"The thing you didn't know you wanted."
Così descriveva Barbie Margot Robbie.
E quanto c'ha ragione!
Ho passato gli ultimi mesi a schivare immagini rubate, clip rilasciate, trailer virali e una campagna marketing che ha reso un inferno la vita di chi preferisce andare al cinema a scatola chiusa.
Missione impossibile ma compiuta, riuscendo a godermi in una sala mai così piena, dalla prima all'ultima fila, uno spettacolo in lingua originale programmato solo di lunedì. Quindi immaginate quanto quell'inferno si è aggravato da giovedì, giorno d'uscita del film.
Il logo della Warner si tinge di rosa, vengo catapultata a Barbieland, e anche se da piccola a Barbie ho giocato poco, se il mio Ken si era rotto una gamba in modo irreparabile costringendo mia nonna a un'operazione di riassegnazione trasformando una Barbie in un modello trans, eccomi qui.
Di rosa vestita, sapendo che di Greta Gerwig potevo fidarmi.
Così è stato.
Con un viaggio nel femminismo, nella conoscenza di sé che passa attraverso il patriarcato del mondo reale, ma che prende la forza a tratti zuccherosa e pop di una commedia musicale.
Quasi 8 milioni guadagnati in un solo weekend, di cui 2 nel primo giorno d'uscita.
In America, i cinema presi d'assalto, il Barbenheimer diventato un meme sì, ma pure un modo per invogliare più pubblico possibile in sala.
Tutta una questione di marketing?
Di un marketing così martellante da generare gadget, linee d'abbigliamento e chissà cos'altro da risultare indigesto?
Non facciamo i conti in tasca ad un film che ha aspettato tanto e ha aspettato i nomi giusti per uscire.
Annunciato dalla Mattel nel lontano 2009 visto che un film con Barbie in carne e ossa mai era stato fatto (incredibile!), passato di mano in mano, di riscrittura in riscrittura, con Amy Schumer prima, Anne Hathaway poi e Margot Robbie infine ad essere scelte come protagoniste.
Fino all'arrivo di Greta Gerwig che la sceneggiatura la scrive a quattro mani con il marito Noah Baumbach prendendosi gioco della Mattel stessa, di Barbie stessa, e mettendoci dentro tanto di quel femminismo che già si era incontrato in Lady Bird e Piccole Donne.
Finalmente un film femminista!
Finalmente un film diretto da una donna, pensato per le donne!
Si sentono questi gridolini in giro, come se in passato icone di stile, di morale, di impegno non ce ne fossero state!
Senza dover scomodare chissà quale Thelma e chissà quale Louise, di film colorati, leggeri ma sotto sotto più profondi di quel che si pensa, ce ne sono eccome.
Un nome su tutti: La rivincita delle bionde così, per stare in tema rosa-Barbie.
Ma questo non toglie importanza alla sceneggiatura di Barbie, al messaggio che vuole mandare al pubblico molto più critico di oggi, che pur sfamandosi di meme, di GIF, di colori e balletti, ricerca la profondità.
O almeno, io la ricerco.
E in Barbie la si trova volendo fin dall'incipit di kubrickiana ispirazione.
Poi, in modo sottile -nel breve scambio con un'anziana alla fermata del bus- e in modo molto più urlato, vedi il monologo toccante che riverbera sui social di America Ferrera e il finale che allunga di troppo uno spiegone che nelle mani di Weird Barbie sarebbe stato molto più caotico e divertente.
Ma non ci si lamenta, qui. Proprio no.
Perché Barbie e i suoi stereotipi vengono abbracciati e abbattuti, gli occhi vengono aperti, i piedi toccano finalmente terra, e essere qualcosa di più diventa possibile.
Che cosa?
Non lo si deve per forza sapere, non ci si deve per forza innamorare per saperlo, a volte basta essere così sicure di sé e fissare un appuntamento dal ginecologo.
È una commedia dai tempi comici ben calibrati, Barbie.
Con gli attori giusti ai posti giusti, in un cast affollatissimo con solo qualche comparsa di grido troppo di grido per il minutaggio ricoperto. Pure questo è marketing.
La colonna sonora è così ricca da campeggiare su Spotify grazie al fido Mark Ronson, e se molte canzonette passano in secondo piano di fronte all'ugola ironica di Ken, mi limito a segnalare e salvare Lizzo e Billie Eilish.
Ma è una commedia ben scritta, soprattutto, che si prende gioco di sé e del tema che porta avanti, che si fa metacinematografica grazie alla voce narrante di Helen Mirren, che regala l'ennesimo Will Ferrell adorabile.
Poi c'è lei, Margot Robbie, una Barbie in carne e ossa, così bella da non sembrare vera, ma così umana da smorzare il sorriso a 32 denti bianchissimi per abbracciare un lato fragile fatto di lacrime, ansia e pensieri di morte. Dicono voglia dire essere donna.
Nell'anno di Babylon, dove era una forza inarrestabile di festa e esagerazione, qui entra in un personaggio più quadrato ma altrettanto sfaccettato, con il ruolo di produttrice a renderla ancor più perfetta.
Quanto a Ken... non è solo Ken.
Non è solo muscoli, capelli ossigenati e stare in spiaggia.
È un Ryan Gosling che gioca e gigioneggia, che tra una smorfia e l'altra regala i momenti musical migliori in cui trattenere le risate diventa impossibile. Lui e la sua ossessione per i cavalli, un Ken che impara come può essere un mondo non barbicentrico, rende più ricco il viaggio di riparazione di una Barbie che non vuole la cellulite.
Per fortuna, è più complessa la sceneggiatura che poteva limitarsi ad essere un viaggio da A a B e ritorno, fatto di inseguimenti e piani machiavellici che sfruttano le debolezze degli uomini vanitosi.
Si dilunga senza appesantire, si arricchisce senza perdersi.
Regalando leggerezza e risate.
"The thing you didn't know you wanted."
Questo è Barbie.
È una commedia, è un musical, è un inno al femminismo a volte sottolineato pesantemente a volte appena accennato, è un'operazione di marketing riuscita, è un film che fa stare bene.
Che fa ridere, sorridere e sospirare.
Non tanto per il mondo perfetto che mostra, quanto per la leggerezza con cui invita al cambiamento.
Voto: ☕☕☕☕/5
Alla fine mi ha pure divertito, ma... Ve prego, femminismo anche no 😅 in quanto a femminismo "Revenge" se lo mangia a colazione.
RispondiEliminaSarà anche didascalico e basico, ma se non si parla di femminismo qui, di cosa si parla per metà film, su? Mica si deve spargere sangue, poi per fortuna ampia il messaggio a una presa di coscienza generale. Sempre didascalica, ma va bene così.
EliminaL'ho adorato, coi suoi tantissimi pregi e qualche difetto, tra cui un didascalismo un po'eccessivo. I'm kenough sarà il mio motto d'ora in avanti!
RispondiEliminaQuel didascalismo è l'unica pecca, sforbiciato qualche spiegone sarebbe stato perfetto. Quanto mi sono divertita, che sorpresa dopo questi mesi martellanti di marketing!
EliminaMolto divertente e brillante, ma secondo me fallisce quando vorrebbe raccontare qualcosa di più. Tenta, ma lo fa in maniera un po' didascalica e stucchevole (se avessi bevuto un cicchetto ogni volta che veniva pronunciata la parola "patriarcato", sarei finito in coma etilico). Gosling subito iconico!
RispondiEliminaPurtroppo la sceneggiatura brilla in alcuni punti, si perde in lezioncine in altre. Per fortuna si rimedia tra balletti e canzoni, e visto il grande pubblico a cui è indirizzato non mi lamento troppo.
EliminaDi questo film abbiamo scritto tutti, ha generato una perigliosa "battaglia tra i sessi"... io mio pongo nel mezzo: straordinaria operazione di marketing (è un complimento), ottima confezione, buoni attori, sceneggiatura appena sufficiente. E, permettimi, anche un po' troppi stereotipi sul maschilismo (ma, trattandosi di Barbie, va bene anche così)
RispondiEliminaSono riusciti a sorprendermi nonostante mesi di anticipazioni, già questo merita un premio. Non capisco come la sceneggiatura riesca a passare da momenti brillanti e geniali, a lezioncine basiche, come se non sapesse scegliere a che pubblico riferirsi e abbracciasse tutto. Chiaro, vuole comprendere tutti, anche i detrattori o i distratti. Però quanto mi sono divertita, quanto vorrei rivederlo!
EliminaMi trovo molto, molto d'accordo con te. Penso comunque che anche le critiche siano mosse più da aspettative alte
RispondiEliminaÈ stata un'impresa sfuggire alle anticipazione e cercare di non avere chissà quali aspettative, arrivare a scatola chiusa e godermi lo spettacolo. Ho fatto bene, anche se qualche difettuccio c'è, è compensato dal risultato generale sorprendente.
EliminaUn bellissimo film <3
RispondiEliminaE cmq anche Speed Drive di Charli XCX (quando Barbie scappa) è una bella canzone :)
Il mio gusto musicale si è fermato all'ironia di Lizzo e alla malinconia di Billie, ma in questi giorni mi riascolto la colonna sonora anche solo per ritrovare le canzoni di Ken :)
EliminaLa curiosità sale sempre di più!
RispondiEliminaSpero di riuscire (finalmente) a vederlo nel weekend...
Un buon film didascalico.
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