15 febbraio 2020

Piccoli Film Netflix: Horse Girl - P.S. Ti Amo Ancora

Netflix produce/distribuisce tanti grandi film, capaci di arrivare all'Oscar e ai Festival.
Poi produce anche film più piccoli, come questi.

P.S. Ti Amo Ancora

Cara Netflix,
un paio di anni fa ti avevo scritto una lettera d'amore, per aver trovato spazio nel tuo infinito catalogo per film leggeri e romantici che potevano salvare una serata.
Uno di questi era To all the boys I've loved before, una commedia molto adolescenziale, molto romantica, ma per fortuna anche molto alla John Hughes in cui tra i tanti cliché ci si salvava con quello zucchero, con quel dipingere bene l'adolescente romantica e fantasiosa e spaventata che tutti siamo stati.
Ora di questo film arriva un seguito.
Non troppo richiesto, ma se pure il romanzo lo prevedeva, perché no?



E allora la ritroviamo Lara Jean, innamorata più che mai ma allo stesso tempo spaventata più che mai.
Come si diventa la fidanzata ideale?
Come si regge il confronto con una ex ingombrante?
Come si sta al passo delle piccole bugie, dei tanti non detti, di quei contrattempi che in adolescenza sembrano insormontabili?
Di mezzo ci si mette poi un altro amore, quello a cui (non) si era spedita una lettera a 11 anni, che torna, più bello, più comprensivo, più naturale che mai.
O almeno, più di quel Peter che perde colpi.
Ne nasce il più classico dei dilemmi, per dirla alla Elio: "Mi drogo, bestemmio, picchio i bambini e non ti cago" vs "Mi faccio il culo 14 ore di seguito per mantenerti e ti cago", con la scelta quanto mai ovvia.

Qui siamo però in una commedia romantica a target teen, e il target lo senti tutto se dall'adolescenza sei uscita da un bel po'.
Ti ritrovi poi in tutti i cliché del caso, come se non potessero mai mancare:
- il luna park (probabilmente lo stesso set di Stranger Things e Sex Education)
- la gita scolastica
- la cena di ringraziamento (anche se qui è un Fakegivings)
- il gran ballo (anche se qui è per anziani)
Insomma, questo capitolo 2 è più zuccheroso che mai, più melenso che mai.
E le smorfie di Noah Centineo -consapevole del suo fascino- non aiutano.
Curato in ogni suo dettaglio con quella fotografia pastello e geometrica fino all'eccesso tanto che ogni casa, ogni stanza, ogni luogo sembra uscito da un catalogo di arredamento.
Ma in mezzo a una storia prevedibile, a frasi sdolcinate, c'è comunque quel brio, c'è quella leggerezza che se si hanno 16 anni -anche solo interiormente- non può che conquistare.
Mettici poi una colonna sonora davvero niente male che rispolvera nuovi e vecchi classici (sì, Cyndi Lauper, i Backstreet Boys e Ashe possono convivere serenamente) e allora tutto questo zucchero finisce per addolcire pure te. Anche se il fatto che un terzo capitolo sia in post-produzione non sai come prenderlo.

Voto: ☕☕½/5

Horse Girl

Sarah è una ragazza proprio strana.
Lavora in un negozio di merceria.
Segue lezioni di zumba
È una fan sfegata della serie TV The Purgatory (un mix tra Bones e Supernatural).
Ha un'ossessione per il suo ex cavallo.
È solitaria, senza amici.
Sonnambula.
La sua capa prova chiaramente pena per lei, per lei si preoccupa.
La sua coinquilina cerca di aiutarla, di spronarla: a buttare quei vestiti castigati, presentandola al migliore amico di un reticente fidanzato.
E le cose sembrano andare bene.
Finché la stranezza di Sarah si fa ancora più strana.


Non ricorda pezzi del suo presente, nasconde traumi del passato, si sveglia in luoghi sconosciuti.
Così, si convince prima di essere stata rapita dagli alieni.
Poi di essere un clone. Il clone di una nonna che gli stessi problemi aveva.
E tu sei lì, che vedi questo film chiaramente indie, chiaramente prodotto dai fratelli Duplass (il solito Jay si ritaglia un piccolo ruolo) e non capisci dove sta la verità, dove inizia la follia.
Te lo chiedi mentre il film procede in modo liscio, senza troppe scosse, con visioni assurde, forti, con la realtà che si mescola, la verità che vorrebbe emergere.
L'unica sicurezza è data da una Alison Brie ancora una volta meravigliosa, fragile e melanconica, che è anche co-sceneggiatrice e co-produttrice del film.

Ritratto pronto a rompersi di una malattia mentale, di un'ossessione.
Ma quello che si sente davvero è la volontà di fare di Horse Girl un film strano, un film cervellotico più del necessario, mascherandolo per film indie a tratti romantico, a tratti depressivo.
Riuscendoci nella prima parte, esagerando nella seconda e soprattutto nel finale.
Restano quindi tanti punti di domanda alla fine.
Cos'ho visto?
È bello?
Mi è piaciuto?
E proprio come Sarah, si resta sospesi.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. P.S. Ti amo ancora troppo zuccheroso, ma soprattutto troppo inutile. Un peccato, considerando che il precedente era un gioiellino, almeno nel genere.
    Per me un sequel proprio non necessario e il terzo capitolo a me spaventa già adesso. :)

    Horse Girl oltre che strano rischia di essere una porcheria, eppure un pochino mi attira. :D

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    1. Leggendo i fan della trilogia su carta, si è ridotto e di parecchio il ruolo di Peter, e così anche del triangolo amoroso. Se il primo aveva i suoi punti originali, qui siamo dalle parti dei cliché più puri.

      Horse Girl è strano forte, ancora non lo so se mi è piaciuto confuso com'è. Fammi sapere come lo trovi, magari mi capisco anch'io.

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  2. Horse Girl ispirava, soprattutto per il bel poster, ma non so.

    L'altro niente da fare, non mi era piaciuto neanche il primo film!

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    1. Se non hai 16 anni e un animo romantico, puoi fare a meno di questo sequel.
      Horse Girl, ribadisco, è strano forte. Sono curiosa di capire cosa ne pensate voi due :)

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