Andiamo al Cinema
È un espediente narrativo consolidato: siamo all'ultimo giorno prima della pensione per un poliziotto.
Cosa potrà mai andare storto?
Tutto, di solito.
Può morire, dando vita a un percorso di scoperta e vendetta per il giovane collega protagonista.
Può essere coinvolto in una brutta storia di crimine, resa ancor più drammatica proprio per il suo essere arrivato a un passo dal traguardo.
Per L'ultima notte di Amore di sta su questo seconda opzione.
Il poliziotto Franco Amore è, va da sé, alla sua ultima notte di lavoro.
La moglie gli ha organizzato una festa a sorpresa, lui arriva sudato da una corsa, ma una chiamata interrompe tutto.
C'è stato un incidente, una rapina, forse, di certo ci sono dei morti fra cui il suo collega.
Parte da qui un percorso a ritroso, che mostra i loschi giri in cui, per guadagnare di più, per ripagare una vita salvata, per aiutare un amico, Amore si lascia coinvolgere.
Con la mafia cinese a tirare le fila e contro cui resistere e che riporta a quella notte, l'ultima notte, mostrando sotto una luce diversa quell'incidente, quella rapina, quei morti.
Siamo in una Milano che sa essere sporca e lussuosa, sa mostrarsi in tutte le sue contraddizioni e in via aerea, mostra anche tutta la sua bellezza.
Siamo in un film che come si dice senza poca originalità e molti preconcetti, non sembra italiano.
È un film di genere, un thriller dalle tinte nere, dove Pierfrancesco Favino dall'accento calabrese si impone sulla scena, rubandola a tutti.
Fisico e rude, in lotta con sé stesso prima che con il mondo.
Ma senza girarci attorno, se L'ultima notte di Amore non sembra il classico film italiano, è per il suo comparto tecnico.
Per la regia di Andrea Di Stefano che sperimenta e osa, per una sceneggiatura che non vuole prendere per mano lo spettatore ma vuole sorprenderlo, una fotografia che allo stesso modo gioca con le luci, con il respiro da concedere, con i punti di vista e soprattutto per la colonna sonora di Santi Pulvirenti che riprende una tradizione spesso dimenticata, facendosi parte integrante del carattere della pellicola.
Psichedelica e misteriosa, cupa e avvolgente, è il fiore all'occhiello di una produzione solida e decisa.
Di genere sì, ma di qualità.
Voto: ☕☕☕½/5
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