Il revival degli anni '80 non è ancora finito.
Così come non è finita la voglia di François Ozon di sperimentare.
Torna, però, su passi già noti: quelli estivi e vintage, per l'appunto, quelli degli amori giovanili, con protagonisti che scoprono le prime pulsioni.
Niente di licenzioso, niente di fenomenale o di originale.
Solo due ragazzi, uno sicuro di sé l'altro ancora timido, che si scontrano in pieno mare, stringono amicizia, e si cambiano la vita.
Ma cosa rappresenta meglio l'estate, se non un amore estivo e giovane?
Siamo in Normandia, in una località turistica dove però Alexis e David vivono.
Il primo, abbandonato dal migliore amico che ha scoperto le ragazze, il secondo, con un rapporto complicato con la madre (la solita stralunata Valeria Bruni Tedeschi), si è sostituito al padre gestendo il negozio di famiglia.
David salva Alexis da un piccolo naufragio su un piccolo barchino e gli salva pure l'estate: offrendogli un lavoro ma prima di tutto un'amicizia, che si trasformerà presto in amore, tenero e totalizzante, infine, ossessionante.
Se la trama non sembra niente di nuovo, è la narrazione che fa la differenza.
Con Alexis voce narrante che nella prima scena -nessun pericolo spoiler, quindi- si presenta arrestato dalla polizia e parla di morte, introducendo David nella storia come un futuro cadavere.
Così facendo, stuzzica: mettendo dubbi, facendo fare supposizioni, andando a coinvolgere lo spettatore nel cercare di costruire e anticipare la trama.
Che si risolve in modo così malinconicamente semplice, da funzionare.
La bellezza dei due protagonisti Félix Lefebvre e Benjamin Voisin fa la sua parte, così come la cura nei costumi e nella scenografia vintage, e la colonna sonora va da sé è composta da chicche originali di JB Dunckel (degli Air) e pezzi che diventano parte del racconto a firma Cure e Rod Stewart.
Più francese e più giallo di Chiamami col tuo nome, meno erotico di Swimming Pool e con una citazione che arriva dritta da Il tempo delle mele, Estate '85 non è la meraviglia che ai tempi della sua presentazione a Cannes si sperava, ma sa difendersi bene.
Come ogni amore estivo, in fondo.
Voto: ☕☕½/5
Di François Ozon ricordo con piacere il film *Frantz*, con la splendida Paula Beer.
RispondiEliminaSpero che *Estate '85* sia altrettanto bello.
Ozon si diverte a cambiare genere e stile, non è fra i suoi migliori -così come non lo era per me Frantz- ma si lascia guardare.
EliminaDi questo film ho sentito praticamente tutti parlare molto bene ma, rimanda oggi rimanda domani, alla fine me lo sono perso :( spero di recuperarlo in qualche modo. Certo che Ozon è così prolifico che è difficile stargli dietro...
RispondiEliminaQuando ieri l'ho visto fra le foto di Cannes mi sono chiesta come fa, anche perché riesce a cambiare stile ad ogni film. Non lo metterei fra i suoi migliori, poteva uscire anche dalla penna di Dolan, ma male non è.
EliminaNon il mio Ozon preferito, ma mi è decisamente piaciuto. Leggero e disperato.
RispondiEliminaSottoscrivo, me l'ero persa nel post ma impossibile non pensare a Dolan visti i protagonisti.
EliminaSperavo fosse il nome Chiamami col tuo nome. Mi hai abbassato un po' le aspettative, ma un po' ci spero ancora... :)
RispondiEliminaÈ un Chiamami col tuo nome molto francese e con una vena gialla, insomma, un Dolan non indimenticabile ma un Ozon che si diverte anche questa volta.
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