Alla sua apparizione a Cannes, un qualche critico di cui non ricordo il nome scrisse che anche se la durata totale del film rasentava le 3 ore, lui sarebbe andato avanti con la visione altre 7.
Lì per lì questa dichiarazione mi lasciò perplessa, immaginando già la fatica di resistere seduta in poltrona quel tempo, ma, quando le luci si sono accese e i titoli di coda sono partiti, ho capito cosa quel critico intendesse, e come lui mi sarei unita ad un'altra lunga maratona.
Quello che il film di Abdellatif Kechiche fa, è infatti immergerti totalmente nella vita di Adele, partendo dai tumulti adolescenziali del liceo, con la scoperta dell'amore per le donne, approdando nel porto sicuro ma non troppo di Emma. Partono da qui le sperimentazioni, l'apertura in tutti i sensi di un corpo e di una mente ancora malleabili ma che già hanno individuato il loro percorso educativo, lontano da eccessi di artistoidi e acculturati, più semplice forse, ma non per questo meno importante. La vita di Adele non è nulla di eccezionale, di fuori dal normale, ed è proprio questo che affascina e prende al cuore.
Il suo amore passionale e sempre alla ricerca, anche se declinato al femminile, rappresenta tutti i primi amori, dove conoscere l'altro significava passare per quel corpo, dove i baci non bastavano mai e le ore passate assieme erano quelle che contavano. L'amore di Adele, dai capelli azzurrini, è tutto questo, è qualcosa di nuovo e spaventoso, distante dalla presunta normalità ma non per questo meno vero. E infatti, come tutti i veri amori, nella seconda parte del film deve fare i confronti con la realtà, con il rapportarsi che da due deve ora passare agli altri, con il lavoro e gli impegni e le gelosie.
Nella sua vita, Adele, cerca di affrontare tutto di petto, finendo però per rimanere ferita dalla sua stessa spavalderia, timida e fragile, non più bambina ma non ancora adulta, che rifugia nel cibo la sua tristezza e la sua voracità, che trova una scuola che la alimenta -e con che professori!- e dei genitori che la amano.
In tutto questo non ci si può che immedesimare, facendo un plauso enorme all'attrice che gli presta anima e corpo e che si fa tutt'uno con lei: Adèle Exarchopoulos. Allo stesso modo, la sconvolgente Léa Seydoux, interpreta, o meglio si incarna, nell'Emma artista ribelle e dolce, creando un'alchimia unica con l'altra protagonista e portando a noi pubblico delle performance da brividi. Le due non si risparmiano, né nelle scene -lunghe e quanto mai esplicite- del sesso, né nel far riversare le loro emozioni, con la passione e il pianto che sgorgano incontrollabili e che noi affrontiamo con la camera a pochi centimetri, con quei primi piani che incorniciano capelli, cibo e amplessi in tutta la loro estatica bellezza.
Kechiche compie così un film che è un fiume in piena, che con la sua durata e con la sua realtà palpabile, avvolge e riempie, lasciandoci attoniti e travolti alla sua fine.
Un film che è fuori dal tempo, in cui a brani contemporanei fanno da contraltare l'assoluta assenza di mezzi tecnologici e di connessione, come di chiari riferimenti temporali, come a ribadire che questa storia è universale, può accadere, è accaduta e accadrà in continuazione.
Nulla è lasciato al caso, comunque, nemmeno la parte tecnica che si compone di una fotografia spettacolare (vedasi il nuovo header del blog), una colonna sonora altrettanto emozionale, e un'attenzione cromatica, con quel blu caldo che fa sempre capolino a sorprendere (Le bleu est une couleur chaude è il titolo della graphic novel da cui è tratto).
Ancora una volta, più che con Venezia e con l'Academy, il mio cuore è in simbiosi con Cannes, e dopo essermi ritrovata a piangere in macchina uscita dalla sala, posso dire senza troppi timori non solo di aver visto un gran film, ma con tutta probabilità il più bello dell'anno!
Devo ancora recuperarlo, ovviamente da me è arrivato poco e male questo film... ma non vedo l'ora di riuscire a vederlo!
RispondiEliminaStranamente da me, invece, due settimane al multisala+prossima serata singola in rassegna+un weekend nel cinemino d'essai!
EliminaMi spaventa sapere cosa succederà nelle prossime settimane per rimediare a tanta fortuna!
film meraviglioso
RispondiEliminaExarchopulos nella mia personale storia del cinema
recensione bellissima
Grazie! Quel faccino di Adele è entrato dritto dritto nel mio cuore!
Eliminaattendo di vederlo con enorme curiosità...
RispondiEliminaE io attendo di sapere la tua opinione, dopo che mi hai bocciato Amour ho paura...
EliminaCi avrei scommesso tutto che lo piazzavi in cima alla lista delle preferenze.
RispondiEliminaSicuramente uno dei migliori dell'anno...noi gli abbiamo dedicato pure due recensioni!
Sono così prevedibile? Eh, se un film è bello non posso resistergli! Vengo a leggervi, ho voluto andare in sala senza nessuna opinione prima!
EliminaGrande recensione!! il film purtroppo non sono ancora riuscito a vederlo... dalle mie parti non lo ha proiettato nessuno... "stranamente". Appena riesco a reperirlo me lo vedrò senz'altro.
RispondiEliminaGrazie! Come ho scritto sopra, io sono stata anche troppo fortunata con le programmazioni, e aspetto anche la tua opinione, sperando sia positiva!
Eliminanon so se sia il migliore, comunque un ottimo film
RispondiEliminaPer me al momento sì, batte un certo Gatsby e certe visioni veneziane che stavano belle in alto... vedremo se nei prossimi 2 mesi uscirà qualcosa di migliore!
EliminaOttimo post davvero, sentitissimo!
RispondiEliminaNon vedo l'ora di vederlo, adoro Kechiche!
Grazie mille, scindere la sfera personale con questo film è stato impossibile!
EliminaSperando non ci siano bottigliate, io potrei anche recuperarmi la filmografia di Kechiche che mi manca, invece.
La tua recensione è splendida e profondamente sentita. Non posso che farti i complimenti.
RispondiEliminaIo però, in tutta onestà, non sono riuscito a vederci il capolavoro: è un film strano e complesso, fatto di due parti ben distinte e molto diverse tra loro. Il primo capitolo, a mia modesta opinione, è piuttosto schematico e morbosetto: c'è una fastidiosa insistenza sulle scene erotiche che trovo necessarie ma esageratamente prolisse e crude, a discapito di una sceneggiatura che lascia insoddisfatte molte domande: come viene accolta dalla famiglia l'omosessualità di Adele? Come cambia la sua vita, soprattutto a scuola, dove le voci corrono ? Come riesce a diventare maestra elementare stimata da tutti, vincendo ogni pregiudizio?
Nel secondo capitolo, invece, totalmente scollegato dal primo, assistiamo a un altro film: e qui finalmente la pellicola decolla, indagando sul rapporto di coppia e la fragilità del carattere e dei sentimenti delle due protagoniste. Profonda e stringente. Esemplare il finale. Due film in uno: facendo la media siamo ben oltre la sufficienza ma anche ben lontani dal capolavoro...
Ho letto la tua opinione, e sì, le due parti sono nettamente divise ma Adele è sempre coerente con se stessa, mostrando una crescita e una maturità ma non per questo uno sconvolgimento della sua persona. Non mi sono posta troppe domande, invece, sulle persone "scomparse" visto il rapporto esclusivo e quasi dipendente da Emma e le paure di essere giudicata dagli altri, credo che Adele le abbia semplicemente escluse.
EliminaFinale da cuore straziato, con la somma totale per me molto alta!
Sai come la penso...;)
RispondiEliminaquesto film lo voglio vedere, solo che dalle mie parti è difficile che lo fanno :( purtroppo
RispondiEliminaL'ho visto anch'io, finalmente. Allora, io non sono un tipo da "film da Festival", quindi non è che mi aspettassi chissà quale entusiasmo, da parte mia, ma è un bel film. Indubbiamente. Più per il grande critico di turno, forse, che per lo spettatore medio, ma bello. Non è pretenzioso nemmeno un po'. Tanto lungo, tanto semplice, tanto onesto. Alcuni momenti sono bellissimi, altri superflui, ma il titolo dice tutto. E' la vita, con i suoi alti e bassi, con i suoi pregi e i suoi difetti. Giovanile e immediata la prima parte, triste e adulta la seconda: il litigio tra le protagoniste e uno degli incontri finali, nel ristorante, sono tra i momenti più intensi di tre ore di pellicola. A caldo, così, ho fatto una strana associazione di pensieri: Someone like you, la canzone di Adele, e il pianto di Giovanna Mezzogiorno in una scena dell'Ultimo Bacio. Tra le due, ho apprezzato più Emma, la ragazza dai capelli blu: uno strano mix tra Marion Cotillard, Vanessa Paradis e il David Bowie di Life on Mars. Fanno scandalo le scene di sesso - insistenti, lunghe, esplicite - ma, per il resto, è un film molto delicato, che cammina in punta di piedi. Credo che lo ricorderò, e che ci penserò su ancora.
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