15 settembre 2023

My So-Called Life

#LaPromessa2023

È la settimana del grande rientro a scuola, e quella in cui mantengo promesse grazie alle vacanze estive.
Prima dei lacrimoni di Dawson's Creek, prima della vita ricca e tragica di The O.C. o Gossip Girl, prima degli eccessi di Popular e Life as we know it (le ricordate anche voi, vero?), prima di Netflix e di Tredici e Skam, in contemporanea con i toni da soap opera che sessualizzava gli adolescenti di Beverly Hills, c'era My So-Called Life.
Una serie che con una sola stagione ha influenzato sceneggiatori e produttori, ha dato spessore a un genere e che soprattutto lo ha inquadrato.
Portandoci a Dawson, a Ryan, a Serena e tutti gli altri.


My So-Called Life arriva nelle TV americane il 25 agosto 1994 e cambia tutto.
Per la prima volta, un telefilm (oh, sì, siamo in quegli anni) che parla di giovani con il linguaggio dei giovani, che mostra le loro insicurezze, le loro paure, i loro pensieri.
Non solo storie d'amore romantiche e romanticizzate, ma problemi veri, che coinvolgono anche gli adulti che prendono il loro spazio dimostrando che nemmeno crescendo i problemi finiscono.
I personaggi sono infatti quelli che poi abbiamo imparato a conoscere e ritrovare: una protagonista timida che cambia, un'amica scatenata che va oltre i limiti, un migliore amico comprensivo che nasconde i suoi guai, l'ex amica gelosa e più matura, il vicino di casa sfigato e ovviamente il bello, bellissimo, oggetto del desiderio di molti.


Siamo nel 1994, certo, ma si parla di bullismo, di coming out e omofobia, di alcolismo e di violenza nelle scuole.
Temi ostici, con le pistole che entrano nelle scuole anni prima di Columbine e un protagonista dichiaratamente gay che chi se ne fa un vanto oggi, dopo 30 anni, sottolinea solo come poco sia stato stati risolto a livello di rappresentanza, o che certe caratterizzazioni siano ancora discusse e necessarie. Andate a dirlo a Rickie, che si trucca, si difende, si diverte, viene cacciato di casa e finisce per vivere per strada. A lui, e a Wilson Cruz che lo interpreta e che ha portato parte della sua vita su piccolo schermo.
Andate a dirlo a Rayanne che vive la sua sessualità in modo libero, senza legami, anche se cadendo nel circolo vizioso del bere diventa una scheggia impazzita non sempre facile da sopportare.


My So-Called Life tiene conto dei giovani, Winnie Holzman la scrive coinvolgendo gli attori, e finisce per ringraziare la nipote di uno sceneggiatore che ha fatto da scintilla e su cui il personaggio di Angela in parte si basa: apparentemente studiosa e seria, dà una scossa alla sua vita cambiando colore dei capelli, amicizie e cercando di avvicinare il bello della scuola, finendo per essere soggiogata dal suo voler mantenere segreta la relazione, cambiando e maturando. Siamo dentro la sua testa e alle sue riflessioni, anche se lascia il comando al vicino di casa perdutamente e vanamente innamorato di lei in un episodio definito da molti il migliore della serie (Life of Brian, 1x11)


Poi ci sono gli adulti, genitori presenti e assenti, impegnati al lavoro o a reinventarsi una vita ai fornelli, capaci di tradire e tornare sui propri passi.
E infine, ci sono anche i professori, che capiscono e salvano chi riconoscono in difficoltà (un giovane Jeff Perry) o che cambiano vite (The Substitute, con quell'aria da Attimo Fuggente che diventa ovviamente il mio episodio preferito).
Ma ci sarebbe anche l'episodio natalizio So-Called Angels (1x15) con un angelo che ha la voce di Juliana Hatfield ad accompagnare in una favola di redenzione che porta alla commozione, o l'episodi di Halloween (1x09) con un fantasma di un adolescente depresso a mettere i brividi, o un semplice Weekend (1x18) con casa libera che diventa l'occasione forzata per rinsaldare un'amicizia rotta.


A vederlo oggi, con la moda anni '90 che impera, sembra di stare tra i corridoi delle nostre scuole.
Camice di flanella, colori chiassosi, jeans extralarge.
Alcool e droghe, musica e feste.
Mancano i cellulari, ma ci sono i telefoni fissi, ci sono i lunghi pomeriggi passati a casa degli amici, con inviti a cena rubati e pigiama party improvvisati.
Poco è cambiata, la vita dell'adolescente.
Che si sente giudicata e non capita, che non sa cosa vuole essere o chi è.


È una serie importante My So-Called Life, e non solo per aver lanciato le carriere di Claire Danes e di Jared Leto, belli e impossibili da decifrare.
Lei, che sa essere bella e meno bella, perfetta e trasandata, adulta e bambina, e che in TV continuerà a splendere. Io ancora non dimentico Fleishman a pezzi e ne approfitto per pubblicizzarlo ora che sta comodo su Disney+.
Lui che sa di essere bello, che gioca e fa del fascino misterioso quel genere che non smette di affascinare nemmeno a adolescenza finita.
Ritenuta fonte di ispirazione da Joss Whedon per le prime stagioni di Buffy, da Alan Ball per i toni di Six Feet Under, e che finisce da anni nelle classifiche delle migliori serie TV di sempre.
E allora, com'è che abbiamo solo 19 episodi?
Com'è che ci lasciano in sospeso, con un amore ancora non risolto, con un tradimento che potrebbe rovinare tutto, di nuovo?
Un solo colpevole non c'è. 


È stata definita una tempesta perfetta fatta di ascolti non alle stelle, di una riluttanza da parte di ABC a rinnovarla, con Claire Danes non sicura di voler tornare nel ruolo e doversi dividere tra set e scuola e la stessa Winnie Holzman riluttante ad andare avanti senza la sua protagonista.
Chiuderla così, in sospeso, viene visto come un gesto poetico.
Come una metafora dell'adolescenza che finisce sempre malamente, ma si rimpiange di non poter vedere Patty e Graham divorziare, Angela cercare conforto tra le braccia di Brian e Sharon alle prese con una gravidanza.
Poco male, viene da dire, certi temi e certe trame sono state usate e sempre saranno usate dai teen drama, che grazie a My So-Called Life hanno acquistato una voce e uno spessore. 
Creando un genere che non smette di appassionare gli adolescenti di ieri e di oggi.

1 commento:

  1. Ottimo post, che rende giustizia a un telefilm che ai tempi purtroppo non ha avuto giustizia.

    Una così-chiamata pietra miliare di un genere anch'esso spesso sottovalutato, e che invece ha segnato la vita di tutti. Anche di chi si rifiuta di ammetterlo :)

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