"Né l'una né l'altra delle sorelle Grimes avrebbe avuto una vita felice...".
Con questo inizio, Richard Yates decide già il nostro punto di vista nella cronaca delle vite delle sorelle Grimes.
Ogni piccolo successo, ogni conquista, ogni amore e ogni nuovo lavoro o prospettiva, faranno tornare a questo inizio, a pensare che forse quella nuova casa in cui ci si trasferisce, quel nuovo ragazzo che si incontra o quel posto di lavoro che si ottiene, non servirà a cambiare il loro destino.
Sarah e Emily, sorella maggiore e minore, sono abituate a spostarsi spesso.
Vivono con la madre, che cerca di sfondare come agente immobiliare in una zona o nell'altra attorno a New York.
Il padre a Manhattan ci vive, scrive i titoli per gli articoli del Sun e per Sarah ed Emily è un lavoro da sogno, importantissimo.
La scoperta che quello non è certo il lavoro dei sogni per il padre, che lui fa "solo" i titoli, non gira il mondo per reportage, non cerca storie da raccontare come i veri giornalisti, quelli importanti, è la prima crepa nella loro infanzia.
Quella che le porterà a mentire agli amichetti, a creare una facciata che non è.
Crescono in fretta Sarah ed Emily, e se la prima sembra la fortunata, quella bella, dal sorriso corretto dal dentista, prosperosa e con già un fidanzato a corteggiarla, è su Emily che ci si concentra.
Non si sposa, lei, non decide di diventare moglie e madre, di preparare cene e rassettare casa in attesa che il marito torni da lavoro.
Studia, Emily, va all'Università diventando l'orgoglio di quel padre che però non l'aveva mai preferita tra le due, trovando la sua strada tra feste, amicizie, uomini sempre diversi con cui instaurare storie più o meno serie che però non porteranno a niente.
Sarah la vede come la sorella importante, quella che abita a New York, che si diverte, emancipata e libera.
Emily si vede come quella che si stanca in fretta, che accetta di buon grado la fine delle sue storie, che cerca di fare altro, di scrivere saggi e articoli, sull'aborto e sulla condizione di essere donna oggi, per poi riporre tutto in una scatola e rimanere "solo" Emily.
Non è così che voleva la sua vita.
E anche se giudica Sarah per la poca cultura, la poca intelligenza, per come il suo corpo cade a pezzi, per come quel marito inizialmente invidiato si rivela sempre più un buzzurro, non lo sa Emily cosa vuole essere.
La sua vita passa come passano gli uomini che la stancano e si stancano di lei.
La sua famiglia cade una tessera alla volta, con lo spettro dell'alcolismo ad accompagnare ogni membro, lei compresa.
Dov'è finita quell'infanzia almeno un po' felice, quei sogni che facevano da ragazze, dov'è andata Sarah che tra le due era la più promettente, la più intelligente, la più preparata?
Impietoso, Richard Yates registra anno dopo anno, caduta dopo caduta, la vita di queste sorelle.
Invidiosa, egoista, ipocrita e depressa, Emily è una figura tragica a cui ci sarebbe molto da rimproverare.
Mostra soprattutto le donne e la loro condizione, facendoci sentire la gioia del sesso, l'illusione di un nuovo amore, l'età che avanza e con questa il corpo che cambia, cade, la ricerca più spasmodica per un cambiamento impossibile.
Con New York a fare da sfondo e da protagonista, si chiude senza cenni di speranza, con una figlia che diventa come la madre che ha sempre giudicato, come il padre che ha sempre rimpianto, con la famiglia evitata come ultima ancora di salvezza.
Sì, la vita delle sorelle Grimes è tutt'altro che felice, nonostante qualche gioia ci sia stata, ed Easter Parade diventa una cronaca asciutta e reale di quelle famiglie apparentemente felici e delle loro crepe.
Dopo non aver mai dimenticato Revolutionary Road, finalmente Yates lo conosco su carta.
Comprato da pochissimo, non vedo l'ora di conoscerlo anche io!
RispondiEliminaPreso solo per completare l'ordine su Libraccio, ma era un incontro che aspettavo da tanto!
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