Ne ho sempre riconosciuto la bellezza, il comparto tecnico da invidia, le interpretazioni contenute ma intense, ma con i russi-americani la scintilla non è mai scattata.
Colpa mia, sembra, visti i pianti fatti per la fine di questa serie, già giudicata "I Soprano di questo decennio", già definita con uno dei migliori finali di sempre.
Io, li avevo abbandonati con la quarta stancante stagione, una stagione che girava sempre attorno alle diversità di azione fra Philip ed Elizabeth, con lei devota alla causa e pronta a tutto per amor di patria, lui tentennante, o semplicemente con un cervello, che minava le sue capacità di killer a sangue freddo, mettendo in dubbio il male che l'America doveva rappresentare.
C'erano poi gli insopportabili figli, un Henry lasciato di qua e di là, spesso fuori scena, una Paige che negli anni '80 glam e "da bere", era un'adolescente cristiana piena di fede.
Troppo, per farmi andare avanti.
Ma visti gli elogi di cui sopra, visto che "uno dei miglior finali di sempre" non volevo certo perdermelo, ho recuperato, mi sono messa in pari.
Ed è stato un sacrificio enorme.
Sono stati 23 episodi lunghi e spossanti, in cui la scintilla certo non è scattata, in cui certe dinamiche tornano ancora e ancora a ripetersi, in cui l'FBI non sembra cavare un ragno dal buco.
Note positive?
Paige rinsavisce, a quel pastore leggermente inquietante non crede più, e man mano che la madre la istruisce, la plagia e la trasforma in una spia, cambia lei, si fa pure più carina, ma non per questo più simpatica.
Il vero e importante cambiamento si ha però con l'ultima stagione, che stacca gli eventi (drammatici e importanti fin là: l'ennesima missione, gli ennesimi travestimenti e gli ennesimi nuovi partner da spiare con cui andare a letto anche se il romanticismo ci guadagna) della quinta stagione portandoci avanti negli anni, in cui Philip si è ritirato, fa l'agente di viaggi a tempo pieno, lasciando nelle fragili e ormai logorate spalle di Elizabeth tutto il lavoro. Lei, che si trovava d'accordo, lei che era pronta ad andarsene e tornare a casa, si incupisce, diventa difficile (leggasi pure stronza) tanto con il marito che con quella figlia che sta seguendo le sue orme. Lui, sbaglia ancora e ancora, di questa libertà non sa bene che farsene, soprattutto se deve convivere con i sensi di colpa.
Il colpo di scena, però, avviene quando quella volpe dell' agente dell'FBI Beeman, inizia a insospettirsi, a fare 1+1, a vedere qualcosa che non quadra nei rientri a notte fonda di due semplici agenti di viaggio.
Alla buon'ora, e pensare che con il nemico potrebbe andare a letto da anni!
Così, l'azione prende piede, un po' di cardiopalma si fa sentire, e con gli ultimi due episodi il destino di tutti i Jennings viene messo in discussione.
Ma bastano due episodi vissuti con la giusta dose di ansia, con i doverosi confronti, a risollevare stagioni e stagioni spente?
Basta un livello tecnico elevatissimo -tra fotografia, costumi, scenografie e ovviamente una colonna sonora so 80's (da segnalare Peter Gabriel e il bellissimo uso di Brothers in Arms dei Dire Straits, mentre stenderei un velo pietoso su With or Without you)-, bastano le interpretazioni intense e sincere di Keri Russell e Matthew Rhys -nel mentre coppia pure nella vita- a far scattare la scintilla?
Non per me, purtroppo, che alla lentezza di The Americans continuo a preferire il lento fluire di Mad Men, per confrontare un'altra serie storicamente collocata in cui sembra che poco accada.
Quel finale, quindi, che sembra più uno smacco che un lieto fine, mi ha visto solo tirare un sospiro di sollievo, per buona pace dei veri fan.
La coscienza è pulita, un'altra possibilità l'ho data, ma questi russi-americani non sono fatti per me e non ne sentirò la mancanza.
Voto: ☕☕/5
Io non l'ho neanche iniziata, essendo nel catalogo di Netflix italiano. Che dici, gli devo dare una chance, oppure no?
RispondiEliminaA detta di tutti, sì. Elogiato in ogni dove, in effetti di altissimo livello come serie, ma io mi ci sono più annoiata che entusiasmata purtroppo. E ancora non ho capito se sono l'unica -Cannibale a parte, forse- ad avere avuto questo problema.
EliminaSe non ricordo male, pure io l'avevo abbandonata alla quarta stagione. Con un certo rammarico, ma non abbastanza da compiere un "sacrificio" come il tuo.
RispondiEliminaUna serie di qualità, ma anche troppo lenta e noiosa. Temo che The Handmaid's Tale possa fare la stessa fine...
Mmm, veramente la sta già facendo. :)
Io ho ancora fiducia in una terza stagione piena di sangue e rivoluzione, basta che non la tirino per le lunghe.
EliminaQui, il sacrificio c'è stato davvero, mi spiace, ma a questi personaggi, a questa lentezza, non sono riuscita ad abituarmi.
La seguiva mio padre, quindi mi è capitato di fermarmi su qualche episodio. Inutilmente lenta, ho visto lumache andare molto più veloce, ma la coppia Russell|Rhys ha un gran fascino. Ho visto il finale perché ero curioso di vedere il confronto con lo sveglissimo vicino di casa e il destino dell'intera famiglia... non mi è dispaciuto :)
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