2 settembre 2020

TENET

Andiamo al Cinema

Da dove si può iniziare a parlare di Tenet?
Il film più atteso, chiacchierato, criticato e analizzato dell'anno o almeno dal post-pandemia?
Quello che è riuscito a risollevare le casse dei cinema italiani, ad attirare nuovamente il pubblico in sala, a darsi come evento?
Iniziamo da quello che subito salta all'occhio, da quello che prevale: il lato tecnico.
La regia di Nolan è la regia di Nolan.
Quella pirotecnica, quella sempre in movimento, quella che sta stretta sui protagonisti per poi allargarsi improvvisa nel silenzio, quella che rispetta geometrie e fluidità dei movimenti.
Quella che in azione mostra il meglio di sé.
È così, prendere o lasciare.

L'occhio di Nolan è accompagnato dall'orecchio di Nolan, e anche se manca il fido Hans Zimmer, il nuovo Ludwig Göransson omaggia a mani basse il compositore riempiendo le scene con i suoi suoni cupi e dando ulteriore adrenalina alle scene d'azione.
E poi?
Poi c'è l'azione pura e semplice.
Quella che ti fa chiedere per tutto il tempo come è stata girata, quanto c'hanno lavorato attori e stuntmen, quanta post produzione c'è.
L'effetto 1917 è garantito, con il nostro occhio a porsi continuamente domande e a cercare indizi.




Ma 1917 aveva anche una storia e un cuore, soprattutto, un'azione che andava avanti per salvare vite.
Pure qui, mi si dirà: si deve salvare il mondo, mica roba da poco.
Ma non c'è cuore.
C'è un freddo gelido attorno alla missione del Protagonista, al Protagonista stesso che resta senza nome.
Si cerca di scaldarlo attraverso un'infatuazione e un senso morale alto, ma l'algida Elizabeth Debicki con l'attaccamento a un figlio che poco si vede (e per cui poco si sente) non riesce nell'impresa.
Nella storia veniamo catapultati immediatamente: un attentato in un'Opera da sventare, segreti da portare fino alla tomba e poi un reclutamento come si deve.
Fatto di criptiche frasi poetiche, di latino e di codici.
E una nuova missione ovviamente, per quel Protagonista che gira il mondo cercando gli acquirenti di plutonio, assoldando un laureato in Fisica, trovando un nemico da battere e una donna da salvare.


Come dite?
007?
Eh, facile pensarlo, facile paragonare la figura di John David Washington alla spia segreta britannica.
Ma qui lo zampino di Nolan esce con la missione di per sé: con quel Tempo con cui si diverte a giocare e a plasmarlo a piacere.
Qui si tratta di paradossi, di tenaglie temporali, di entropia e delle Teorie di Feynman e di Wheeler, avete già mal di testa?
Lo chiede anche un Robert Pattinson per cui ci si continua a sorprendere e che continua a convincere, azzeccando ruoli e interpretazioni, in questo caso con un personaggio su cui si vorrebbe sapere di più.
Perché il problema di Tenet sta anche nel parlare di passato e futuro ma di non includere quelli dei suoi protagonisti, lasciando piccoli gesti e sguardi parlare per loro.
L'unica ad avere un aspetto tridimensionale è Kat, perché pure le motivazioni del cattivone Kenneth Branagh sono alquanto discutibili: "se non io, nessuno".
Mah.


La sensazione nel cercare di bilanciare storia e tecnica, è che Nolan si sia lasciato prendere la mano dal budget a disposizione, girando il mondo per le location migliori, creando esplosioni, caveau, sommosse.
Coreograficamente e scenograficamente bellissime, ma a differenza del suo Inception -con cui il paragone scatta spontaneo- qui l'idea di tempo perde rispetto a quella dei sogni.
Non c'è un Cobb con le sue ferite visibili, c'è un Protagonista che prova la carta dell'ironia, della piacioneria, me resta bidimensionale.
E il fatto di continuare a paragonare un film che doveva essere un unicum come Tenet ad altro è già una risposta su quel che alla fine è.
Freddo senza essere pesante, cervellotico senza essere coinvolgente, nonostante il gran parlarne, distante da discussioni e fanbase, finirò per dimenticarlo in fretta.

Voto: ☕☕½/5

12 commenti:

  1. Il più sarà sopravvivere al gran parlare e ai cori di «GENIO!» (in stile “Boris”) che seguiranno per le prossime settimane e mesi, tutti i pregi e soprattutto tutti i difetti del cinema di Nolan, confido di dimenticarlo molto presto anche io. Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispondo con estremo ritardo ma mi sembra che i cori di "GENIO!" siano stati sostituiti da tanti punti di domanda.
      Per fortuna.
      Io nel mentre l'ho già dimenticato, i 44 film veneziani hanno aiutato ed è stato sostituito dal più intricato Kaufman. Lì si ci vorrebbe una cartina d'orientamento mentale.

      Elimina
  2. Considerando che non mi era piaciuto neanche 1917...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ... tanta tecnica, molto meno cuore. Se a metà strada dei personaggi e della loro impresa non mi interessava niente, qualcosa mi dice che sarà lo stesso per te. Fammi sapere, mi sono persa se nel mentre te lo sei recuperato.

      Elimina
  3. Per quanto mi riguarda la tecnica, da sola, non può mai bastare per salvare un film. Per questo, pur condividendo anche le virgole di quello che scrivi, io sono stato molto più severo nel giudizio. Film gelido, senz'anima e senza cuore, un videogame fracassone che mi ha irritato in ogni modo possibile. Io l'ho dimenticato prima ancora dei titoli di coda...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo sia a suo favore il fatto di non essere nemmeno riuscito ad irritarmi, solo ad annoiarmi nonostante l'attenzione che richiede per svolte piuttosto prevedibili in realtà.
      Un flop (di giudizio) notevole visto quanto ci si è marciato sopra.

      Elimina
  4. Non l'ho ancora visto ma speravo in qualcosa di coinvolgente. Quindi Nolan si è dato allo sterile esercizio di stile? Che tristezza!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo sì, la trama sembra un accessorio complicato per girare tante scene d'azione in luoghi meravigliosi.

      Elimina
  5. Almeno nei film di J. Bond si ciulava...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah! Almeno in James Bond i cattivi avevano spessore...

      Elimina
  6. D'accordo in parte, perché io, ma è una cosa personalissima, difficilmente dimenticherò l'incipi al Teatro dell'Opera, la scena del palazzo che esplode e non esplode contemporaneamente, l'inseguimento/assalto col camion dei pompieri e gli altri mezzi, il dialogo da brividi che avviene alla fine tra Pattinson e Washington, lo stupore del comparto tecnico, la straordinarietà della colonna sonora e del montaggio. Può non bastare per definirlo un film totalmente riuscito (perché sono pur condivisibili i difetti citati), ma per ritenerlo un film mediocre o dimenticabile, secondo me, no.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mediocre vista la tecnica, no.
      Dimenticabile per quanto non coinvolgente, sì.
      Ovviamente per me, che infatti l'ho già dimenticato e rispondo in ritardo a questi commenti.

      Elimina