19 agosto 2025

Napoli-New York

Andiamo al Cinema (Estivo)

Napoli
La povertà del dopoguerra, la solitudine del dopoguerra, i tentativi di farcela, di raccattare soldi e cibo, in ogni modo, nel dopoguerra.
Un dopoguerra raccontato a misura di bambino, di Celestina, una delle tante orfane di guerra, chiamate a crescere in fretta, farsi furbe e cercare di salvarsi.


New York
La città che si sogna, che sembra il paradiso in cui crescere felici e non più soli, una città distante ma forse nemmeno troppo, con una nave attaccata al porto di Napoli in cui è facile salire, ancora più nascondersi e approdare in quel nuovo mondo che così paradisiaco non sembra.
Razzismo, emarginazione, diffidenza e incomunicabilità si fanno largo fra strade affollate e una verità amara stordisce verso quella sorella con cui ci si doveva riunire.


Gabriele Salvatores si è trovato fra le mani un soggetto nientemeno di Federico Fellini e di Tullio Pinelli.
Una storia degli anni '40 chiaramente influenzata dal neorealismo e da quel cinema di guerra e poi di dopoguerra che ha fatto scuola in Italia.
Riprende lo stile, lo omaggia e lo cita fra le strade di Napoli, per poi approdare a una New York più da favola in quella che in fondo è una favola a lieto fine.
Cambiano i colori, le decorazioni, le musiche.
Ma Napoli-New York con la sua doppia faccia non è certamente felliniano e stranamente nemmeno salvadorese, se si può dire, è un film a suo modo classico che conquista con facilità grazie a una protagonista bambina dal faccino duro e la sofferenza che ne emerge e il solito è solido Pierfrancesco Favino.


Un film classico, chiamato a piacere senza difficoltà e che calca la mano tra snodi giudiziari e giornalistici che non ti aspetti e che alludono senza troppo nasconderlo ai temi femministi e propagandistici di oggi.
Nonostante lo zucchero, nonostante il sentore di finzione, resta un film che riesce a funzionare in sere d'estate che non chiedono molto di più.

Voto: ☕☕½/5

1 commento:

  1. A me è piaciuto. Il ghepardo (o quello felino fosse) era un po' felliniano, dai.

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