19 settembre 2015

Inside Out

Andiamo al Cinema

"This film is dedicated to our kids. Please don't grow up. Ever."

Come fai ad iniziare un post se a due giorni di distanza un film ti pulsa ancora dentro, se tutta quella gamma di emozioni che passa dalla gioia, dalla tristezza, dalla commozione alla soddisfazione, le senti ancora, come se fossero lì, a darsi il cambio nel desk della tua mente, del tuo cuore?
Come iniziare senza essere obiettivi, senza voler gridare al mondo che sì, la Pixar ce l'ha fatta un'altra volta, ha creato un capolavoro, e ce l'ha fatto dopo che anche Charlie Kaufman ce l'ha fatta, a creare un capolavoro (v. Anomalisa), portandomi nel giro di una settimana ad assistere a due film, due film di animazione tra l'altro, grandiosi, di due menti grandiose che venero e che mi porto dentro e alle quali sono fiera di aver dedicato le mie tesi.
E finirla lì, perchè trovare le parole, riuscire a stenderle senza che si accavallino è tanto difficile.
Ma ci si prova, perchè davvero, film come Inside Out sono difficili da trovare, sono difficili da fare, soprattutto, e da pensare.

Il colpo di genio è sempre quello, come fosse una formula magica collaudata che è ormai il marchio di fabbrica ad Emeryville: spostare il punto di vista, capovolgerlo, fare esattamente quello che indica il titolo: inside out, dell'interno, l'esterno. Una mossa vincente fin dagli esordi, quando a quei giocattoli tanto amati da bambini si è data una nuova vita, che proprio quando non visti si animava, stessa cosa portata avanti in Monsters & Co., in cui non è il nostro mondo ad interessare, ma quello dei mostri che ci terrorizzavano, che uscivano dall'armadio, che uscivano da un loro mondo tutto da scoprire.
Ora si fa un passo avanti, si fa un passo rischioso: il punto di vista è focalizzato proprio su di noi, sul nostro essere, sulle nostre emozioni, facendo di queste le vere protagoniste: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura, loro, colorati, divertenti, diversi ma simili, sono al controllo, sono il timone del nostro essere, la nostra essenza che ci aiutano e determinano le nostre giornate.
Ci sono fin dal primo giorno, da quando Riley ha visto i genitori, li ha messi a fuoco, e prima ha sorriso, poi ha pianto.
Prima la gioia, poi la tristezza.
Così, come se tutto fosse già determinato.
Ma come ci dice Gioia, voce narrante del film, la pace è durata poco perchè poi sono arrivati tutti gli altri, iniziando una cooperazione che li ha portati a mettere in salvo la piccola Riley dal pericolo dei broccoli, dei cavi nelle corse, dalle pressioni dei genitori e così Disgusto, Paura e Rabbia si sono uniti, aiutando quella bambina a crescere, collezionando ricordi felici, creando i ricordi base, nel segno della gioia, che formano la vera essenza della piccola.


Tutto cambia quando quella gioia si perde, quando tutto cambia in un trasloco di certo non facile, in cui ogni sua isola caratterizzante inizia a vacillare, all'esterno, come all'interno, con Gioia e Tristezza disperse nella sua memoria, alla disperata ricerca di un ritorno nel centro comandi che si fa sempre più difficile e lasciato in mano ad emozioni che turbano i genitori. Ad aiutarle, un amico d'infanzia speciale, bellissimo, tenerissimo, un amico di quelli veri, in parte gatto, in parte elefante, in parte delfino, fatto di zucchero filato, le cui lacrime sono caramelle.
Ennesimo colpo di genio, la creazione di un personaggio così unico ma allo stesso tempo così simile a quei sogni con cui ci divertivamo a sognare, simbolo di un'immaginazione senza limiti, senza freni, che quelli della Pixar continuano a lasciare a briglie sciolte, ma che qui è costretto ad arrendersi, a lasciare passare gli anni, a vedersi dissolvere. Fantastiche anche le caratterizzazioni degli altri personaggi, dei loro colori che li definiscono, dei loro modi di fare buffi e travolgenti, in particolare quella protagonista, Gioia, irresistibile e irrefrenabile, dai movimenti sciolti, dalla voce limpida e felice di una rivelazione al doppiaggio come Lodovica Comello.


Se già il soggetto, se l'idea della trama è un qualcosa di fantastico, come poi il suo sviluppo, cosa si dovrebbe dire della realizzazione? Della scenografia, dei fondali, di quelli che sembrano veri e propri movimenti di macchina che fanno sussultare il cuore, che lo fanno brillare di quella luce indefinita che è la gioia?
E' magia per gli occhi, né più, né meno.
Un mondo colorato, scintillante in cui tutto sembra possibile, in cui le foreste sono di patatine fritte, in cui i fidanzati ideali si sacrificano per amore, in cui i sogni sono fabbricati come al cinema. Psicologia e fantasia si intersecano, si mescolano e vengono risputati fuori da Pete Docter in modo del tutto speciale in cui azione ed emozione sono la stessa cosa, dando un  nuovo senso ai nostri stati d'animo, permettendoci di metterci in una nuova prospettiva: quella che guarda all'altro, quella che cerca di spiegarlo, anche se nella difficile fase di un cambiamento, dell'entrata in una fase alquanto difficile come l'adolescenza.
Se i bambini apprezzeranno l'azione, apprezzeranno i personaggi più buffi, il mondo colorato in cui si  muovono e le prove che sono chiamati a superare, saranno i loro genitori, o semplicemente i bambini cresciuti, ad apprezzare davvero un film che nella sua semplicità è altamente complesso, dai risvolti psicologici e dai significati profondi.


E il colpo di genio diventa un colpo vincente quando quel personaggio marginale, anche un po' irritante, che le stesse altre emozioni lasciavano in disparte perchè deprimente, viene messo al centro, un elogio alla tristezza come ha scritto Gramellini, sottolineando tutta l'importanza che ha, invece, nella nostra vita.
E non solo perchè senza la tristezza non si conoscerebbe la vera gioia, ma perchè per sentire, per avere radici, la malinconia è richiesta, le lacrime pure.
La vera magia accade quando queste si mescolano e finiscono in un sorriso, e succede, oh se succede, davanti ad Inside Out, davanti a un capolavoro che gioca con le emozioni, con i suoi personaggi come con noi, facendoci ridere, facendoci divertire e facendoci commuovere, portandoci ad un finale in cui sì, un sorriso affiora, e proprio tra il pianto.
E solo i grandi film, le grandi menti, riescono in questa impresa.



P.S.: Come sempre, a precedere il film, c'è un cortometraggio.
Vi sfido a non versare già le prime lacrime con le prime note di Lava, in cui la bellissima voce di Giovanni Caccamo gioca con quella di Malika Ayane, animando un vulcano solitario alla ricerca d'amore.
Disegni che definire splendidi è dir poco, per una melodia trascinante e davvero emozionante:

10 commenti:

  1. Spero di vederlo in serata. ;)

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  2. Solo dal nuovo banner ho dedotto che lo stai adorando ;)
    Io lo vedrò in settimana.. Non vedo l'ora!

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  3. Visto e recensito anche io in sincro. Bellissimo! Davvero magnifico!

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  4. Concordo. Oltremodo ostico parlare di Inside Out, bisognerebbe recensirlo forse in forma astratta. Per il resto già immaginavo un Gramellini pensiero a riguardo anche se preferivo non pensarci. Ho trovato invece molto debole il cortometraggio Lava. Credo uno dei più brutti mai apparsi in casa Pixar. Stucchevole. Ogni volta che il vulcano riprendeva a cantare mi cascava la lava dal naso.

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    1. Mi ha commosso pure quello, più per la bellezza impressionante dei disegni che per la semplicità della trama, mi sono lasciata cullare dalle voci e dalla melodia e via... giù di lacrime fin da subito!

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  5. vado a vederlo domani o nei prossimi giorni! non me lo posso perdere!

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  6. E niente, allora ormai non posso perdermelo! :-)

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  7. Visto e recensito anch'io. Spettacolare! Uno dei migliori film dell'anno!

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  8. Concordo in pieno: divertente, profondo, emozionante, un racconto sulla perdita dell'innocenza, la crescita, l'essere figli e l'essere genitori straordinario.

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  9. Concordo su tutti i pregi del film. Solo che a me, bambina cresciuta, è successo che non ne ho percepito tanto quella profondità e complessità... o forse non sono ancora cresciuta ;-)

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