3 maggio 2023

Harvey

#LaPromessa2023

Chi è Harvey?
No, non Weinstein
Sia mai. 
Siamo lontani dal suo regno del terrore, siamo ancora nel 1950 e Harvey è un coniglio gigante e l'amico immaginario di Elwood P. Dowd.
Avvocato in pensione, zimbello della città, che la sorella e la nipote vogliono tenere nascosto visto che entrare nella società che conta e ingraziarsi i giusti partiti è sempre più difficile finché lui gira per strada con il suo coniglio.


Ma è davvero un matto, Elwood?
Lui che parla con un coniglio, certo, un coniglio gigante, per giunta, ma che ha la simpatia dei baristi, degli avventori del suo pub, e pure degli psichiatri che lo dovrebbero prendere in cura e non lo giudicano certo un pazzo.
Anzi!
Finiscono per convincersi che la pazza sia proprio la sorella, che lì lo vuole rinchiudere, che sbraita e farnetica tanto da finire lei con la camicia di forza dando vita a una serie di equivoci e inseguimenti folli davvero.
Elwood è invece in sé più di molti altri, il mondo ha capito come gira e ha deciso di scendere.
Solo, certo, dal cuore spezzato pure, ma consapevole che nella vita anche gli ultimi hanno bisogno di un amico, di una spalla a cui confidarsi, di un beone che gli paghi da bere e ascolti i loro problemi.


Quanto bene ho voluto a Elwood?
Tantissimo, e diciamo pure che mi sono presa una cotta tardiva per James Stewart nel ruolo che più ha amato in carriera, pur sembrando un uomo ben più maturo dei 35 anni dichiarati dal suo personaggio.
Elwood è semplice, onesto e diretto, e si staglia sopra un cast perlopiù urlante in un impianto teatrale che non a caso dal teatro arriva e tornerà spesso, anche con gli stessi attori.
Harvey, invece, resta tutto da immaginare, presenza alta e ingombrante, da aspettare e a cui concedere una sedia, lo vediamo solo in un ritratto, e tanto basta per non spaventarci troppo, che mica siamo dall'antenato di Donnie Darko.
Teatrale è appunto una trama che si svolge in appena una giornata, che si sposta di scena in scena, con personaggi esagerati ma che è un piacere seguire in piani che vanno a rotoli e inseguimenti impossibili.
Soprattutto se di mezzo ci si mette pure l'amore, come quello fra una "zitella" e un portantino, e quello fra un'infermiera e un dottore che non la capisce, con la saggezza di un taxista abituato a fare la strada da e per il manicomio a fare da contrappunto.


In un crescendo di confusione e equivoci, chi è davvero matto fra i protagonisti, non lo si sa.
Non lo è un film che nella sua dolcezza è finito chissà come nella mia lista, e da anni era lì in attesa della serata giusta in cui scoprirlo e del giorno giusto in cui scriverne, che sono arrivati tra conforto da cercare e ricercare. 
Con le piccole perle di una sceneggiatura perfetta a ricordare chi scalda i bar con i suoi avventori, e a chi all'intelligenza, sceglie la piacevolezza del rifuggire la realtà.


7 commenti:

  1. Lo voglio vedere, James Stewart era un grande grandissimo attore <3

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    1. Te ne innamorerai anche tu, un piccolo, grandissimo film!

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  2. È un film che rivedo periodicamente e ogni volta mi sorprende per la delicatezza nel suo insieme dove tutto è equilibrato come il protagonista e il suo amico Puck. Ci pensavo forse ieri sera e credo che in una prossima notte insonne mi terrà ancora compagnia. Con una buona birra, anzi due. Buona notte.

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    1. Mi dispiace averlo scoperto così tardi, ma capisco la sensazione. Ti rimette in pace con il mondo e con l'umanità, magari fossero tutti come Elwood e Harvey.

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  3. Film bellissimo, divertente e tenero ma anche molto acuto, l'ho visto molte volte ma non smetterei mai di rivederlo.

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    1. Mi sa che una seconda visione me la concederò, anche solo per farlo vedere al giovine o agli amici.

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  4. Una visione che mi ha salvato una serata, quanta dolcezza in questo James Stewart disincantato. Inizia anche tu a parlare con un Harvey gigante, lo stile è anche questo :)

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