13 gennaio 2020

Il Lunedì Leggo - I diari bollenti di Mary Astor di Edward Sorel

A volte la storia di come è nato un libro è più bella del libro stesso.
Era il 1965 e il fumettista Edward Sorel stava ristrutturando il suo appartamento.
I lavori si sono fermati all'improvviso.
Sotto il pavimento che stava togliendo ha ritrovato un colpo di fulmine: riviste e giornali d'epoca, che raccontavano di uno scandalo a luci rosse che stava tenendo Hollywood con il fiato sospeso.
La fulminazione non era solo per un fatto di cronaca rosa di cui poco conosceva, era anche per aver ritrovato l'amore di gioventù, quella Mary Astor elegante e aristocratica che nei pomeriggi al cinematografo gli aveva rubato il cuore e causato i primi turbamenti amorosi.
Se la ritrova lì, sbattuta in prima pagina assieme ai più intimi pensieri che si confidano solo ai propri diari.
Ne nasce un'ossessione.
Che porta Sorel a setacciare mercatini e robivecchi, biblioteche ed esperti dell'era d'oro di Hollywood, a scrivere pure alla figlia della Astor.



L'idea di farne un libro l'ha accarezzata da tempo.
Ma tra impegni, lavori, commissioni e vita vera, ci riesce solo ora -tre anni fa- alla veneranda età di 88 anni.
Lo fa mettendoci del suo, ovvero non solo arricchendo la storia della vita di Mary e dei suoi bollenti diari con le sue vicende personali, ma anche mettendoci la sua arte di disegnatore, fingendo di essere lì, sul banco di un tribunale a ritrarre accusata e accusatore.
Ma chi era Mary Astor?
Mary Astor era prima di tutto una figlia, vessata e non amata da due genitori negligenti che vedono in lei la possibilità di arricchirsi, giovane promessa del cinema com'è.
Mary Astor è poi un attrice di successo, con collaborazioni importanti nel suo carnet oltre che a tanto teatro.
Mary Astor è poi una moglie, non propriamente felice, vedova al primo giro, vessata al secondo.
Ed è madre, con una figlia per cui ci si batte in termini di custodia e alimenti.
Ed infine Mary Astor è una donna libera e libertina, che si concede amanti e scappatelle, mettendo tutto nelle pagine del suo diario, con tanto di voti, nomi e descrizioni delle prestazioni avute.
Lo scandalo avviene quando questi diari rischiano di diventare prove a suo carico nel processo per l'affidamento della figlia, con case di produzione che tremano visti i film in cui è coinvolta, con attori che rischiano di vedere la loro carriera affossata.
I giornali, va da sé, ci marciano sopra, cercando di pubblicare quei diari, anche in formati chiaramente falsati dal marito tradito, creando titoli scandalosi pur di vendere qualche copia.


Insomma, una storia che risulta succulenta ancora oggi, figuriamoci in anni puritani come quelli del '30!
Ma, come detto, a volte la storia di come nasce un libro è più interessante della storia stessa.
Perché la penna di Sorel è meno affilata e meno ispirata del previsto.
La vita di Mary viene raccontata con una velocità, con poco approfondimento, da lasciare quasi storditi per come si corre e si galoppa di anno in anno.
La vita di Sorel che qua e là fa capolino, è altrettanto meno avvincente e meno connessa con quei diari di quanto si crede.
E allora, di quei diari infine distrutti dal tribunale, di quella vita raccontata dalla Astor stessa in una autobiografia a seguito della sua conversione alla religione, sembra di saperne ancora poco.
E in fondo, poco rimane.
Resta un Adelphi dal formato diverso, però, restano disegni buffi e strani, a farne da cornice.
Si voleva di più?
Era logico aspettarselo?
Ovviamente sì.
Con un titolo e dei titoli che promettono scandalo, come poteva essere altrimenti?


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