8 marzo 2025

In Giro per il Mondo: The Sweet East - Spell - Sergio & Sergei

Dopo il Giappone, il Perù e il Vietnam, questa settimana si conclude con altre tre tappe in giro per il mondo con tre film che avevo segnato in agenda da così tanto tempo che nemmeno ricordo più come ci erano finiti.
Piccole sorprese e piccole avventure:

The Sweet East
Negli Stati Uniti

Un'epopea americana in stile indie.
Un viaggio attraverso l'America e le sue contraddizioni da parte di una giovane e bella ragazza bianca che si ritrova invischiata nelle situazioni più assurde pur rimanendo per lo più annoiata  e indifferente.
Lilian è in gita scolastica a New York, e annoiata dai suoi compagni di casse, scappa durante una rapina dal retro di un locale per finire via via in un circolo di anarchici in protesta, ospite di un professore di estrema destra pronto a fare un attentato, star paparazzata di un film di prossima uscita e infine prigioniera di un gruppo di fondamentalisti islamici.
Annoiata ma scafata, riesce a sfuggire indenne ma anche senza cambiare troppo da tutte queste situazioni assurde, usando il suo fascino e la sua sfacciataggine per ammaliare l'estremista di turno e ingannarlo. Vuoi per soldi, vuoi per sopravvivere, vuoi per noia.


In fondo, sembra dirci, tutti vogliono le stesse cose: essere presi sul serio, essere riconosciuti come tali da una bella ragazza e magari portarsela pure a letto.
Ma in questa odissea che segue il linguaggio indie, Talia Ryder dalla presenza magnetica, Lolita arguta, lancia le sue frecciatine senza affondare mai davvero.
The Sweat East fa più notizia per il cast di grandi nomi che Sean Price Williams, direttore della fotografia al suo esordio alla regia, riesce a coinvolgere (Simon Rex, Ayo Edebiri, Jeremy O. Harris, Jacob Elordi, per dire) che non per la trama in sé che come la sua protagonista resta in superficie, scappa senza imparare, sopravvive senza cicatrici apparenti, mentre il mondo là fuori continua ad andare avanti.
Nonostante la bellezza delle immagini girate in 35mm e il divertimento involontario che certe situazioni suscitano, questo dolce est non riesce a lasciare il segno come vorrebbe.
Come un'Odissea minore, si guarda e passa.

Voto: ☕☕½/5

Spell
In Islanda

Il cuore infranto e un unico modo per cercare di stare meglio: scappare in Islanda.
Potrebbe essere l'inizio di un film metafisico su come superare un lutto nella selvaggia natura del nord o anche una commedia romantica in cui questo illustratore americano ritrova una speranza oltreoceano.
Spell si spinge molto più in là, con un protagonista con compulsioni assodate e medicine carenti che si ritrova solo in Islanda, solo in tour, fra negozi e musei che mettono in crisi quelle sue compulsioni e le sue credenze.


Inizia così un viaggio interiore e esteriore decisamente strano, in cui ci viene chiesto di credere ad antiche leggende, a simboli dimenticati e a seguire Benny in questo percorso rituale che prevede fuoco e sangue nella natura più selvaggia fino a rischiare tutto e confrontarsi con se stesso.
E con il passato soprattutto, con il rapporto complicato con quella ex che non c'è più e su come superare il senso di colpa e i rimpianti.
Onestamente, non ricordo com'è che un film così con un protagonista così è finito nella mia lista dei film da vedere.
Probabilmente solo per dare uno sguardo da lontano all'Islanda e alla sua natura che chissà quando potrò permettermi. Anche solo per questo, una visione la merita immersi come saremo in una natura selvaggia e poco amica.
Ma le strane pieghe che prende Spell, che segue Benny, sono molto strane, e i toni cupi, molto cupi, non aiutano ad apprezzarlo appieno.

Voto: ☕☕½/5

Sergio & Sergei
A Cuba

Da una parte Sergio, professore e padre cubano, che produce alcool e sigari illegalmente per avere abbastanza per mantenere la figlia e la madre in un'isola in cui la corrente elettrica non sempre c'è, il soldi neppure.
Dall'altra Sergei, astronauta russo abbandonato nello spazio dalla sua madrepatria che ha i fondi per riportarlo a casa.
Come possono entrare in contatto due Sergi così distanti?
Con delle radiotrasmittenti, a livello tecnico, che servono a Sergio per pianificare il suo viaggio e tenersi in contatto con il modo là fuori che gli fa capire come il sogno comunista della sua Cuba sta lentamente affondando e che servono a Sergei per cercare un aiuto insperato che arriva fino all'America in un tempo di guerra fredda e crisi diplomatica.
Con le disillusioni di un sogno comunista che si infrange, a livello emotivo. La Russa e il suo impero che crollano, Cuba che chiede troppo ai suoi abitanti, che si spiano, che si interrogano, che vengono sospettati.


Anche in questo caso siamo di fronte a un film strano, a un film difficile da realizzare tenendo conto delle nazioni in gioco e degli ideali che vanno a scontrarsi.
Come parlare realmente della realtà cubana degli anni '90?
E come parlare di quella Russia, oggi?
Potenze su carta con un'economia tutt'altro che florida, le vediamo attraverso gli occhi e le voci di due eminenti cittadini lasciati allo sbando.
Per fortuna, qui se ne parla con i toni della commedia, spesso dell'assurdo, come di una leggenda impossibile a cui credere, ma che tra confidenze personali toccanti e agenti segreti che hanno il faccione di Ron Perlman, riesce a divertire e insegnare pure qualcosa senza scadere nella facile retorica americana.
Spunto dall'agenda con della soddisfazione, e un pizzico di incredulità.

Voto: ☕☕½/5

1 commento:

  1. Con The Sweet East speravo di trovare una nuova chicca indie, invece è parecchio dimenticabile e non lascia il segno. Regista e protagonista comunque sono promettenti e spero che in futuro ci regalino di meglio...

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