18 agosto 2025

Brenta Connection

Andiamo al Cinema (Estivo)

Una storia così strana da far parlare un intero paese e arrivare fino ai telegiornali locali.
Degli amici così appassionati di cinema da provare a farne un film.
La storia è quella che nel giugno 2022 ha tenuto banco in bar, apertivi, cene e pause caffè di Chiampo (VI) e non solo: una fotocopiatrice andata al macero che conteneva un milione di euro.
Gli amici sono quelli di Anima Film, che hanno preso questa storia o meglio, il suo finale, per ricamarci la trama di Brenta Connection, girato in lunghe notte dopo i lavori -veri-, chiamando amici, attori locali, usando il loro paese e i paesi limitrofi come sfondo.
L'hanno definito una commedia pulp, veneta al 100%, e da veneta non sempre fiera della sua terra, questa volta posso portare alta la bandiera di questo film che è un tutto-in-una-notte, girato in dialetto, girato in un'economia che non si sente e con tanta passione.


Brenta Connection è soprattutto un racconto corale che finisce proprio in quel macero, nella piazzola di un ecocentro dove finisce una fotocopiatrice piena zeppa di soldi, che possono cambiare la vita ai netturbini poco acuti, la possono rovinare a chi lì teneva i conti in nero, provocando situazioni buffe e strane e folli ai personaggi che loro malgrado si ritrovano invischiati: un innamorato americano, una cam-girl impenitente, un figlio di papà, una scafata padovana, e l'aggiustatutto del Sindaco.
Figure che sono volutamente dei cliché, per storie che pescano a mani basse sul vissuto di provincia, sui piccoli paesi in cui si mormora sempre, in cui ci sono i beoni del bar, i contadini imbestialiti con il mondo, le amanti e i faccendieri e i traditori che in una notte si sfiorano e si scontrano.
Vita di provincia, in una notte tutt'altro che tranquilla.


In una proiezione zeppa per un'estate che porta il tutto esaurito in giro per piccoli e grandi cinema, in una sala divertita e appassionata, devo ancora decidere se ho apprezzato più i dialoghi con tempi comici che il dialetto in cui non riesco a pensare e che a malapena riesco a usare senza imbarazzo, dicevo, tempi comici che non sapevo potesse avere, o la fotografia, di una notte piena di luci al neon, di luoghi deserti che si sposano con il racconto pulp e nero.
Poi ci sono gli attori, che quell'accento e quel dialetto lo maneggiano perfettamente, e ci sono le musiche, anche queste di band locali, quelle che suonano nei bar dietro casa, quelli che danno senso a certe serate e che fanno da colonna sonora a intrighi, intrallazzi e scontri di destino.


Cristian Tomassini e Silvio Marotta che il film l'hanno diretto e scritto sperano di poter far uscire dai confini regionali il loro Brenta Connection, che nonostante la provincia, nonostante il dialetto, ambisce e può arrivare lontano.
Io lo spero con loro, che i sottotitoli siamo abituati a leggerli, anche se si perde buona parte della bellezza che c'è, per davvero, nel veneto.

Voto: ☕☕½/5

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