2 dicembre 2014

The Newsroom - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi.

Ah, magari tutti i recuperi fossero così veloci!
Siamo alla seconda stagione,e già sono in pari con la messa in onda americana, cosa volere di più? Forse dell'altro tempo? Forse un lavoro per MacKenzie e McAvoy?
Ecco, sì, quello continuo a desiderarlo ancora, anche perchè rispetto al primo ciclo, qui la loro sintonia si è particolarmente consolidata, e con la loro anche quella di tutto il resto del cast, pardon, della redazione.
I dialoghi serrati e ricchi di frecciatine e ironia sono così più scorrevoli e fluidi, e chi si trova a decantarli, più convinto e credibile.
Se questa è la prima miglioria, l'altra va sicuramente a toccare la struttura narrativa del racconto, che ha questa volta un fil rouge dalla prima all'ultima puntata, e che porta noi spettatori a rimanere ancora più avvinti dalla trama.


Ci sono interrogatori in corso, infatti, e non con la polizia ma con un abile avvocato.
Ma perchè?
E che è successo alla bionda e timida Maggie per farla diventare una punk dalla chioma rossa?
Per rispondere a questa e altre domande dobbiamo pazientare, dobbiamo ascoltare tutte le risposte, tutto lo snocciolarsi di colpi e contraccolpi che portano alla questione Operazione Genova.
Undici mesi vengono così rappresentati, mostrandoci ancora una volta la realizzazione quotidiana del notiziario, con la primavera egiziana e le imminenti elezioni di metà mandato a farla da padrone.
Come però già per l'anno prima, a interessarci forse di più sono i rapporti personali dei protagonisti, con il triangolo tra Maggie-Jim-Don diventato ancora più complesso, costringendo il terzo incomodo a partire per una rovinosa campagna elettorale in cui però, forse, qualcosa a livello sentimentale cambia.
Maggior spazio viene poi lasciato all'intelligente e bella Sloan, alle sue cadute, alla sua tagliente ironia e goffaggine che fa a pugni con la sua presenza da modella, dando quella leggerezza e quel ritmo necessario ad ogni episodio.
Lo stesso Neil e la sua fissazione con internet si fanno più pressanti, e quello che sembra un inizio a rilento, con il movimento #OccupyWallStreet deriso dai più, con la stessa rivoluzione civile in Egitto, seguiti attraverso twitter dimostrano come il giovane la vede lunga, molto più dei pilastri della ACN, e che le sue inchieste sono solo all'inizio.


Quello che non è cambiato, è alla fine la dedizione di Aaron Sorkin al suo prodotto, garantendoci così dialoghi sopraffini, situazioni in cui si passa dal serio all'umorismo senza per questo perdere spessore.
Continuano ad esserci quei discorsoni tipicamente all'americana, certo, ma sempre in contesti in cui hanno senso, in cui si è preparati.
L'escamotage dell'inchiesta a scoprire funziona alla grande, riscattando i ruoli negativi dei Lansing e dando a Charlie un peso fondamentale, oltre ad introdurre una sexy avvocato che sa il fatto suo.
Non si può non negare, quindi, una crescita rispetto alla prima stagione che va a culminare in un finale in cui volenti o nolenti le lacrime scorrono copiose, e poco importa se ad interessarci davvero dovrebbero essere i risultati elettorali, quel bacio, anzi, quei baci, emozionano molto di più.
E già ci fanno capire che MacKenzie e McAvoy ci mancheranno.


1 commento:

  1. Al contrario di te, io ho trovato la seconda stagione meno brillante della prima, il che non significa che fosse da buttare, eh. Spero tanto nella terza ed ultima, della quale sono ancora volutamente a digiuno.

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