Mondo Serial
ACAB
… Tutti i poliziotti sono dei bastardi?
Compresi quelli dell'unità antisommossa?
A prima vista, sì.
Soprattutto se si occupano con la forza di sfratti ingiusti, se nella loro operazione poco pulita ci scappa il morto.
Che va da sé è nero, immigrato, che con lo sfratto non c'entrava ma si era "messo in mezzo" per aiutare i suoi vicini.
Siamo a Madrid, in una Spagna dove il tasso di sfratti è altissimo e pure Penelope Cruz ha voluto metterci la faccia nel piccolo, politico e duro film che è En los Màrgenes.
Siamo a Madrid, dicevamo, e dopo che Yemi è morto, parte un'indagine interna per capire le colpe, dividere le punizioni.
Sotto accusa quei poliziotti stanchi, soli, che quello sfratto non lo volevano fare, non così, senza aiuti, senza colleghi.
Chi c'è allora dietro, a calcare la mano?
Una catena di potere su cui ricadono scelte e colpe, su cui bisogno fare luce.
Che non rende quei poliziotti meno bastardi o violenti, nel privato come nel pubblico.
Ma c'è chi, tra corruzione e profitti, li batte.
Dopo As Bestas mi ero ripromessa di approfondire i lavori di Rodrigo Sorogoyen e parto da qui, da una miniserie disponibile su Disney+, scritta a due mani con la fidata collaboratrice Isabel Peña.
Sei episodi in cui tutti, in realtà, sono dei bastardi.
Tutti hanno più facce, scendono a patti, vendono segreti e integrità, per raggiungere il loro obiettivo.
Non c'è una parte da tifare, anche se viene facile prendere quella della giovane idealista Laia Urquijo, che non accetta chi bara nemmeno a Trivial Pursuit e si ritrova coinvolta in una doppia indagine mettendo in prima linea la sua vita.
Difficile, invece, stare dalla parte di poliziotti che hanno i loro problemi di salute, matrimoniali, hanno un temperamento difficile da giustificare e che mostra tutta la sua pericolosità in una cena dove Sorogoyen decide di non staccare mai, regalandoci un piano sequenza ad alta tensione.
Tensione ce n'è in continuazione, in realtà.
Da un primo episodio in cui a fatica si respira sapendo come tutto può andare male, in un crescendo spesso difficile da sostenere.
Una serie spagnola passata quasi in silenzio nonostante i premi vinti in patria e che non risparmia colpi di scena, sangue e ferite.
La parte politica prevale comunque, quella di denuncia si insinua.
Con quella vittima mai dimenticata, il suo nome difficile da pronunciare e quindi facile da dimenticare per i protagonisti, ma non per gli sceneggiatori che questa situazione la sottolineano a più riprese.
Una serie che cresce episodio dopo episodio, allargando il giro senza bisogno di approfondire troppo i suoi personaggi, a cui bastano pochi gesti, pochi legami, per presentarsi.
La forza sta tutta nelle azioni, in appostamenti e in ore di servizio a mostrare la catena delle colpe.
Magari non tutti i polizotti sono dei bastardi, di sicuro c'è chi lo è più di loro.
Voto: ☕☕☕½/5
Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña non ci hanno mai deluso
RispondiEliminahttps://markx7.blogspot.com/2022/07/antidisturbios-rodrigo-sorogoyen_19.html
non ho ancora visto un'altra cosa buona (dove ha lavorato Isabel Peña) di cui leggo qui:
https://cinemagavia.es/apagon-serie-critica-estreno-movistar/
te la volevo segnalare
Proprio quando pensavo di aver fatto tutti i compiti, sbuca questa serie :) al momento risulta effettivamente introvabile, ma spero che Disney+ ci dia una mano e sicuramente non mancherò di recuperarla, grazie!
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