Il Lunedì Leggo - Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban di J.K. Rowling

Finirà per essere questo il mio capitolo preferito della saga?

Al momento, lo è, ma ci sono altri 4 tomi ad aspettarmi e i toni che si faranno ancora più cupi. 

Spero, mi sembra di ricordare.

Di certo si sono incupiti ora, tra dissennatori e un passato che si va a svelare.

La struttura a cui la Rowling si era affidata nel suo primo seguito viene qui malleata, cambiata e adattata e ce ne guadagna il lettore, coinvolto così fin dall'inizio da due fughe, quella ribelle di Harry sul Nottetempo, quella del temibile prigioniero di Azkaban, a minacciare la sua permanenza al Paiolo Magico in attesa di tornare ad Hogwarts.

Chi è davvero Sirius Black?

Perché cerca proprio lui, sempre lui, e lo vuole morto?

Per scoprirlo, si deve aspettare.

Si deve tornare fra i banchi di scuola in cui le materie cambiano, nuovi professori si aggiungono.

E come sempre, come già i film mi facevano sospirare, a cambiare è quello di Difesa dalle arti oscure, che vede il preparato, sicuro e finalmente degno di essere un Professore di questo nome Lupin.

Se il buon Hagrid viene promosso a professore di Cura delle creature magiche puntando in alto fin da subito con gli ippogrifi, si aggiunge Divinazione, in cui,... beh, la penso come Hermione e come la McGonagall (o McGranitt, maledette traduzioni postume) sulle capacità divinatorie di Sibilla Trelawney (o Cooman, maledette traduzioni postume).

Dicevo, sarà questo il mio capitolo preferito?

Sarà questo, quello che non avevo letto ai tempi delle superiori, troppo grande, troppo poco interessata alla moda del momento, e che invece essendo più adulto, più cupo, poteva farmi cambiare idea e avvincermi totalmente?

Staremo a vedere, di certo è il capitolo che più mi ha coinvolto, dimentica di quanto avevo visto 4 anni fa nel film, ho seguito le avventure del solito trio di impiccioni sorprendendomi ad ogni svolta.

Ma come, Crosta, quel Crosta a cui mi ero affezionata, che mi faceva tanto sorridere, non è solo un buffo topo tontolone?

Ma come, quel Lupin, non è un semplice mago intelligente e protettivo nei confronti di Harry?

Ma come, Sirius non vuole uccidere Harry?

Il finale, a cui si arriva dopo fughe proibite grazie a mappe malandrine, partite di Quidditch in cui più che per Harry si fa il tipo per Oliver Wood (o Baston, sempre maledette siano le traduzioni postume) alla sua ultima possibilità di conquistare la Coppa, partite che regalano emozioni forti grazie all'abilità di Cedric, grazie al gioco sporco dei Serpeverde, a una nuova mitica scopa come la Firebolt… il finale, dicevo, sorprende non una, non due, ma ben tre volte.

Sorprende nelle sue rivelazioni, in quel Crosta che è un mago mutaforma, in Sirius che è un amico fidato e un padrino pentito, in quel giratempo che cambia le carte in tavola, proprio lì mentre sembrava che tutto potesse essere perduto. D'altronde, come potevano quelle pagine che ancora mancavano essere solo quelle che portavano di nuovo alla stazione di King Cross?

Lo zampino è sempre quello del saggio Silente, di cui mi sono accorta di aspettare pazientemente l'apparizione.

A salvare la situazione è poi ancora una volta Hermione, che intuisce, capisce, gestisce le cose.

Forse il loop temporale che si crea funziona meglio su grande schermo, e infatti resta una delle cose che più ricordavo, Patronus compreso. Su carta si perde la sincronia dei movimenti, la possibilità di far cadere tutto da un momento all'altro.

Di certo, il giratempo mette in mezzo molte questioni sul perché non sia stato utilizzato prima, per fermare, arginare, il potere di Voldemort. Ma lascio ai patiti e frequentatori di forum queste questioni.

Con il passato che si fa sempre più interessante, con Harry per cui si finisce per provare più simpatia ora, in balia com'è di cicatrici e dolori da cui mai si può guarire, la voglia di proseguire verso titoli decisamente più corposi è ancora più alta.

Anche solo per rispondere alla questione iniziale: finirà per essere questo, il mio capitolo preferito?