Bill Murray



Golden Globe 2015 - I Vincitori

E' andata.
Questa lunga nottata di premi è finita e grazie a una conduzione spumeggiante, in cui non sono mancati momenti comici sopra le righe diretti alla Corea o a Bill Croby, con un Clooney innamorato e premiato alla carriera e altri speech meno formali del solito, possiamo archiviare questi Golden Globe.
Per la sottoscritta, la nottata è stata doppiamente soddisfacente: se nel reparto televisivo ad avere la meglio è stata le new entry The Affair, in quello cinematografico ha dominato il Boyhood che ancora campeggia come header, a dimostrare quanto amore e quanta emozione ancora susciti il suo ricordo.
Bando ad altre premesse, che tanto poco importano, andiamo a scoprire categoria per categoria chi ha vinto.
E non dimenticate, nel pomeriggio, l'immancabile appuntamento con le pagelle del red carpet:


CINEMA

Miglior Film Drammatico
Boyhood
Foxcatcher
The Imitation Game
Selma
The Theory of Everything 


Ce l'ha fatta.
Il film che mi ha rubato il cuore ha vinto anche qui, dopo l'In Central Perk Award.
E sono state lacrime di commozione a vedere un cast così unito, così sincero che una storia tanto semplice quanto umana c'ha raccontato.



Miglior Attore in un Film Drammatico
Steve Carrell - Foxcatcher
Benedict Cumberbatch - The Imitation Game
Jake Gyllenhaal - Nightcrawler (Lo Sciacallo)
David Oyelowo - Selma
Eddie Redmayne - The Theory of Everything 

Non il folle Jake, non il british Benedict ma il giovane Eddie, che di strada ne ha fatta.

Premio Politically Correct?
Forse un po' sì...


Miglior Attrice in un Film Drammatico
Jennifer Aniston - Cake
Felicity Jones - The Theory of Everything 
Julianne Moore - Still Alice
Rosamund Pike - Gone Girl 
Reese Whitherspoon - Wild 


Amazing Amy si vendicherà?
La grande Julianne Moore dovrà guardarsi le spalle? In attesa di capire quanto questo premio le sia dovuto, meglio tenerla d'occhio.


Miglior Film Commedia o Musical
Birdman
Grand Budapest Hotel
Into the Woods
Pride
St. Vincent

Wes Anderson ringrazia tutta la stampa estera che gli ha dato il globo. Il suo Budapest Hotel batte il favorito Birdman, ed è come un bel cioccolatino precisamente confezionato.

Miglior Attore in un Film Commedia o Musical
Ralph Fiennes - Grand Budapest Hotel
Michael Keaton - Birdman
Bill Murray - St. Vincent
Joaquin Phoenix - Inherent Vice 
Christoph Waltz - Big Eyes


Dopo anni di oscurità, Keaton è tornato e alla grande. Il suo ruolo, la sua bravura, sono notevoli. E poi, diciamolo, mostrarsi in mutande alla sua età vale già il premio.

Miglior Attrice in un Film Commedia o Musical
Amy Adams - Big Eyes
Emily Blunt - Into the Woods
Helen Mirren - Amore, Cucina e Curry
Julianne Moore - Maps to the Stars
Quvenzhané Wallis - Annie


Amy è brava, sempre. Ma con Tim Burton vuoi per il film stesso poco convincente, non ha convinto del tutto. In ogni caso è stata premiata, e allora, chapeau.
Anche se Julianne...


Miglior Regista
Wes Anderson - Grand Budapest Hotel
Ava DuVernay - Selma
David Fincher - Gone Girl 
Alejandro Gonzales Inarritu - Birdman
Richard Linklater - Boyhood

I 12 anni di lavoro non sono passati inosservati. Dopo aver conquistato il mio cuore, il mio personale Award, Linklater si porta a casa anche il globo.

Miglior Attrice Non Protagonista
Rosanna Arquette - Boyhood
Jessica Chastain - A Most Violent Year
Keira Knightley - The Imitation Game
Emma Stone - Birdman
Meryl Streep - Into the Woods


Madre coraggio, un ruolo che l'ha vista risplendere e oscurare anche il "figlio". Patricia dopo anni di TV e di poco spolvero, grazie a Linklater ha dimostrato tutta la sua bravura.



Miglior Attore Non Protagonista
Robert Duvall - The Judge
Ethan Hawke - Boyhood
Edward Norton - Birdman
Mark Ruffalo - Foxcatcher
J.K. Simmons - Whiplash


Ethan Hawke non ce la fa, e nemmeno un Edward Norton tornato finalmente in forma.
A questo punto, la visione di Whiplash si fa d'obbligo, anche per un commosso e commovente J.K. Simmons

Miglior Sceneggiatura
The Grand Budapest Hotel
Gone Girl (L'Amore Bugiardo)
Birdman
Boyhood
The Imitation Game


E' tutta una questione di ego. Le parole, le riflessioni, e gli scherzi della mente di Keaton valgono a Innaritu un premio che va a battere la favorita Flynn e il sempre delizioso Anderson.





Migliore colonna sonora originale
Alexandre Desplat  The Imitation Game
Jóhann Jóhannsson  La teoria del tutto
Trent Reznor e Atticus Ross  L'amore bugiardo - Gone Girl
Antonio Sanchez  Birdman
Hans Zimmer  Interstellar

La batteria incessante di Birdman non ce la fa, battuta da Le teoria del tutto presto giudicata da queste parti.

Migliore canzone originale

Big Eyes (Lana Del Rey)  Big Eyes
Glory (John Legend e Common)  Selma - La strada per la libertà (Selma)
Mercy Is (Patti Smith e Lenny Kaye)  Noah
Opportunity (Greg Kurstin, Sia Furler e Will Gluck)  Annie
Yellow Flicker Beat (Lorde)  Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I 

John Legend è il premio politically correct della serata.



Miglior Film d'Animazione
Big Hero 6
The Book of Life 
The Boxtrolls
How To Train Your Dragon 2
The Lego Movie


La Disney salta un anno, e nemmeno gli omini lego battono il cuore all'interno di Dragon Trainer.

Miglior film straniero
Turist (Force Majeure), regia di Ruben Östlund (Svezia)
Viviane (Gett: The Trial of Vivianne), regia di Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz (Israele)
Ida, regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
Leviathan (Leviafan), regia di Andrej Petrovič Zvjagincev (Russia)
Mandariinid, regia di Zaza Urushadze (Estonia)


SERIE TV

Miglior Serie Drama
Downton Abbey
House of Cards
Game of Thrones 
The Affair
The Good Wife


New entry, novità, e comunque meglio degli altri giganti. The Affair non è solo la mia migliore, ma la migliore anche per la giuria del Globe. Evvai!



Miglior Attore in una Serie Drama
Clive Owen, The Knick
Liev Schreiber, Ray Donovan
Kevin Spacey, House of Cards
James Spader, The Blacklist
Dominic West, The Affair


Frank Underwood ha iniziato la sua vendetta, e Kevin Spacey commuove e stupisce con un discorso che fa capire quanto gli sia dovuto questo premio.


Miglior Attrice in una Serie Drama
Claire Danes, Homeland
Viola Davis, How to Get Away With Murder
Julianna Margulies, The Good Wife
Ruth Wilson, The Affair
Robin Wright, House of Cards

The Affair fa doppietta, portandosi a casa anche il premio per la miglior attrice che spezza la catena Danes-Margulies degli ultimi anni. Così si fa.



Miglior Serie Comedy o Musical
Girls
Jane the Virgin
Orange Is the New Black
Silicon Valley
Transparent


E' dedicato all'amore il globo vinto dalla comedy in vista di recupero da queste parti. Le ragazze restano a secco, così come le galeotte.


Miglior Attore in una Serie Comedy o Musical
Louis C.K., Louie
Don Cheadle, House of Lies
Ricky Gervais, Derek
William H. Macy, Shameless
Jeffrey Tambor, Transparent


Miglior serie e miglior attore. Urge recupero immediato.

Miglior Attrice in una Serie Comedy o Musical
Lena Dunham, Girls
Edie Falco, Nurse Jackie
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Gina Rodriguez, Jane the Virgin
Taylor Schilling, Orange Is the New Black


Da outsider a vincitrice. Quasi nessuno avrebbe scommesso sulla serie latinoamericana che trionfa contro colossi e veterani.

Miglior Miniserie o Film TV
Fargo
Olive Kitteridge
The Missing
The Normal Heart
True Detective


Dopo l'Emmy, True Detective si lascia scippare anche il globo.
Davvero?
Davvero.
Fargo lo batte e lo fa anche nel reparto attoriale... qualcosa non va.

Miglior Attore in una Miniserie o in un Film TV
Martin Freeman, Fargo
Woody Harrelson, True Detective
Matthew McConaughey, True Detective
Mark Ruffalo, The Normal Heart
Billy Bob Thornton, Fargo

McConaughey non fa doppietta, e la sua migliore interpretazione viene snobbata, preferendogli quella comunque eccelsa di Thornton che, conciso, ringrazia in modo da non incappare in problemi.



Miglior Attrice in una Miniserie o in un Film TV
Maggie Gyllenhaal, The Honorable Woman
Jessica Lange, American Horror Story: Freak Show
Frances McDormand, Olive Kitteridge
Frances O’Connor, The Missing
Allison Tolman, Fargo


Se avessi dovuto scommettere, avrei perso, perchè non è stata premiata Frances ma Maggie che accompagnata dal fratello ha dovuto sopportare occhiatacce anche da Jessica.



Miglior Attore Non Protagonista in una Serie, in una Miniserie o in un Film TV
Matt Bomer, The Normal Heart
Alan Cumming, The Good Wife
Colin Hanks, Fargo
Bill Murray, Olive Kitteridge
Jon Voight, Ray Donovan

Dimagrito, intenso e comunque bellissimo. Matt Bomer questo globo se lo è guadagnato tutto.


Miglior Attrice Non Protagonista in una Miniserie o in un Film TV
Uzo Aduba, Orange Is the New Black
Kathy Bates, American Horror Story: Freak Show
Joanne Froggatt, Downton Abbey
Allison Janey, Mom
Michelle Monaghan, True Detective

Quasi una sorpresa, dopo tutti questi anni, vedere l'Anna Bates della tenuta di Downton con il globo in mano. Così è stato invece, in barba a Kathy Bates e a Crazy Eyes.