30 giugno 2021

A Quiet Place - Part II

Andiamo al Cinema

All'epoca della prima parte, non avevo gridato al capolavoro.
E non perché gridare era vietato.
Avevo trovato piccoli difetti e non troppa originalità, ma anche una genuinità e una sensazione di intimità nel set come nella storia di una famiglia che cerca di sopravvivere in un mondo ormai alla deriva dove non si può far rumore.
Ammetto, però, che la visione domestica aveva tolto potere e fascino al film, il non conoscere John Krasinski come uomo ideale da The Office in poi, pure.
Con la seconda parte, allora, ho voluto fare le cose per bene.
E non solo per la presenza di Cillian Murphy, per chi mi avete preso?
In una sala non troppo gremita, con il sonoro giusto e lo schermo più grande, immergermi di nuovo in questo mondo silenzioso è stato diverso.
Migliore.


Sì, migliore.
Perché la tensione, è vera solo se condivisa.
E così si torna e spiazza trovare ancora lì, bello e muscoloso, Lee. Siamo al giorno 1, quello in cui tutto è cambiato. Dove una partita di baseball diventa presto una carneficina da cui scappare con ogni mezzo possibile.
Lo si capisce subito: la marcia è ingranata, questa seconda parte sarà molto più d'azione, molto meno intima.
Ma è presto detto, perché si torna al presente, al giorno numero 400 e passa in cui la famiglia Abbott cerca di sopravvivere. Di trovare una nuova casa.
La troverà, pur provvisoria, nel reticente Emmett, ancora in lutto, ancora ferito, provato e senza speranza.
Ma una soluzione Regan ce l'ha, ed è disposta a tutto per condividerla.
La speranza, d'altronde, è vera solo se condivisa.


Questa seconda parte si divide così in due.
In un rimpallo continuo giocato benissimo a livello di montaggio, tra l'avventura di Regan e Emmett, che cercano di fidarsi l'uno dell'altra e di sopravvivere alle minacce là fuori, mentre Evelyn deve mettere le pezze ai danni di Marcus, che si conferma bambino più cretino dei film horror, che si sacrificherebbe volentieri.
Ma siamo buoni, perché ogni sua titubanza, ogni suo errore, è congeniale alla trama. Dove non c'è niente scritto o messo a caso, tutto ha un suo senso, un suo scopo, che lentamente verrà scoperto, portando ad un finale decisamente potente. 


L'attenzione ai dettagli la fa quindi da padrone, con una fotografia ruvida da vecchio film e ovviamente un sonoro che fa il resto. O quasi tutto.
Intervallando una colonna sonora perfetta al silenzio del punto di vista di Regan, puntando su scricchiolii, passi felpati e rumori improvvisi, A Quiet Place II ai miei occhi riesce a superare la sua prima parte.
E no, per chi mi avete preso, non è solo merito di Cillian Murphy! 
Il suo personaggio, che sembra uscito da The Walking Dead con un aspetto burino con cui Krasinski ha cercato inutilmente di imbruttirlo, non è il massimo, nemmeno per l'originalità. 


Ma so che quello che è cambiato con questa seconda parte, è la modalità di visione. 
In un cinema, finalmente. 
Anche se non troppo gremito.
L'ho già detto, che la bellezza è vera solo se condivisa?

Voto: ☕☕½/5

8 commenti:

  1. Sarà che il primo lo avevo visto proprio al cinema, ma lo avevo amato. Questo, se riesco, lo vedo in serata. Felice di sapere che sia all'altezza.

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    1. Per me lo è, e la visione in sala fa la differenza. Scena d'apertura che è una meraviglia.

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  2. A me non aveva fatto gridare al capolovoro il primo, figuriamoci questo.
    Dopo un buon inizio, molto da Spielberg dei bei tempi, mi sono annoiato alla grande. Ho persino finito per rimpiangere The Walking Dead, e ho detto tutto. :)

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  3. C'è però da specificare che non l'ho visto al cinema. Anche perché nella mia città il cinema non ha più riaperto...


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    1. Io ho sentito la pecca con il primo, che in casa, a smorzare la tensione è stato facile.
      Il multisala di zona per mia fortuna ha riaperto, e fa pure le serate in v.o., quindi, condivisa, la visione c'ha guadagnato.
      The Walking Dead no, dai, qui siamo molte spanne sopra, e soprattutto la noia non è di casa.

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  4. Eh, Cillian è riuscito a rendere interessante pure un'app che aiuta ad addormentarsi, di cosa non è capace!
    Solo applausi per Krasinski, che dedica il film più alla crescita personale dei figli testardi e insopportabili degli Abbot concedendosi scene da incorniciare. Chapeau!

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  5. Curioso di vedere questo film di cui leggo tanti bene in fonti attendibili (incluso il tuo blog, naturalmente!), e Cillian Murphy è sempre Cillian Murphy! :--)

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    1. Cillian è Cillian, che gli vuoi dire!?
      Non posso che augurarti buona visione, vedrai che tensione!

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