È un film strano, Manchester by the sea.
È un film strano perchè parte con il più classico espediente della commedia americana, la morte di un fratello tanto diverso, l'accollarsi il figlio di lui -il proprio nipote- pur non essendo propriamente il più adatto al ruolo.
È un film strano, però, perchè quello che è lo spunto di una commedia, commedia non è, ma anzi: quel fratello, che non c'è più, aveva una malformazione cardiaca che lo spossava, lo portava spesso ad essere ricoverato e abbassava la sua aspettativa di vita, e perchè questo fratello, era sposato con un'alcolizzata, perchè il loro figlio, ora orfano, deve fare i conti con l'assenza. E poi c'è lui, Lee Chandler, quel Lee Chandler, che tutti a Manchester conoscono, che nel suo passato nasconde un dramma di quelli indicibili, di quelli a cui sopravvivere sembra impossibile.
Così, due solitari, due introversi, come Lee e il nipote Patrick, si ritrovano a dover affrontare un lutto annunciato ma non per questo facile, reso ancora più difficile dall'impossibilità di poter chiudere a dovere quel cerchio, con il terreno troppo ghiacciato per procedere con il funerale. Si ritrovano a dover convivere sotto la stessa casa, e a decidere che fare, dove vivere, come vivere assieme, cercando di seguire le volontà di chi non c'è più, che però non sa quanto possa essere difficile venire a patti con se stessi, con il proprio passato.
Allora, ti immagini un film strappalacrime, un mattone pieno di pathos e sentimento, con tante, troppe tragedie, da raccontare.
E invece, Manchester by the sea sorprende di nuovo, per il tocco leggero con cui queste tragedie le racconta, per il giusto dosaggio, tra drammi e improvvise ventate di ironia, di situazioni paradossali che un sorriso lo fanno spuntare anche nel peggior momento possibile.
Un affronto? Uno sminuire forzatamente il dramma in questione?
No, perché l'equilibrio è perfetto, perché la combinazione tra due caratteri quanto mai simili come quello di Lee e il nipote Patrick, che il lutto lo affrontano a modo loro, immergendosi nell'alcool, nei ricordi di quella cittadina da cui si è fuggiti, annientandosi giorno dopo giorno, o spassandosela con due ragazze contemporaneamente, mettendo da parte, almeno per un po', quel vuoto.
Perché si sa che i conti prima poi si presentano, che le lacrime sgorgano, che con quel passato, ci si scontra per strada, con delle scuse.
Sorprende di nuovo, Manchester by the sea, quando decide di non chiudere il cerchio che ha aperto, di lasciarci in sospeso, senza bisogno di un lieto fine, di una soluzione definitiva, perché così è la vita, che trova la sua via, il suo modo, per far scorrere il dolore, il tempo.
È un film strano, Manchester by the sea, un dramma che non è totalmente un dramma, che ha la capacità di far emergere una volta per tutte il talento del fratello Affleck -Casey- non solo più bello ma anche più espressivo, e si passeggia con lui, si guida con lui, ci si annienta e ci si rimpicciolisce, con lui, affrontando di petto, sommessamente, il peso della situazione con una naturalezza che sembra prendere spunto dalla realtà.
Ad affiancarlo, un Lucas Hedges da tenere d'occhio e una Michelle Williams penalizzata da un ruolo marginale, ma non per questo da sottovalutare.
È un film strano, insomma, Manchester by the sea, che ti entra dentro e che vive a giorni di distanza dalla visione, che ha dalla sua una regia equilibrata, una sceneggiatura di contrappunti da premiare.
È un film bello, insomma, Manchester by the sea.
Regia Kenneth Lonergan
Sceneggiatura Kenneth Lonergan
Musiche Lesley Barber
Cast Casey Affleck, Lucas Hedges,
Michelle Williams, Kyle Chandler
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E' strano e bello, sì. Forse, il mio preferito in gara, senza nulla togliere alle magie di La La Land. Semplicemente, questo mi è più vicino e le ulcere le ricordo tanto quanto le belle canzoni. Eppure, come ho detto parlando di un Demolition, non sempre il modo in cui un certo cinema parla del lutto, del dolore, mi piace. Ormai, a tratti, ne parlano tutti allo stesso modo. Tranne Lonergan (con gli adagi di Albinoni, che mamma mia), autore e regista che approfondirò. :)
RispondiEliminaApprofondirò anch'io, ma a scalzare La La Land non ce l'ha fatta nel mio cuore, anche se riesce a essere strano e bello in un territorio tanto minato come quello dell'elaborazione del lutto.
EliminaSarebbe interessante vedere il trailer della pellicola rifatto in chiave comedy... :)
RispondiEliminaUn film che sa sorprendere, pur non essendo in apparenza qualcosa di così fuori dall'ordinario.
Sì, è proprio strano ed è proprio bello.
E non sarebbe neanche troppo difficile visti i tanti momenti comedy che smorzano i toni, ti ci metti tu a farlo :)?
Eliminanon l'ho ancora visto, però sul fatto che l'unico che sappia recitare in casa Affleck sia Casey direi che siamo tutti d'accordo! :)
RispondiEliminaOh sì, e aggiungerei anche il più bello, senza bisogno di mascellone e mono-espressione :)
EliminaIl cinema di Lonergan è fatto di attori, secondo me è questa la carta vincente di Manchester By the Sea. Senza la bravura di Affleck (non Ben, ovvio muahuahahaua) e company, sarebbe uscita una soap opera indigesta. Di Lonergan sarebbe bello vedere la piece This is Our Youth (mi sembra che Casey Affleck abbia partecipato a una versione dopo Matt Damon), magari come prossimo film, eh signor Lonergan? :-)
RispondiEliminaDi Lonergan ora vorrei recuperare Margaret, ma spero si faccia vivo presto con nuovi progetti. Oltre agli attori, poi, a salvare dal rischio "strappalacrime" è una sceneggiatura molto molto equilibrata, che non sbava mai nel patetico o nel troppo irriverente, sì, la stoffa c'è tutta.
Eliminanon è il mio genere, infatti per me non vive a giorni di distanza dalla visione. Ma riesce ad essere verosimile in un modo sorprendente e anche la direzione degli attori va in questa direzione.
RispondiEliminaEsatto, diciamo che il rischio di cadere in soliti cliché e soliti piagnistei è evitato alla grande, poi sì, si deve avere una propensione al dramma e alla malinconia, cosa che purtroppo o per fortuna, ho.
EliminaPer essere bello è bello, lo riconosco. Però leggero no, Lisa... anzi. Due ore e mezza (quasi) di lacrime e disgrazie, una pesantezza disumana! Bello eh, ma non lo rivedrei nemmeno se mi pagassero! :)
RispondiEliminaAllora siamo pari visto che questo lo rivedrei anche subito, per riprendere un certo mood, mentre Silence e la sua pesantezza infinita, nemmeno se fosse l'unico film disponibile su un'isola deserta ;)
EliminaCome sai, la pensiamo in modo simile.
RispondiEliminaUn film doloroso, ma anche un film bello e carico, a suo modo, di speranza.
Esatto, senza per questo aver bisogno di un lieto fine o di chiudere il cerchio.
EliminaMi piace che sia strano (e bello)! Lo vedrò, specialmente adesso che Affleck junior ha vinto l'Oscar
RispondiEliminaUn Oscar meritatissimo il suo, vedrai, la sua interpretazione è così naturale da far star male.
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