Quando non sai di cosa scrivere, scrivi che non sai di cosa scrivere.
Un metodo furbo, ma intelligente, per aggirare il blocco dello scrittore.
Ora, non so cosa scrivere di Quello che non so di lei, ultimo film di Polanski, che va a mettersi in fila agli altri suoi film che di artisti in crisi, senso di claustrofobia, di malessere, parlano.
Di lei, o meglio, di loro -le protagoniste Emmanuelle Seigner e Eva Green- so che sono bellissime, e so che incredibilmente si somigliano, e finiscono per assomigliarsi sempre di più con lo scorrere del film, che alla fine proprio su questa loro aderenza gioca.
So che la Green, di una bellezza che mozza sempre il fiato, sa anche essere inquietante al massimo, so che c'han giocato tanto i trailer, le locandine, le prime immagini, sullo strano rapporto che tra le due si crea, ma per non farvi perdere tempo e per non illudervi, vi dico che no, scene saffo non ce ne sono, approcci vagamente sessuali giusto un paio, ma castissimi.
Tensione, quella sì, una tensione che fa da subito intuire che "Lei" è una da tenere d'occhio, che il suo presentarsi in ogni dove, il suo insinuarsi lentamente (ma neanche troppo) nella vita dell'isolata e solitaria scrittrice in crisi Delphine qualcosa nasconde.
Ma è anche una tensione che presto svanisce, visto che SPOILER il gioco del doppio mentale non me lo si fa più FINE SPOILER, anche se questo gioco assume comunque altre vie, spostando sempre più in là il limite del crollo psicologico totale, e la penna di Assayas qua e là si fa sentire (sì, qualche pippone filosofico-culturale tipicamente francese bisogna sorbirselo).
Resta quindi una sfida di carattere psicologico, i tentativi di scrivere e di far pace con il proprio scrivere, con il proprio essere, cedendo agli inviti del proprio ego, alla voce dentro di sé.
Resta una sfida di bellezza femminile, con cui Polanski e la moglie Seigner chiaramente si divertono.
Ma resta anche un film patinato e quasi da camera -anche se le location sono diverse-, un film altamente chic e altamente francese, e psicoanalizzabile con facilità.
Riassunto piuttosto brevemente il tutto, riassunto pure quel significato nascosto che così nascosto non è, altro non ho da scrivere.
Il blocco si è ripresentato, e nemmeno una Eva Green seducente e diabolica riuscirebbe a farmi trovare nuova ispirazione.
O forse si?
Regia Roman Polanski
Sceneggiatura Olivier Assayas, Roman Polanski
Cast Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Pèrez
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Voto: ☕☕½/5
Non è il Polanski che preferisco e la co-sceneggiatura di Assayas a volte risulta perplimente ma è comunque un film godibile e graziato da due attrici favolose, quindi non mi sono potuta lamentare :)
RispondiEliminaGià solo la Green non mi permette di lamentarmi, però il film sbava parecchio e poco ha saputo dirmi, a conti fatti, arrivata al finale.
EliminaIl romanzo della De Vigan mi aveva divertito molto, nonostante la prevedibilità, grazie a una postilla conclusiva che avevo adorato. Il film non sono corso a vederlo in sala, ma spero ugualmente di recuperarlo presto: anche solo per Eva, che merita sempre e comunque. ;)
RispondiEliminaLei sempre e comunque, bella in modo disarmante anche qui.
EliminaOra però con quella postilla mi hai messo curiosità :)
Chissà perché ma l'avevo intuito che certe scene non ci sarebbero state, tuttavia solo Eva basta e avanza ;)
RispondiEliminaOh sei hai ragione, alla fine basta lei per alzare l'asticella della sensualità ;)
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