28 ottobre 2019

Il Lunedì Leggo - Il tempo dell'attesa di Elizabeth Jane Howard

Alla fine, la guerra è scoppiata.
Non sono bastate le promesse e i voti, non sono bastate le parole di fiducia e gli accordi stretti da Charmberlain.
Si è in guerra con i tedeschi e stare a Londra fa paura.
Il rischio bombardamenti è alto, Home Place diventa così il rifugio di tutti i Cazalet, con gli uomini costretti a fare avanti e indietro dalla città per continuare i loro affari nel legname, con le donne chiamate a portare pazienza, a cercare di aiutare come si può: negli ospedali del circondario, nelle faccende domestiche visto il numero degli ospiti presenti.



La guerra scoppia e cambia lo stile del romanzo stesso, che si concentra sulle tre ragazze maggiori di casa Cazalet: Louise, l'aspirante attrice, a tratti egoista e superficiale, a tratti spaventata da quella casa e da quel padre da cui vuole allontanarsi. Clary, la piccola Clary che ha messo da parte il suo sogno di essere scrittrice, almeno per ora. Ora non può che sperare e inventare storie che riguardano il padre disperso, che possano lenire il dolore di ritrovarsi orfana, con una piccola sorellastra da accudire, una matrigna che a sorpresa diventa l'unica a capire il suo dolore, a sperare con lei un vano ritorno. E infine Polly, la bella Polly che della sua vita non sa che fare. Non ha più gatti, ma ha genitori che le nascondono verità, ha un futuro ma soprattutto un presente che non sa come occupare.
Si danna e si tiene tutto per sé, ascolta i lamenti e le storie di Clary, sostiene un padre che non può dire all'amata della sua malattia, e aspetta.


Le tre giovani ragazze Cazalet, così diverse le une dalle altre, si fanno così le voci portanti di quello che nei primi anni di guerra succede. Invitate a questo -tra lettere e diari- da quella Miss Milliment tanto povera quanto intelligente e acuta, nell'osservarle, nel capirle.
Una guerra che non si sente e non si vede, si combatte lontano imprigionando in una noia difficile da colmare.
Finché gli aerei non si palesano, le bombe in città iniziano a cadere.
Il resto della famiglia sembra non cambiare, imprigionato in una casa sempre più diroccata e decadente, non abituata ad affrontare gli inverni e i tanti ospiti.
Ma, poco a poco, questi ospiti cambiano: Villy scopre l'amore seppur impossibile, Christopher -il fervente pacifista- cade in depressione, e Zoe: che si ritrova madre e forse vedova, che deve fare i conti con quel tradimento mai dimenticato e che trova conforto inaspettato nel rendersi conto della sua vanità, nel trovare negli altri -più sfortunati di lei- e in quella figlia che non voleva, la forza per migliorarsi.
Resta quindi Edward, il viscido traditore, l'unico da odiare.


Il secondo romanzo, con le voci femminili più forti, diventa forse meno scorrevole e meno collettivo nella narrazione, in cui ancora una volta alla domanda: "Di cosa parla il secondo volume della saga dei Cazalet?", si risponde sempre: "dei Cazalet", dei loro sogni, delle loro speranze e soprattutto delle attese. Attese verso il ritorno di un padre, la guarigione di una madre, il futuro senza guerra, soprattutto. L'unico degno di essere vissuto.
Con queste attese nel cuore, con un cane che fa da cura, con una speranza fievole che bussa alla loro porta, li si saluta nuovamente.
Il tempo della confusione, di una guerra che si fa mondiale e non finisce, è in arrivo.

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