16 dicembre 2020

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

Andiamo al Cinema su Netflix

Hey, l'hai sentita l'incredibile storia dell'Isola delle Rose?
No? Ma dai, quell'Isola creata giusto 500 metri fuori dalle acque italiane, autoproclamatasi nazione?
Sì, fuori dalle acque di Rimini, dove Giorgio Rosa ha deciso di realizzare un sogno, e pure una sfida: lui ingegnere con il pallino delle invenzioni, decide di fondare il suo Stato.
E di crearselo.
Perché?
Perché si può.
E un po' perché è il 68, quale anno migliore per essere anarchici?
Un po' di ingegno, un po' di fondi, un po' di sana follia, e l'isola è fondata.
Ci sono già i primi abitanti, naufraghi e apolidi, e quell'isola diventa meta di curiosi, di turisti, diventa un bar o una discoteca, okay, ma le cose devono essere fatte sul serio. 
Ci vogliono un Presidente, un governo, una Costituzione. 
E il riconoscimento da parte del mondo.
Allora, l'avevi sentita questa incredibile storia dell'isola delle Rose?
No?


Nemmeno io.
Come avesse fatto a sfuggirmi una storia così incredibile ancora non lo so.
E sì che di storie simili vado in cerca, mi ci soffermo.
Fortuna che Sydney Sibilia ha deciso di farcela conoscere e di rendere ancora più incredibile questa già incredibile storia.
Romanzandola un po', accelerando tempi e cambiando e aggiungendo e mescolando personaggi, per farne un film… incredibile.
Un film che grida libertà e speranza, che è dolcemente romantico.
Perché sì, se un ingegnere con il pallino delle invenzioni decide di farsi la sua Isola, non può farlo che per amore.
Per colpire e impressionare una donna.
Come a dire: se una macchina costruita interamente da sé non basta, anzi, comporta pure un arresto, perché non tentare il tutto e per tutto?


È così che nei panni di Giorgio troviamo un incredibile Elio Germano con accento bolognese, accompagnato dalle spalle comiche Leonardo Lidi e Tom Wlaschiha e innamorato -e come dargli torto- della bella Matilda De Angelis (sulla differenza di età possiamo sorvolare? sorvoliamo.).
Lo stile pop e preciso di Sibilia è sempre quello, quello della trilogia di Smetto Quando Voglio in cui azione e ritmo vanno di pari passo ad una storia raccontata a ritroso e a una colonna sonora d'epoca… forse la più incredibile epoca per la musica leggera italiana? Diciamo di sì.
Colorato e spumeggiante meglio di tanti film balneari-nostalgici, capace di dare stoccate a un governo in cui presiedono gli irriconoscibili Zingaretti e Bentivoglio e pure di strappare risate all'interno di un Vaticano sorrentiniano, L'incredibile storia dell'Isola delle Rose è davvero incredibile.
Facciamo più irresistibile, e spinge a saperne di più, ad invidiare chi lì è sbarcato, chi ha respirato quell'aria unica di libertà che faceva pensare che tutto, pure crearsi una propria terra, era possibile.



La vera storia della micronazione di Giorgio Rosa QUI
Voto: ☕☕/5

9 commenti:

  1. Onestamente non mi ha fatto impazzire. L'ho trovato molto più superficiale di Smetto quando voglio, che almeno qualche riflessione la suscitava.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il tocco romantico ha forse nascosto parte dell'aria di libertà del progetto, ma di un film così fresco e così leggero senza essere banale avevo bisogno. E poi la storia ha davvero dell'incredibile anche se romanzata un filo troppo.
      La trilogia resta comunque superiore.

      Elimina
  2. Mi è piaciuto un sacco.
    Un cinema giovane, un inno ai sognatori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fresco e nostalgico allo steso tempo: si, ne avevamo bisogno!

      Elimina
  3. Molto spazio all'immaginazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispetto alla storia vera sì, ma ne è uscito un film ancora più incredibile!

      Elimina
  4. Nonostante le lodi che ovunque sono state tessute per questo film e nonostante la mia quasi adorazione per la trilogia di Smetto Quando Voglio che quindi dovrebbe farmi avere una fiducia cieca nei confronti di Sibilia, non riesco ad avere la sensazione, del tutto aprioristica ovviamente, di essere di fronte ad una di quelle storie e di quei "mood" un po' da fiction di raiuno con Beppe Fiorello... Ovviamente sicuramente mi sbaglierò, ma questa sensazione mi tiene ancora lontana dal film che, sicuramente, se non subitissimo, comunque guarderò.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le fiction di Fiorello sono davvero un'altra cosa, ti rassicuro :)
      Qui c'è quel nostalgico-balneare di vecchie commedie, ma c'è la mano di Sibilia che fa la differenza sia alla regia che con le scelte musicali.
      Leggero ma con le sue frecciatine, non è il nuovo Smetto quando voglio, ma si difende bene.

      Elimina
  5. Incredibile anche quanto mi sia piaciuto!
    Sulla differenza d'età non c'avevo pensato, ma alla fine Elio Germano è sempre così in parte che ci si dimentica che ha 40 anni e quindi forse è un po' grande come neolaureato. Anche se in Italia un neolaureato 40enne ci può stare. :D

    RispondiElimina