17 luglio 2015

'71

Andiamo al Cinema

Il racconto di una guerra ci sembra sempre così distante.
In termini di tempo, con quelle mondiali a fare da spartiacque, guerre che nella maggior parte dei casi nemmeno i nostri nonni hanno combattuto e di cui restano film su film spesso noiosi, spesso ricchi di cliché, che poco sanno regalare di nuovo se non si racconta qualcosa di più personale, di più unico all'interno di guerre di cui, vuoi per la scuola, vuoi per l'appunto per le innumerevoli pellicole prodotte, già si è raccontato.
In termini di spazio, poi, con quelle attuali relegate al medio oriente, così distante non solo a livello geografico ma anche a livello di cultura, con gli americani che ne fanno una propaganda, a volte riuscita, a volte meno.
Ma ci sono guerre che si sono combattute vicine a noi, nello spazio e nel tempo.
Solo 50 anni fa, l'Irlanda del Nord era in rivolta, le bombe esplose erano all'ordine del giorno, e tutti, dai bambini alle madri, ne erano coinvolti.
Anche su questo argomento ne sono stati fatti parecchi di film, alcuni riusciti, altri meno, che cercavano di spiegare e di entrare nella testa dell'IRA, nella rabbia che provocò non solo una Bloody Sunday.


Con '71 si va invece nel singolo, si guarda al particolare per tracciare una linea generale, non tanto di condotta, di avvenimenti, quanto di un ambiente e di una realtà.
Squadre dell'esercito inglese, impreparate e giovani, convinte di dover andare in Germania, che vengono invece spedite al di là di uno stretto di mare, imbracciando per la prima volta sul serio, fucili e scudi di protezione. Giovani calati in una realtà di cui magari han sentito parlare ma che corrisponde a una vera guerra, con confini ben delineate, zone di rischio, sommosse che prendono più l'aspetto di guerriglie, dove la protezione, e la preparazione, possono letteralmente salvare la vita.
Nel caos di Belfast viene mandato anche il giovane Gary Hook, e in quel caos si perde.
Lasciato indietro dalla sua squadra, si ritroverà a dover sopravvivere a una situazione che sembra paradossale, a semplici abitanti che non si fanno scrupolo ad uccidere, a nascondere e scambiare armi, a tradire. La lunga notte di Hook lo vede cercare disperatamente di tornare in caserma, cercando di affidarsi a chi sembra poterlo proteggere, anche se questo qualcuno è più piccolo di suo figlio e più adulto e padrone della situazione di lui stesso.
In questa lunga notte, Hook imparerà la vera e cruda realtà dietro queste sommosse, con accordi, doppi giochi, tradimenti in cui la sua stessa testa è messa in palio. Ma c'è spazio anche per un briciolo di umanità, di aiuti che arrivano in momenti insperati e che lo fanno sopravvivere, lo fanno andare avanti. anche se questo sembra voler dire tornare indietro.


Prima dell'exploit in Unbroken e dopo l'esordio fulminante in Skins, Jack O'Connell ha dimostrato tutta la sua bravura e la sua intensità in un ruolo silenzioso e misurato.
Il suo Hook lo si segue trattenendo con lui il fiato, accelerando con lui i battiti del cuore, gridando di dolore, anche.
La guerra che vediamo con i suoi occhi è davvero quella di "stronzi ricchi che comandano ad altri stronzi di far fuori poveri stronzi", una guerra che sembra non avere senso, e nemmeno ideali, seppur proprio su questi si era iniziata.
Yann Demange, al suo esordio, è così ben bilanciato nel mostrarci questa cruda realtà senza esagerare, ma puntando su scene ad alto tasso di adrenalina e pathos, facendoci restare a bocca aperta in un paio di sequenze mortali che da sole bastano la visione.
Per capire meglio cosa e come si è svolta a livello storico la rivolta irlandese, ci sono molti, e anche migliori film, ma per viverla dal dentro, nel piccolo di un soldato semplice e di una singola notte, '71 fa il suo dovere, lasciando il segno.


3 commenti:

  1. Un buon film, che segna un esordio interessante e conferma il talento di O'Connell, anche se personalmente, a livello emotivo gli ho preferito Bloody Sunday.

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    1. Della questione irlandese mi mancano molti capisaldi filmici, ma prendo questo come primo passo verso i veri cult.

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  2. O'Connell si sta costruendo una bella carriera, e qui per quanto silenzioso, tiene davvero bene la scena!

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