Film ungherese.
Ambientato in un mattatoio.
Con protagonisti due solitari diversi: lei, Maria, probabilmente affetta da autismo, non parla con gli altri e dagli altri non vuole farsi toccare, legge e capisce però le emozioni di tutti e tutto si ricorda, lui -Endre- è uno dei capi di quel mattatoio, evita di scendere nei piani bassi, quelli della produzione, di vedere sangue e animali, e ha quel braccio, fermo e immobile, a renderlo diverso.
E già pensi: quanta pesantezza!
Quanta pesantezza nel raccontare sempre gli ultimi, sempre i diversi, sempre quelli presi in giro dagli altri, anche quando finiscono per conoscersi e riconoscersi nella loro diversità. Che pesantezza quegli animali mandati al macello, il loro sguardo vitreo, le loro paure, metafora nemmeno troppo sottile della condizione dei protagonisti.
Ma, come sempre, c'è più di un ma, di quelli decisivi che mi porteranno a tifare la notte del 4 marzo per Corpo e Anima, per l'Oscar al miglior film straniero.
C'è che non ti aspetti da un film ungherese ambientato in un mattatoio tanta bellezza, tanta poesia. Tanto amore, soprattutto, di quello candido, di quello degli ultimi, appunto, che l'amore non pensavano di poterlo conoscere, nemmeno sapevano come descriverlo, e quando finalmente lo trovano, nell'altro, ovvio, ma anche solo ascoltando la canzone giusta, restano come noi a bocca aperta.
Ad avvicinare Maria e Endre sono dapprima i loro sogni. Entrambi, senza saperlo, la notte si trasformano in cervi, vagano per la foresta innevata, si incontrano, si sfiorano, si seguono. Non sanno di condividere una simile fantasia, finché lo psicologo aziendale non vede nei loro racconti uno scherzo di cattivo gusto ai suoi danni e ai suoi metodi di indagine. Mentre loro, un po' spaventati, un po' incuriositi dalla vicenda, iniziano ad avvicinarsi, a cercarsi, anche al di fuori di quella foresta, dei loro sogni.
C'è dell'altro però oltre il racconto strano di uno strano amore, c'è un'umanità che prende poco a poco piede, con personaggi di contorno che offrono momenti di distensione e di leggerezza, c'è un mattatoio dove il calore, anche quando c'è del sangue, ci sono degli escrementi, della carne, da pulire, esiste, e c'è una scoperta, un ritrovamento, un ritorno e un approcciarsi alla vita.
Certo, non tutto torna nel film di Ildikó Enyedi, quelle scene spietate che mostrano un po' per volta le varie fasi della macellazione, per quanto metaforiche sembrano fin troppo gratuite, per shoccare, per stupire.
I due personaggi non ispirano simpatia fin da subito, poi, spigolosi, diversi, solitari come sono. Ma quando gli angoli si smussano, quando gli animali vengono messi da parte per concentrarsi su loro, su Maria e Endre, sullo strano sentimento che sta nascendo, tutto torna nei giusti binari.
E aiuta così una fotografia di quelle nitide, di quelle che inquadra la scena dall'angolazione giusta, anche quando diversa e così più suggestiva. Aiutano due protagonisti perfetti, tra il malinconico Géza Morcsányi e la spaesata, naive, intensissima Alexandra Borbély, e aiuta infine la scelta giusta per la canzone giusta, quella che possa spiegare e far sentire a Maria cos'è l'amore.
Laura Marling, cantando What He Wrote lo fa sentire anche a noi, che possiamo così continuare a sognare, e a stupirci, a risvegliarci abbattendo pregiudizi.
Regia Ildikó Enyedi
Sceneggiatura Ildikó Enyedi
Musiche Ádám Balázs
Cast Géza Morcsányi, Alexandra Borbély
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Voto: ☕☕☕/5
Io sto ancora pensando: Quanta pesantezza! :)
RispondiEliminaCe la farà a farmi cambiare idea?
Io credo proprio di sì, se si chiudono gli occhi -come mi è toccato fare- sulle parti al macello, resta una bellissima storia di crescita e amore. Nemmeno troppo radical chic ;)
EliminaMi vergogno un po' a dire che non ne avevo sentito parlare :D Deve essere un film molto molto particolare. Magari lo recupero, grazie :)
RispondiEliminaÈ uscito nel pieno delle vacanze natalizie, quindi in realtà schiacciato dagli altri filmoni è come se non fosse uscito. Io l'ho recuperato solo per la nomination, e per fortuna visto quanto sa emozionare e coinvolgere. Una vera sorpresa.
EliminaTi ho letto il giorno stesso e che dire, sembra roba un po' mia.
RispondiEliminaMi metto in cerca, grazie. :)
Sì, è uno strano, intimo, e ancora una volta strano film per noi che arriva dritto dritto dall'Ungheria. Chi poteva dirlo?
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