17 marzo 2020

Hunters

Mondo Serial

Cosa c'è di peggio per gli ebrei negli anni '70 a New York?
Essere additati sempre come "Gli ebrei"?
Dover subire barzellette razziste che non fanno ridere?
Ritrovarsi a fare la spesa con gli stessi "uomini" che li torturavano, li tenevano prigionieri, li volevano annientare nei campi di concentramento?
Sì, tutte e tre, ma la terza ha un che di "peggiore" in più.


Perché sì, sono passati 30 anni da quando i cancelli del lavoro che nobilita l'uomo sono stati aperti, ma certi gerarchi, certe SS, certi nazisti, vivono ora tranquillamente e si muovono per l'America.
Dove hanno una nuova identità, un nuovo lavoro, una nuova vita.
Ma ci sono loro, per fortuna: i cacciatori.
I cacciatori che hanno il compito di scovarli, e di far loro pagare per quello che hanno fatto.
Chi sono i cacciatori?
Via con i titoli di testa:


Sono Joe, reduce dal Vietnam, arma letale e tormentata


Sister Harriet, suora convertita che punisce in nome di Dio


Roxy, attivista che sa per quali cause lottare


Lonny Flash, attore di filmacci di serie B in prima linea nella lotta di serie A


Murray e Mindy, marito e moglie, sopravvissuti pur avendo perso un figlio, capaci di costruire armi e sistemi di spionaggio


Meyer Offerman che tutto spesa, controlla, gestisce in quanto sopravvissuto pure lui.


Di questi variegati (e visti i tempi che corrono chiaramente politicamente corretti nel rappresentare più colori di pelle possibile) cacciatori farebbe parte anche Ruth, ma Ruth è stata uccisa.
Proprio da un nazista.
Eredita il suo posto il nipote Jonah, che conosce così la doppia vita di una nonna che non le mandava certo a dire, che per prima aveva deciso di dare la caccia ai suoi aguzzini.
Jonah, che lavoricchia in un negozio di fumetti, bazzica per Long Island con i suoi amici,  si rivela all'altezza della situazione capace com'è di risolvere enigmi, codici, unire i puntini.


Così Hunters, in 10 lunghi episodi, dà vita a una caccia al nazista (inizialmente uno ad episodio) per poi ampliare il suo tiro.
Ma mostra anche altro.
Un'indagine dell'FBI che vede la detective Millie Morris (donna, nera, lesbica!, vogliamo coprire altre caselle?) stare alle calcagna di questi cacciatori ma pure dei nazisti, che con sicari senza un briciolo di umanità, colonnelli (donne, ovviamente) dai malevoli piani pandemici si sono ormai infilati in ogni livello della società americana, dalla politica, alla farmaceutica, fino alla NASA.


La storia fatta di azione, di piani quasi infallibili, di conflitti interiori, di doppi e tripli giochi, ha il suo perché.
Gigioneggia che è un piacere, creando momenti assurdi e geniali (quiz, documentari, fantasie di denuncia), nostalgie verso quei colorati anni '70 newyorchesi concedendosi parentesi fumettose che sembrano uscite dalla penna ironica di Tarantino vista la sua esperienza nel cacciare nazisti e razzisti.
Ma non tutto convince come dovrebbe.


C'è il peso che questi luuuunghi 10 episodi hanno sulla durata della stagione in sé, con momenti di pesantezza inevitabile.
C'è un cast azzeccato in parte (Al Pacino -e chi lo può criticare!- e Logan Lerman, cresciuto bene) difficile da digerire e difendere nell'altra (Josh Radnor così volutamente esagerato da infastidire, Jeannie Berlin -Ruth- che in una scena di confronto quanto mai importante se ne sta beatamente distesa sul divano).
C'è infine un eccesso di brutalità, di ricamare sopra la storia a renderla ancora più drammatica che lo stesso Museo di Auschwitz ha criticato.


Un eccesso che arriva fino al finale, in cui al grido di "non è ancora finita, abbiamo un altro colpo di scena per voi!" si va avanti di assurdità in assurdità.
È una serie TV, mi si dirà.
È godibile, pulp, commovente nei momenti giusti.
Ma a conti fatti, proprio come la sua sigla si dilunga così tanto, ha un'estetica stridente, che non la rende la bomba che poteva essere.


Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Nonostante il buon Logan, che adoro, non mi ispira né la vedrò.

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    1. Episodi troppo lunghi anche in caso di quarantena. L'entusiasmo iniziale si spegne subito, e più si va avanti più si esagera, purtroppo. Salta senza problemi.

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  2. Post molto pop, per una in bilico tra serietà e momenti da fumetto. Mi è piaciuta, però che fatica arrivare alla fine, questo minutaggio extra large di molte serie tv, comincio a patirlo. Cheers!

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    1. Qui con il minutaggio si esagera proprio, episodi che non finiscono più e con molti momenti sforbiciabili. L'avrei preferita più pop e meno esagerata, ma alla fine si eccede e i troppi colpi di scena fan sbuffare. Mi chiedo cosa e come faranno nella seconda stagione...

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  3. Il primo episodio mi aveva entusiasmato parecchio, poi il secondo un po' meno, e adesso mi sono arenato con il terzo. Forse se li avessero accorciati sarebbe stato meglio.
    Vedrò di proseguire, comunque...

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    1. La lunghezza è davvero una brutta bestia, anche perché a lungo andare pure certi personaggi stancano.
      Probabilmente, pure Tarantino avrebbe tagliato qua e là.

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