8 febbraio 2020

Ford vs Ferrari [Le Mans '66 - La grande sfida]

Andiamo al Cinema

Prima di Ford vs Ferrari, c'è da parlare di Lisa vs Formula1.
Una sfida andata avanti per anni, sul divano di casa.
Un divano di domenica occupato da papà, tifoso sfegatato della Ferrari, che smessi i panni del barista poteva finalmente vedersi in casa le sue corse.
E io stavo lì, prima di pranzo, dopo pranzo, prima di cena.
Dipendeva dal fuso orario.
Non avevo altri posti in cui andare, o forse lì volevo stare.
A cercare di capire il fascino che certe corse, certe velocità potevano dare.
Come sempre, tifavo per gli ultimi.
Per l'eterno numero 2 Barrichello, per l'eterno fuoripista Fisichella*.
Ma, dopo qualche giro, quei motori assordanti compivano il loro miracolo e finivo addormentata.
Mi svegliavano urla di gioia, imprecazioni di sconfitta, a scelta.



Sono tornata su quel divano, ma con a fianco il giovine.
Ci sono tornata non per la Formula1, ma per gli Oscar.
Che un po' a sorpresa hanno candidato un film classico, un biopic sportivo come ce ne sono tanti, per il migliore film.
Il risultato, quasi da subito, è stato lo stesso.
Pur non essendoci gare di Formula1, ma sfide a distanza per prepararsi alla grande impresa di Le Mans '66, sono finita addormentata.
Mi hanno svegliato i commenti tecnici di un giovine appassionato meccanico, che seguiva le idee, le invenzioni, le rivoluzioni di Shelby.
E allora ho dato contro al sonno, ho ricominciato a seguire la storia che parla più di uomini che di  motori.
Parla di un meccanico (Ken Miles) con il pallino del pilota di auto da corsa, parla di un padre affettuoso, di un marito devoto, ma dal pessimo carattere con il resto del mondo.
Parla di un pilota di auto da corsa dal cuore fragile (Carroll Shelby), che deve fare un passo indietro, restare nei box.
E parla di una sfida, che il signor Ford e tutto il suo mondo (fatto di numeri, di finanza) lancia a Ferrari e tutto il suo mondo (fatto di passione, di primati), e di quella che ne nasce interna alla Ford stessa, con due caste rivali, altri due mondi diversi.
La sfida se la lanciano a Le Mans, in 24 ore di corsa, in cui continuare ad andare su di giri.


Se il giovine è rimasto pienamente soddisfatto nel vedere e nel sentire -soprattutto- dei motori e dei piloti all'opera, io devo ammettere di aver patito l'impianto classico del film.
Che ti aspetti tutto.
Ti aspetti gli ostacoli, i piccoli incidenti, ti aspetti dei cattivi disegnati come veri cattivi, dei buoni che sono proprio buoni. Ti aspetti la sfida, il venire a patti con se stessi, la nascita di un'amicizia.
Ti aspetti pure l'inevitabile tragedia, la aspetti ad ogni curva.
Ma per quanto classico, per quanto bravo e trasformista pure qui Christian Bale, per quanto sia sempre l'uomo-comune-Matt-Damon, per quanto sempre affascinante la voce di Remo Girone... c'è qualcosa che non mi aspettavo.
Non mi aspettavo di essere riportata lì, sul divano di un vecchio appartamento, a sentire il cuore di quelli che correvano come dei pazzi per la pura gioia di correre, e finire inevitabilmente in lacrime.

*sarà pure eterno fuoripista per me, 
ma Fisichella nel mentre a Le Mans ha vinto due volte, 
con la Ferrari, nel 2012 e 2014

Voto: ☕☕½/5



10 commenti:

  1. Purtroppo, nella mia ignoranza da profano, mi ha annoiato da morire.

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    1. Noia a tratti, ma alla fine come i più classici film classici, sa come prendere, sa come emozionare. Mi ha aiutato avere un giovine di fianco e aver passato certe domeniche sul divano.

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  2. Bello comunque il ricordo di quelle domeniche, io però adesso mi addormento con la F1 ma prima no, anzi ;)

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    1. È il potere soporifero dei rombi dei motori, e forse anche della domenica pomeriggio.

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  3. La Formula 1 mi ha sempre fatto calare la palpebra anche a me, ho semplicemente rinunciato a capirla. Mentre nei film le corse d'auto sono il sale del cinema, questo funziona più come metafora del rapporto di Mangold con l'industria cinematografica, uno scontro tra "colletti blu" e dirigenti che prendono le decisioni che mi trova sempre molto propenso, ma far durare così poco la corsa di LeMans nel film, non mi ha convinto molto. Cheers!

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    1. Non l'avevo letta così, ora acquista un altro bel significato.
      Sì, se mi intitoli in italiano Le Mans '66 mi aspetto parecchio Le Mans '66, ma anche con l'originale, più che Ford vs Ferrari, sembrava un Ford 1 vs Ford 2.
      Che confusione.

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  4. in realtà, per me, è un film molto hollywoodiano e molto lontano dalla plausibilità di quello che racconta... e se il tuo giovine è appassionato di motori credo abbia rilevato le tante incongruenze della storia (la più clamorosa: Enzo Ferrari non è mai andato a Le Mans a seguire la corsa dal vivo...) nulla a che vedere quindi con Rush di Ron Howard, ma un onesto film d'azione che nell'ultima parte riesce pure ad emozionare

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    1. Il giovine è più appassionato di motori che non di storia di motori, quindi certe incongruenze non le abbiamo colte, ma come si è interessato di meccanica, tecniche e trucchi! Un classico film classico, ma la nomination non me la spiego.

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  5. Con la Formula 1 e le corse automobilistiche ho un po' lo stesso rapporto. Ho seguito qualcosina, senza certo troppo entusiasmo.

    Anche io ho trovato il film molto classico, ma se non altro non mi ha annoiato particolarmente e questo lo considero già un bel traguardo. L'emozione e le lacrime però non sono arrivate.

    Guardabile, ma come abbia finito per essere in nomination come miglior film resta un mistero. :)

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    1. Le lacrime sono arrivate un po' tirate dalla colonna sonora e dai momenti volutamente toccanti, sono un cuore di panna, si sa. La nomination non me la spiego davvero, e sì che ce n'erano di titoli migliori da potersi giocare.

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