10 settembre 2020

Venezia 77 - Mosquito State | Listen

Mosquito State

Quanto è strano il mondo della finanza?
A giudicare da Mosquito State, parecchio.
Siamo nel 2007, a un passo dall'esplosione di quella bolla che farà crollare mercati e persone.
Richard esce dalla sua routine e dalla sua solitudine per andare ad una festa, lì conosce una bella ragazza ma lì, soprattutto, viene punto da una zanzara, che porterà a casa con sé e che inizierà a studiare, allevare.
È un nuovo modello quello a cui pensa, che andrebbe a sostituire quello basato sulle api che fa la fortuna della società per cui lavora. Il pericolo, i picchi e i crolli, sono lì come segnale d'allarme che sembra il solo a vedere.
Chiuso nel suo attico gelido e lussuoso, Richard aumenta il numero delle sue zanzare, le osserva, le tiene a bada mentre il suo corpo si riempie di bozzi e bubboni a spaventare i colleghi che non lo stanno a sentire.



Ma che film è, Mosquito State?
Che parte come un documentario a mostrare le evoluzioni di vita di una zanzara, che si divide in capitoli a imitare la loro crescita ed evoluzione?
Polacco come il suo regista Filip Jan Rymsza, ma americano nello stare nel posto più americano possibile, fa di Beau Knapp un corpo in cambiamento.
Troppo strano per cercare di capirlo di più o di apprezzarlo a dovere, sopratutto in un finale in cui la colonna sonora ingombra più del necessario, questo Mosquito State ha un solo insegnamento da darci: non lasciate bicchieri d'acqua di fianco al vostro letto.

Listen

In Italia ha tenuto banco in fase elettorale la vicenda di Bibbiano.
Bambini strappati alle loro famiglie per mazzette e tornaconti personali.
Nel Regno Unito il sistema dei servizi sociali è altrettanto osceno.
Nascono casi che non vengono indagati, vengono prese decisioni da cui non si può tornare indietro, chi a quei servizi si era rivolto per un aiuto si ritrova senza famiglia.
Succede a Béla e Jota, immigrati portoghesi, una figlia sorda, lavori precari.
Pochi i soldi che entrano, tanti i problemi che devono affrontare, e quando dei lividi vengono scoperti sul corpo di Lu, i servizi sociali arrivano e dividono la famiglia.
Senza ascoltare ragioni, senza pensare a quella bambina con le sue necessità e la sua comunicatività, senza richiedere appelli.


I due coniugi si ritrovano così al centro di un sistema più forte di loro e impossibile da battere, la cui ipocrisia e incostituzionalità si vede in continuazione. Chi c'ha lavorato, ne è uscito e ora cerca di aiutare questa famiglia a tornare assieme.
Lungo poco più di 70 minuti, Listen fa arrabbiare e inorridire, denunciando un sistema sbagliato ma che continua a privilegiare chi quei figli per un lauto assegno è disposto ad adottarli.
Nel suo piccolo, con i suoi momenti urlati e di pathos, Listen prova a farsi sentire, prendendo in prestito e omaggiando le armi di Ken Loach.

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