1 febbraio 2021

Il Lunedì Leggo - Due Viaggi con Fellini di Milo Manara

Nascono come "Soggetti di Federico Fellini per un film da fare", film che invece non si faranno mai.
Restano fumetti, realizzati assieme a Milo Manara, che di Fellini è amico, collaboratore, illustratore di locandine.
Insieme, progettano queste due strane storie che sono irrealizzati storici, unendo l'incanto che Manara sa dare con i suoi tratti sensuali e ricchi di particolari all'onirico e alla fellinianità di, beh, Fellini ovviamente.
Riuniti in unico volume, accompagnato da un'introduzione di Vincenzo Mollica che compare pure nel primo di questo "film da fare" nei panni di Vincenzone, con tanto di bozzetti a confronto, di piccoli dietro le quinte svelati a mostrare come Fellini sapesse realizzare storyboard degni già di un fumetto, come Manara sapesse interpretare la sua visione scenica delle tavole definendola.
Ma questi film, come sono?


Sono felliniani, per l'appunto.
Sono brevi, ma chissà come sarebbero poi stati arricchiti, dilungati, sul grande schermo.
Ci si accontenta allora di queste ricerche.
Di questo Viaggio a Tulum che parte con Vincenzone e una bella giornalista alla ricerca proprio di lui, del Maestro che nel suo mondo di mostri e Casanova, di bellezze mozzafiato e di navi derelitte se ne sta lì, in attesa di far decollare un aeroplano che è una storia arenata nel fondo del mare.
Metafora che solo il guizzo dell'inventiva può portare a diventare una storia vera e propria, in cui il protagonista è ovviamente Mastroianni e ovviamente è un regista in crisi, un regista chiamato a completare un film che in molti non sono riusciti a completare.
Ci sono sopralluoghi, feste, ricerche da fare, ed è così che questo regista arriva in America dando vita ad altre avventure e altri sogni, altri incontri strani che si chiudono come un cerchio, riportando da quel Maestro e in riva a quel mare.
Come un'immensa meta-storia meta-cinematografica.


In Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet c'è un altro aero, che attera in emergenza nel sagrato di una chiesa, un altro regista che questa volta non ha il fascino di Mastroianni, non ha quel viso che Fellini vorrebbe avere, ma ha le sue fattezze, che sono un po' anche quelle di Paolo Villaggio.
Abituato agli applausi, si prenderà anche quelli che non sono per lui, il ritorno a casa rimandato lo porta in un hotel/baita, ad assistere a uno spettacolo di nascita e rinascita sensualissimo degno del Madre! di Aronofsky, a chiudersi nella sua stanza, inconsapevole del suo destino.
Pure qui, la brevità la fa da padrone, un episodio brevissimo che doveva essere un film intero, che in cantiere ha continuato a rimanere, ma che ora viene da immaginare come parte di una miniserie antologica che Fellini avrebbe potuto realizzare, ma chissà se le riprese avrebbero avuto lo stesso impatto che hanno i disegni di Manara.
Io, che non lo conoscevo, che non lo avevo mai letto, ne sono rimasta incantata.
Dettagli su dettagli, una chiarezza e una bellezza dei tratti che fanno perdere la testa e che arricchiscono storia oniriche, storie felliniane, ancor più se messe a confronto con le bozze del regista, ovviamente più semplici ed essenziali.
Forse se questi film non sono stati realizzati è meglio così, è meglio goderne nella loro breve intensità senza bisogno di allungare tempi e scene.
Scoprendoli a distanza di anni, non li si trova né invecchiati né datati, segno di grandiosità.


A concludere il volume c'è un fumetto-campagna voluto da Fellini e supportato da Manara per la richiesta -mai ascoltata- di non inserire pubblicità durante la messa in onda di un film in TV.
Pannolini che interrompono il Casanova, modelle che lo distraggono e distraggono pure lo spettatore che tutto questo si trova a dover subire.
Si potrà continuare a dire che Netflix e le altre piattaforme hanno ucciso il cinema, ma prima c'ha pensato la TV, che se i grandi film li si devono vedere in una prima serata sempre più tarda e interrotta continuamente, lunga vita allo streaming!



4 commenti:

  1. Dico solo, Fellini-Manara connubio perfetto ;)

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    1. Con immenso ritardo, ma che scoperta bellissima è stata per me!

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  2. Non ne sapevo nulla di questa collaborazione all-stars.
    Magari potrebbe affascinare anche me. Chissà?

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    1. Brevi e intensi sono due viaggi che funzionano su carta e chissà come sarebbero stati su grande schermo. Un po' di nostalgia la mettono.

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