20 luglio 2021

The Handmaid's Tale - Stagione 4

Mondo Serial

Cos'era successo a The Handmaid's Tale?
Dove era andata a nascondersi la serie capolavoro in grado di far riflettere, aprire gli occhi, predire un futuro parlando di un passato ma in fondo anche di un presente angosciante come può essere il mondo di Gilead?
Che fine aveva fatto l'intensità della storia, chiusa in casa Waterford?
Che fine aveva fatto June, la sua voce guida, i suoi pensieri di ribellione a farci da voce narrante?
Già, che fine avevano fatto?


Come molte serie di successo, anche The Handmaid's Tale ha subito la cura "allunga il brodo". 
Finito il materiale di partenza scritto da Margaret Atwood nel lontano 1985, gli sceneggiatori hanno voluto proseguire, a nostre spese.
Perché certo, l'intensità c'era ancora, ma passava tutta attraverso scene maestose che gridavano: "Guarda come sono perfetta!", e per la solita bravissima Elisabeth Moss. Ma all'ennesimo primo piano, all'ennesimo sguardo in macchina, si iniziava a trovare fastidioso il fatto di lasciare tutto sulle sue spalle.
La seconda stagione, per dire, puntava su una scena di parto dolorosa ed eccessiva.
E ci si chiedeva:
Ma la storia?
La trama?
Dov'erano finite?
Dov'era finito il senso logico di uno Stato così chiuso, così perfetto e ben organizzato come Gilead in cui June riesce a scappare in continuazione?


Beh, a questo proposito, le cose nella quarta stagione non cambiano.
I comandanti, come i loro sottoposti, come Aunt Lydia ormai una scimmiottatura del passato, continuano a perdere colpi e farsi scappare la più nota delle ancelle, una che rispetto a tante altre compagne finite al muro per una risposta sgarbata, non si capisce com'è che sia ancora in vita, che riesca a scappare ancora, a salvarsi ancora, a muoversi indisturbata fra terre di nessuno e infine approdare in Canada.
Messa da parte la necessaria sospensione di incredulità, veniamo al dunque.


Questa quarta stagione che non s'aveva da fare, che arriva dopo una terza quanto mai stanca che solo nel finale pieno di pathos trovava un suo senso, ritorna ai fasti di un tempo.
Con le dovute differenze, va detto ed è stato detto.
Ma una volta esaurita la solita fuga, le solite tappe da affrontare, una volta che l'azione si sposta tutta fuori e dentro un'aula di tribunale, con June chiamata a testimoniare e fare i conti con i suoi traumi, allora, ci siamo.
Ci siamo nel vedere le crepe nella perfezione che Serena continua ad immaginare, gli assurdi credi di Fred, gli ancor più assurdi loro sostenitori.
E ci siamo grazie a lei, la solita Elizabeth Moss, mi ripeto, che gela con sguardo in macchina e un monologo in cui racconta quanto subito, stupri e violenze, guardando infine noi.
Questo il momento chiave.
Poi certo, urla, scalpita, rischia di andare in overacting. Ma questo momento, fa dimenticare tutto.


Quello che dà un senso alla stagione, che fa dimenticare improbabili amori impossibili, con la Moss che si mangia a colazione O. T. Fagbenle nella sua recitazione, nei suoi toni, così fuori contesto e fuori tema da far odiare il suo Luke. Non che si tifi Nick, da queste parti.
Non che si capiscano le scenette di Luke e Moira famiglia perfetta, poi. O gli accordi che si riescono a stringere.
Ma ci sono scene dalla fotografia perfetta che gridano giustamente: "Guarda come siamo perfette!" e c'è la musica che sempre ha regalato grandi gioie, e lo fa anche qui, nella prima parte soprattutto, con perle a tema come Street Spirit (Fade Out) dei Radiohead e I Say A Little Prayer di Aretha Franklin, anche se ho storto il naso alla cover di Fix You.


Il finale, sanguinolento e carico di soddisfazione, fa presagire quella che si spera sarà una stagione conclusiva ad alto tasso di vendetta.
Preghiamo insieme, allora, per chiuderla il prossimo anno, non al meglio, più tardi del previsto, dopo alti e bassi.
Ma chiudiamola, che anche se ci si è ripresi, è giunta l'ora.

Voto: ☕☕/5

3 commenti:

  1. Potrei sottoscrivere ogni singola parola. È un peccato che non si rendano conto che stiano tentando di portare avanti qualcosa che doveva essere stoppata molto prima. È come fare una copia da una fotocopia: prima o poi il risultato sarà sbiadito. Temo arriveremo a quel punto, ma spero di no.

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    1. Mi chiedo se non se lo chiedano anche gli attori coinvolti: non si stancano? Non vedono i momenti imbarazzanti dell'ennesima facile fuga?
      Speriamo sappiano fermarsi e di farlo con il botto.

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  2. A tratti rischia anche lei di stancare, di andare in overacticng soprattutto visti i banalotti attori che la circondano, non alla sua altezza o in grado di avere lo stesso pathos.
    Spero che il rinnovato amore e gli applausi che è tornata ad avere questa stagione, non porti a pensare di andare avanti a lungo.
    Incrociamo le dita.

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