20 dicembre 2022

Black Humour In Breve: The White Lotus S02 - Inside Man - Bad Sisters - This is going to hurt

Sento i listoni di fine anno sul collo e così un'altra carrellata di serie TV è servita.
In comune, questi quattro titoli hanno un black humour tagliente e un'attenzione particolare alla sceneggiatura.
Il tutto, ovviamente, in breve:

The White Lotus - Stagione 2 

In Breve: dopo le Hawaii, la Sicilia.
Ma i clienti di un hotel di lusso non cambiano anche se cambiano gli attori: sempre ricchi, viziati, esagerati e sotto sotto infelici.
Abbiamo le due giovani coppie che si invidiano, la famiglia riunita in realtà separata, e ancora lei, Tanya, infelicemente sposata, che si è portata dietro l'assistente depressa e viene sedotta da una cricca di gay locali.
Non mancano due giovanissime prostitute pronte a tutte per denaro, e la manager dell'hotel senza troppi filtri.


Chi c'è: c'è ancora lei, l'esilarante Jennifer Coolidge, ma soprattutto ci sono gli aitanti Theo James e Will Sharpe, la sempre bravissima Aubrey Plaza tallonata da Meghann Fahy, la famiglia mal amalgamata composta da F. Murray Abraham, Michael Imperioli e Adam DiMarco e una Haley Lu Richardson con cui simpatizzare.
La bandiera italiana è portata fieramente da Isabella Impacciatore, Beatrice Grannò e Simona Tabasco.

Funziona? Per molti, la serie dell'anno e la stagione migliore.
Per me un'accozzaglia di cliché, con il minutaggio che non aiuta il ritmo e situazioni spesso paradossali.
Salvo le dinamiche di coppia da analizzare, salvo Coolidge fonte di meme e una colonna sonora che sa passare da De André alla Rappresentante di Lista.
E ovviamente, le location da sogno.

Tornerà? Visto l'enorme successo, sì.
Non è ancora dato sapere in quale sede del White Lotus sarà ambientata la terza stagione, però.
 
Voto: ☕☕½/5

Bad Sisters


In Breve: quattro sorelle unite da un unico obiettivo: uccidere il marito della quinta. Chiamato simpaticamente The Prick, è un soggetto viscido e vendicativo, ma soprattutto un marito psicologicamente violento che continua a passare il segno.
Come ucciderlo, però?
I tentativi saranno numerosi, quasi troppi, per una morte certa in cui nel presente indagano due assicuratori piuttosto insopportabili.


Chi c'è: c'è Sharon Horgan che la serie l'ha anche creata e scritta, ci sono Anne-Marie Duff, Eva Birthistle, Sarah Greene, Eve Hewson, e c'è un Claes Bang così odioso che a fatica lo reggerò in un'altra produzione.
E poi c'è la bellezza che l'Iralanda offre, tra case da sogno e spiagge in cui tuffarsi anche in pieno inverno.

Funziona? Sì e no.
Sì per i tentativi maldestri e la caratterizzazione di queste sorelle, no per come la si tira per le lunghe.
Qualche episodio e qualche tentativo di omicidio perfetto in meno avrebbero garantito più unità, anche per quell'assicuratore a tratti più insopportabile del Prick.

Tornerà? Nonostante il grande successo di pubblico e critica, la trasposizione del romanzo di Malin-Sarah Gozin è stata pensata come una miniserie.

Voto: ☕☕½/5

Inside Man


In Breve: Mentre un vicario si trova a commettere un sequestro di persona per salvare il figlio innocente accusato di pedopornografica, in un carcere americano un brillante assassino accetta casi irrisolti che con pochi indizi risolve.
Non ultimo, quello dell'insegnante sparita nel nulla che ha in una giornalista una preziosa alleata.


Chi c'è: David Tennant, prima di tutto.
E facciamo anche per secondo e terzo.
Un David Tennant in vesti religiose che però si trasforma in un pessimo cattivo anche se resta un ottimo attore.
E c'è Stanley Tucci, mente brillante dall'inquietante presenza che non può che ricordare Hannibal Lecter.
E poi c'è il fido Steven Moffat alla scrittura, e quando si tratta di creare personaggi dalla parlantina serrata e riflessioni non banali sulla quotidianità e sul male, ci si può fidare.

Funziona? Sì, anche se meno del previsto.
In soli 4 episodi il vicario dimostra di non essere una mente criminale dotata e tantomeno lo è una moglie poco sopportabile.
Pensare a come le cose avrebbero potuto funzionare non rende giustizia a un ritmo serrato e una sceneggiatura d'effetto.

Tornerà? No, ma Moffat tornerà a collaborare con Netflix per altre miniserie.

Voto: ☕☕/5

This is going to hurt


In Breve: siamo nel reparto di ginecologia e ostetricia di un ospedale pubblico inglese carente di fondi, dove i turni sono massacranti, i medici mancano, gli specializzati non sono pronti. E le emergenze non smettono mai.
Come mantenere il controllo?
Come far sopravvivere la vita privata?
Adam ci prova a tocchi di ironia tagliente che lo mette spesso a rischio.


Chi c'è: c'è uno splendido Ben Whishaw, mattatore quasi assoluto, che corre, pratica cesarei, ci spiega procedure mediche, passando da un paziente all'altro.
E c'è Ambika Mod, la cui crescita, la cui solitudine, non sono da ignorare.
Infine, c'è Adam Kay alla produzione, con la serie basata sulla sua autobiografia.

Funziona? Eccome!
Il ritmo veloce e incalzante che riesce a ironizzare anche nelle situazioni peggiori sfondando la quarta parete fa mangiare un episodio dopo l'altro.
Anche se il titolo, meglio avvertire, corrisponde a verità.
Si soffre, con le doglie delle pazienti, per le scelte dei medici coinvolti, per la situazione ospedaliera inglese così simile alla nostra.

Tornerà? Ancora non è stato confermato, ma spero proprio di sì.

Voto: ☕☕½/5

Nessun commento:

Posta un commento