Quentin Dupieux è un pazzo furioso!
Chi è Quentin Dupieux?
Me lo sono chiesta anch'io, lo scorso settembre a Venezia, senza sapere che lo avevo già incontrato due volte.
Come Mr. Oizo creatore folle del folle Flat Eric e del Flat Beat che accompagnava lo spot Levi's che ha fatto storia e come regista di Réalité, altro film che avevo nel lontano 2014 al Lido e che avevo trovato un po' troppo confuso per apprezzarlo appieno.
Poi, la rivelazione: con quell'assurdo, irresistibile film che è Mandibules.
Appena 77 minuti di durata (un sogno dentro una Mostra lunga 10 giorni che propina film di almeno due ore al botto) che fa letteralmente sganasciare dalle risate.
La trama, in semplicità, ruota attorno a due perdigiorno non certo svegli, che trovano nel baule della macchina che hanno rubato una mosca gigante.
E se vi venisse da chiedervi: perché?
La risposta sta tutta nel prologo di quest'altro film, per molti il migliore di Dupieux, altrettanto folle e assurdo.
La trama di Rubber, in semplicità, ruota attorno ad un copertone assassino, che si aggira fra le polverose strade d'America uccidendo con poteri telepatici chiunque gli capiti a tiro.
Perché?
L'ho già detto, inutile chiederselo.
Come si spiega nel prologo, non sempre c'è una ragione, anzi, proprio non serve.
Non c'è una ragione se ET è marrone, come non c'è per il protagonista de Il Pianista di nascondersi e vivere come barbone (ehm…).
Rubber è così un omaggio dichiarato al "No Reason", uno di quei piccoli film (anche qui, appena 85 minuti di durata) che pur non incontrando il parere della critica diventa un cult in rete.
Tra discorsi metacinematografici con spettatori sullo schermo che poco a poco vengono eliminati, bizzarre scelte di sviluppo e dialoghi che sembrano ispirati a un Tarantino sotto effetto di droga, si passa il tempo di Rubber a chiedersi cosa si sta guardando, come hanno fatto a muoverlo Robert il copertone, che strane idee riesce a portare a termine Dupieux.
Va detto che causa momenti silenziosi e polverosi, qui si resta sotto qualche gradino all'inno all'amicizia pura che è Mandibules.
Insomma, il Toro Emozione non si sfiora, ma tra esplosioni truculente e un senso dell'assurdo molto alto, Rubber sa difendersi molto, molto bene.
Voto: ☕☕☕/5
Ecco, voglio recuperarlo letteralmente da anni!
RispondiEliminaIo solo da settembre, una volta ri-scoperto questo folle regista. Non lasciarti sfuggire l'occasione per una doppietta ;)
EliminaAnch'io da recuperare, e da un po' di tempo, perché se conosci Dupieux è finita :D
RispondiEliminaComunque non credevo ti potesse interessare questo, bella sorpresa, tuttavia anche suoi altri meritano ;)
Non lo credevo nemmeno io, anche se devo ammettere che in certe scene molto silenziose e polverose l'ho patito più del dovuto.
EliminaOra non mi resta che scoprire il resto.
Mi ispirano davvero tantissimo sia questo che Mandibules! E poi che tuffo nel passato la Flat Beat, avevo il pupazzetto attaccato allo zaino di scuola :) Rubber, nel concept di base, mi sembra tanto una versione minimalista di Duel di Spielberg, anche se credo che poi il film assuma toni ben diversi.
RispondiEliminaDuel non l'ho visto, non ancora almeno, ma qui si sta dalle parti del non-sense più totale... vedrai!
EliminaIl copertone recita meglio di certi attori
RispondiEliminaAhah, vero! Anche se spero sia un effetto voluto :)
EliminaPure io letta la trama mi son detta: ma che è?!
RispondiEliminaImpossibile resistergli, ora non mi resta che recuperare il resto dei film di questo pazzo, pazzo Quentin.
Mr. Oizo, grazie di esistere!
RispondiEliminaDopo un film su un copertone e uno su una mosca gigante, cos'altro si potrà inventare?
Un film serio?!? °__°
Spero di no. Io ne ho altri di suoi da recuperare, ma la mosca non credo la si possa battere.
Eliminasoooo weird.
RispondiEliminaPer fortuna, non troppo ;)
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