10 febbraio 2021

Malcom & Marie

Andiamo al Cinema su Netflix

Ho visto Malcom & Marie e ne sono rimasta incantata.
Tutte quelle parole, tutto in una casa, tutto con due attori.
Presente?
Quei film che sembrano scritti per me, che hanno dentro tutte quelle parole che non possono che colpire, lasciarti lì, teso e ansimante, a volerne ancora, ad applaudire mentalmente e in alcuni casi pure letteralmente.

Cosa? 
Ti è piaciuto Malcom & Marie?
Ti è piaciuto quel film banale, che niente di nuovo dice, che ripete polemiche e domande, che alza continuamente i toni e non li chiude mai?
Quel film?
L'ennesimo su una coppia in crisi, come se non ci fosse altro di cui parlare!
L'ennesimo che con la carta dei due attori-una stanza, cerca di fare il diverso, è pure girato in bianco e nero e in 35 millimetri per fare ancor più il diverso quando in realtà arriva tardi.


Non arriva tardi.
Il filone dei bottle movie non si esaurirà mai.
O almeno lo spero.
Perché senza bisogno di effetti speciali, di scene d'azione o di corse adrenaliniche, sono le parole a contare. A fare il film.
Non capisci?

Se vuoi le parole, vai a teatro.

Ci andrei, ma non  si può.
E poi che vuol dire?
Si possono fare film di sole parole.
Guarda Locke, guarda la trilogia del Before.
Servono altri esempi? 
Altri film che se ne stanno lì da sempre fra i miei preferiti, io che guardo più alla sceneggiatura che all'aspetto tecnico. 
Che poi, insomma…

… Insomma che?

Insomma, sarà anche una scelta che puoi classificare come radical chic o eccessivamente da alternativo, ma anche se usa il bianco e nero, anche se usa il 35 millimetri, ma l'hai visto cos'ha fatto Sam Levinson?
Lui che ha progettato lo stile di Euphoria qui spoglia la scena ma la rende unica.
Sarò banale anch'io con questa frase che in un monologo di quelli di Levinson non entrerebbe mai, ma ci sono immagini che parlano molto più dei personaggi.
Come questa


o questa



Che arrivano così, improvvisi dopo le tante urla, le accuse, il confronto.

Le urla, mio dio, le urla!
Quanto urlano, quanto non la smettono più quei due!

Capisco, capisco che non è un film per tutti.
E se devo essere onesta, all'ennesimo litigio pure io ho alzato gli occhi al cielo.
Lo ammetto.
Ma i personaggi sono così complessi che li si capisce.
Si capisce l'ostinazione di Marie a non volerla chiudere qui, a non riuscire a chiuderla come se niente fosse, con quella lacrima che arriva a cambiarla e quindi a cambiare l'intera atmosfera.
E si capisce pure la frustrazione di Malcom, in quella sera che doveva essere la sua sera, ma in fondo non lo è mai stata.
E lo capisce pure lui.
E li si odia e li si ama mentre si sputano addosso tutte quelle cattiverie, quelle verità, quella voglia di prevalere e rivalersi, di capirsi, in fondo.
Quanto c'avrà rimuginato Marie, in tutti i mesi in cui il film Malcom lo realizzava?
Quanto poteva essere diversa questa serata, questo film, se Malcom non avesse continuato a stuzzicarla e si fosse semplicemente mangiato la sua ciotola di mac 'n cheese in silenzio?
E invece hanno bisogno di sfogarsi, di ritrovarsi. 
Di perdersi e riprendersi.
Continuamente.
Per questo sono così veri.
Per questo il film fa così male.


Eccola.

Cosa?

Lo so che lo stai per fare.
Stai per citare i due episodi speciali di Euphoria, giusto?

Sì.
Come non farlo?
Come non vederli collegati?
Come non vedere la grandezza di Levinson come paroliere, che confeziona pure qui non so quanti monologhi, tutti perfetti, tutti grandiosi.
Con un ritmo che ad avercelo nelle nostre conversazioni! Nella vita vera!
Parlerei molto di più se tutti parlassero o scrivessero come lui.

Beh, grazie, eh?

Eh, scusa.


Uhm…
Però sui protagonisti non ho niente da dire.
Nemmeno su quel John David Washington che né in BLACKkKLANSMAN né in TENET mi aveva convinto, senza un vero mordente.
Colpa dei personaggi, però.
Qui il suo Malcom scritto a tutto tondo, che svela poco a poco la storia d'amore che lo unisce a Marie, dà il meglio di sé. 
Balla, canta, urla, piange e si dispera.

E Zendaya? 
Che gli vuoi dire a Zendaya?
In abito da sera, in semplice canotta, riempie la scena. 
E la domina, incassando colpi e soprattutto infierendoli uno dopo l'altro, in una prova d'attrice incredibile, con monologhi incredibili, che sembra distante anni luce da Rue, ma allo stesso tempo una sua evoluzione.
Rue, già.
A cui si pensa spesso in questa sceneggiatura che parla di di dipendenze e di rinascite.
In cui Sam Levinson stesso sembra mettere in discussione la sua scelta di avere protagonisti neri, e una storia che non parla di lui.
Per poi inveire contro la critica, contro chi mette messaggi in bocca ai suoi personaggi, al suo film.
Quanto metacinema c'è in tutto questo?


Ma lo capisci che film ha fatto Sam Levinson?
Il primo portato a termine durante una pandemia.
Quello perfetto per mostrare le crepe che si creano dentro una casa.
Quello che lascia senza fiato, spossati, in lacrime ed estasiati per quello che si è visto ed ascoltato, scoperto poco a poco, patteggiato poco a poco.
Per un fotografia che fa male da quanto è bella, per una musica che pure lei si insinua e diventa parte della sceneggiatura.
Io non mi stancherò mai dei film fatti di tante parole e pochi personaggi.
E che finiscono nel silenzio, con 6 parole appena che danno un senso al tutto.

Lo capisco.
Guarda quanto hai scritto.
Guarda quanto ne abbiamo parlato.

Già.
Allora…

Allora, scusa.
Ti capisco.

Mi bastava sentirtelo dire.


Voto: ☕☕☕☕½/5

15 commenti:

  1. Tanto è stato scritto su questo film, ma questo post dialogico è forse il più bello e calzante letto.
    Perché è un film che divide.
    Lo amano, lo odiano.
    È giusto accogliere anche le parole degli haters.
    Ma io, inutile dire, mi schiero dalla parte giusta della barricata.
    Una regia da capogiro, Zendaya ancora di più.

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    1. È un dialogo immaginario con il giovine, che si sarebbe schierato con chi questo film lo sta odiando, e che per questo ho deciso di risparmiare, godendomi la visione in solitudine.
      Con me giocava facile fin dalle premesse, ma in quei lunghi litigi, in cui mi sono sentita coinvolta a patteggiare per l'uno e per l'altra, ho trovata anche di più.

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  2. Bellissimo post! Devo proprio vederlo, anche io amo molto i film teatrali in cui si parla tanto, magari tutti in una stanza... e mi piace molto anche Zendaya!

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    1. E allora qui troverai pane per i tuoi denti, con la giusta pazienza, potrai schierarti anche tu tra chi questo film lo sta amando ;)

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  3. Io l'ho trovato insopportabile :D
    Anzi, diciamo pure irritante. Non seguo le serie tv, non so cosa sia Euphoria, probabilmente è un mio limite mentale... ma questo film per me non è che una "muccinata" travestita (anzi, spacciata) da film d'autore. Il problema non sono le "troppe" parole, il problema è come vengono usate: voglio dire, con tutto il rispetto per Levinson, che non tutti sono all'altezza di un Aaron Sorkin (il primo che mi viene in mente). Due protagonisti irritanti che urlano per tutto il film ripetendo sempre le stesse, banalissime cose, con tanto di pippone contro la critica cinematografica che "non capisce" (mai una volta che siano i registi a sbagliare!). Eppoi l'ovvio e inutile bianco e nero che fa sempre molto chic... giuro che ho fatto fatica ad arrivare alla fine, una noia mortale.

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    1. Sei decisamente l'ipotetica persona in corsivo di questo post, ma intuisco che le mie motivazioni per averlo amato non ti fanno cambiare idea, o capire la mia.
      Io mi sono trovata ad applaudire alla TV per quei monologhi e per quelle tirate, con un ritmo che sì, è ai livelli di Sorkin, un Sorkin diverso, un Levinson appunto e anche se è molto molto giovane e giovanile, Euphoria te la consiglio.

      Questione come sempre di sensibilità?
      Di certo confermiamo il pensarla in modo opposto di fronte ai film divisivi, a nostro modo siamo coerenti ;)

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    2. Ovvio. Questione di sensibilità... o forse anche di età: più invecchio più divento acido, mi rendo conto!! :)
      Comunque hai detto bene: siamo coerenti nella nostra diversità, va benissimo così.
      Un abbraccio, Lisa!

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  4. Eravamo partiti anche bene, loro sono belli e bravi (lui poi, figlio di un mio grande amore di gioventù, partiva già avvantaggiato...), più procedeva il film più però l'indisponenza montava, sarà l'età anche per me, ma ho fatto fatica ad arrivare alla fine, li ho trovati due insopportabili, lamentosi privilegiati che sinceramente, parlano di nulla sul nulla..sono d'accordo con Kris...se troppe parole siano allora Sorkin tutta la vita..

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    1. Sorkin nominato per la Miglior regia, però, è veramente un abominio, ragazzi.
      Non c'è un briciolo di tecnica nel suo film, come non c'è in quello di Regina George. 😅

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    2. Non so se è l'età, so che i problemi che si fanno anche da privilegiati non li ho trovati banali e la schermaglia di parole che svela poco a poco a noi il loro passato e la loro storia, mi hanno incantato. Poi, sì, nel finale un po' ho sofferto anch'io, ma certe litigate scritte così bene son difficili da trovare. Se Sorkin vuole mettersi all'opera, mi troverà sempre pronta ad aspettarlo :)

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  5. Io faccio il terzo incomodo allora. Perché sono sia da una parte che dall'altra. Ciò detto quel fotogramma finale per me vale tutto il film.

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    1. Quello ma anche tanti altre!
      Se proprio le parole irritano (non me, che sono andata in brodo di giuggiole) bastano certe inquadrature a rimettere in pace con il cinema.

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  6. Dici bene, ma su una cosa sbagli: questo non è un film scritto per te, è un film scritto per me! AHAHAH :D

    Sam Levinson dalla pandemia è riuscito a tirare fuori un suo stile, che non so se continuerà a seguire anche in futuro. Ha fatto tre storie giocate sui dialoghi tra due personaggi, in qualche modo collegate e in qualche modo distanti le une dalle altre.

    In mezzo a tanti lavori innocui che si dimenticano in fretta, finalmente un film che divide in maniera radicale!

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    1. Dicono che sia al lavoro sulla nuova stagione di True Detective, cambio di genere e pure di stile in vista?
      In ogni caso, si prospetta la stagione più attesa.

      Sam Levinson scrive e dirige per noi, che si sbrighi a tornare con Euphoria, l'astinenza sarà ancora più dura adesso.

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  7. https://www.filmtv.it/film/194595/malcolm-and-marie/recensioni/988116/#rfr:none
    ...è la meccanica a stufare.. litigo e faccio pace, litigo e faccio pace..forse mezz'ora in meno.. forse..

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