Ve la ricordate Becky?
La Kevin McCallister molto più splatter, molto più sanguinolenta che combatteva i nazisti nella sua casa al lago?
È stato un instant-cult un paio di anni fa, quei film che nascono bene, con una loro identità forte e la capacità di conquistare il pubblico.
Vuoi per l'inventiva di Becky nel progettare armi, vuoi per la sua "divisa" da imitare a forma di capello di volpe, vuoi per il padre che si ritrovava. Sì, sì, parla la fan di Community che è in me, ma se avevo intercettato il film è stato per la presenza -breve, troppo breve- di Joel McHale.
Grazie alla Bolla, ora so che Becky è tornata.
È cresciuta soprattutto, e non ha smesso di avere sete di vendetta.
Matt Angel e Suzanne Coote coprono la crescita di Lulu Wilson mostrandoci le sue fughe da una famiglia affidataria all'altra, i suoi allenamenti per essere sempre pronta a tutto e infine la famiglia che si crea, con il cane corso Diego al seguito, nella casa dell'anziana Elena.
Ma i guai non mancano ad arrivare e hanno purtroppo le brutte facce e i modi ancor peggiori di quei nazisti che in America spopolano nelle periferie pronti a creare "scompiglio " (usiamo questo eufemismo) ai rally dei politici all'opposizione.
Come resistere al trattarli male, a umiliarli?
Ovvio che Becky non resiste, ma compie il primo e unico errore di una sceneggiatura che altrimenti non potrebbe partire: li provoca, e loro rispondono con il sangue.
Va da sé che Becky forte di anni di allenamento e di rabbia che aspettava il giusto movente per esplodere, si organizza, li stana nella loro baita isolata, e dà inizio al massacro.
Breve come certi film di genere devono essere, The Wrath of Becky immerge in quella dimensione splatter e giocosa dove i colpi sono sempre più truculenti e il sangue più copioso.
La maturità si sente, Becky diventa narratrice a suo modo affidabile, e passa per armi più sofisticate e cattivi più cattivi, anche se hanno la faccia solitamente scema di Seann William Scott, che nei panni del sadico nazista sta inaspettatamente bene, e vuole essere un complimento. Distorto, ma un complimento visti i ruoli a cui è abituato.
Il resto sta sulle spalle di Lulu Wilson, dallo sguardo sgranato e impavido, dalla furia omicida. Che pur non avendo visto John Wick so anch'io che la regola numero uno tra i sicari è "Non toccare il mio cane".
Nella sua brevità e nel suo rimanere chiuso a pochi cattivi, questo secondo capitolo è chiaramente una parentesi in attesa di un sequel già confermato che fa di Becky l'eroina partigiana di una trilogia.
Non a caso, c'è una porta ancora da aprire, e ora che nelle vesti sempre affascinanti di Kate Siegel un nuovo futuro può iniziare, sarà un gusto sconfiggere altri nazisti.
Voto: ☕☕½/5
Più scemino del primo e Becky più "personaggiA", ma sempre adorabile. Aspetto con ansia il terzo capitolo!
RispondiEliminaOra anch'io, le cose si faranno più serie e spero anche più godibili!
EliminaQui c'è più maturità e la voglia di andare avanti con la storia. Diciamo che finché i film in serie sono così, piacevoli nel sangue, apprezzo. C'è bisogno di combattere i nazisti :)
RispondiEliminaConsiderando che il primo era un Mamma, ho perso l'aereo splatter, dal sequel mi aspettavo un'ambientazione a New York :)
RispondiEliminaMa i nazisti a NY faticano a inserirsi, chiusi in baite aumentano il divertimento!
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