Concludiamo questa settimana d'agosto dedicato alla leggerezza di Zoe Kazan proprio a ferragosto, consigliando quindi un film che già dal titolo suona carinamente perfetto.
O no?
Bè, forse qui la leggerezza viene messa da parte, perchè quella che ci viene raccontata è una rinascita che parte dal peggiore dei casi: una morte.
Laurel e Audrey sono gemelle omozigote, identiche in tutto, apparentemente, perchè tanto una è timida e goffa, nascondendosi dietro lunghi capelli, dentro lunghi vestiti di una madre che non c'è più e accudendo un padre che la dà quasi per scontata, tanto l'altra è indipendente, affermata come agente immobiliare in città, bellissima e sicura di sé, internamente ed esternamente.
Non c'è invidia maligna però a dividerle, c'è quell'amore fraterno che caratterizza i gemelli, e per questo Audrey torna a casa nel giorno del loro compleanno, per svegliare Laura dalla sua vita di clausura, per portarla con sé lontano da quadri da copiare, per farle iniziare una nuova vita.
Questa inizierà, è vero, ma senza Audrey, perchè sarà lei a morire in un incidente stradale, lasciando Laurel inizialmente priva di memoria, con il suo taglio di capelli ancora fresco di parrucchiere che per primo confonde i medici e il padre stesso, scambiando la sua identità.
Da qui inizia la sua nuova vita, una vita che la vede approdare in città, nel suo appartamento, conoscere il suo amante e soprattutto il suo vicino di casa, una vita che però appartiene ad Audrey, che lei si finge, giustificando la mancanza di ricordi e le gaffe con l'incidente.
Va da sé che scoppierà anche l'amore, quello vero, per quel vicino che Audrey non sopportava, ma la verità, come si suol dire, ha le gambe corte, e Laurel per iniziare e per avere davvero qualcosa di suo, la verità la dovrà affrontare.
Gli ingredienti di una commedia indie ci sono tutti: abiti dal sapore vintage, inquadrature geometriche e fisse, situazioni teneramente dolci e weirdo, protagonisti stralunati e unici.
Zoe Kazan nel doppio ruolo che riveste si dimostra ancora una volta icona ispiratrice di un genere, e questa volta l'alchimia che si instaura con un Jake Johnson abituato a stare con bellezze particolari (da Zooey Deschanel in New Girl alla Olivia Wilde in Drinkin Buddies) è di quelle che funziona.
Non manca ovviamente una musica doc che soprattutto nel finale sottolinea bene quanto emotivamente stia accadendo alla protagonista, in un finale che però sembra un po' troppo frettoloso e risolutivo, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Ma visto che è ferragosto, e visto che la voglia di leggerezza è un obbligo, The Pretty One è davvero il film più carino per una simile richiesta.
Ecco, questo è l'unico del giro che mi manca.
RispondiEliminaRecupero. Poi due Zoe, oh.
Non il mio preferito con la Kazan, ma comunque sia davvero molto carino!
RispondiEliminaCaruccio ma, come sottolinei te, il recupero finale è troppo frettoloso. Senza contare che a livello di regia presenta diverse pecche.
RispondiEliminaComunque a Kazan le si perdona tutto <3
Chiuso un po' troppo di fretta però un film carino per il suo genere!
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