18 febbraio 2019

Il Lunedì Leggo - The Game di Alessandro Baricco

Ci sono storie che già si conoscono ma che è bello sentire ancora.
Storie di cui si sa già il finale, anzi, lo si vive, ma non per questo non è interessante riascoltare.
Soprattutto se a raccontarle è una voce capace di condensare, spiegare, cercare di capire in modo diverso, con la sua particolare prospettiva, il tutto.
Che mi piaccia la voce di Baricco si è ormai capito.
Mi piacciono i suoi articoli, le sue scoperte, le sue riflessioni sull'oggi e su quello che lo circonda, possa essere un festival di musica classica o un concerto di Bruce Springsteen. Il suo modo di raccontare, analizzare e uscirsene con guizzi tutti suoi da queste esperienze, è quello che nel mio piccolo cerco di fare la Domenica.
Per questo leggo anche i suoi romanzi.
The Game, romanzo non è. O almeno, non propriamente: è un saggio in cui Baricco ripercorre la lunga evoluzione della tecnologia che ci ha portato dai primi ingombranti videogiochi agli smartphone di adesso. Passando per computer, internet, siti di vendita e di condivisione.
Insomma, quello che già aveva fatto quella serie così sottovalutata e così bella che è Halt and Catch Fire.



Lì si parlava di nerd geniali che nei loro garage creavano veri e propri computer, scrivevano nel loro linguaggio videogiochi capaci di vendere milioni. Qui si fa lo stesso, ragionando sulla semplicità, sul gesto poetico di rendere tutto pulito e lineare nonostante la complessità che c'è dietro.
Lì si parlava della battaglia tra personal computer, l'importanza di quel personal, qui si fa altrettanto, andando a raccontare aneddoti e riassumendo la storia di anni in poche ma efficaci parole.
Lì, infine, ci si fermava con l'avvento di internet, con la potenza di una rete capace di mettere in comunicazione con il mondo intero, qui si fa altrettanto, cercando di capire come si è passati da pochi ingenui siti, al numero incalcolabile di oggi (in realtà, un modo per contarli c'è, se quando Baricco ha steso il suo saggio si era a 1 miliardo 284 mila e 792, nel momento in cui ho scritto questo post siamo già a 1 miliardo 958 milioni 236 mila e 088).
Si parla di storia, quindi, si analizza e si registrano cambiamenti e successioni di nomi (sì, Steve Jobs ma soprattutto il suo ispiratore Stewart Brand) e di date, cercando di fare il punto.
Prima di ringraziare una voce e una mano capace di condensare il tutto in modo così ordinato, intuibile e bello, viene da chiedersi perché: perché prendersi la briga nel 2018/9 di raccontare la storia della digitalizzazione ormai in atto, se si è un "semplice" scrittore?
E questo è presto detto.

Per guardare il passato e capire oggi, guardare all'inizio per capire come si è arrivati a questa fine -in continua evoluzione- cercando quindi di stare al passo con il mondo. Che non è facile se c'è sempre uno schermo di mezzo, se le identità si moltiplicano, i punti di vista pure e la verità sembra difficile da raggiungere. Che non è facile se si è un po' snob, anche se la curiosità aiuta al confronto, a cercare quindi di capire.
Così, in questo lungo ma piacevole percorso, c'è spazio per piccole annotazioni, per ricordi personali di cataloghi impensabili regalati, di cene e amici che hanno ispirato riflessioni, per cimiteri in cui è sempre bello camminare (quelli di siti e di imprese fallite), per stoccate politiche che non mancano se la politica stessa entra in rete.
E allora, anche se non mi aspettavo un saggio, anche se grazie all'AMC molte cose già le sapevo, questo ripasso, questo nuovo punto di vista, è stato un arricchimento. Denso com'è di informazioni e riflessioni in cui, non troppo a sorpresa, ho continuato a ritrovarmi.
Scorre, Baricco, mette in ordine e dispiega dati e tesi affascinando. Rendendo anche questo strano mondo in cui stiamo vivendo, un mondo meno spaventoso, con cui scendere a patti è possibile.

2 commenti:

  1. Autore che non ho mai letto e mondi, questi di The Game, che mi respingono un po'. Anche nelle serie TV purtroppo. Cercherò di colmare le lacune, ma con altro. :)

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    1. Tra me e Baricco è amore dai tempi del liceo. Difficilmente non mi convince, e anche se alla scoperta che questo non fosse un romanzo ma un saggio ho sentito un'ondata di pesantezza, alla fine ha saputo spiegare e affrontare tutto con estrema semplicità e leggerezza. Provalo con altro, oltre lo snob c'è di più ;)

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