Si resta in Francia anche oggi, spostandosi tra Parigi e Lione in compagnia di quel bel faccino pieno di talento di Louis Garrel.
Da un cult mancato alla sua ultima fatica:
Les Chansons d'Amour
Io mica lo avevo visto nel 2007 Les Chansons d'Amour.
Non lo avevo nemmeno mai sentito.
Fortuna che c'ha pensato Mubi, o l'algoritmo che ha intercettato la mia cotta per Garrel, a farlo tornare in auge.
E come potevo essermi persa un film con Louis Garrel, un film musical con Louis Garrel, un film musical ambientato a Parigi con Louis Garrel?
Visto oggi, perde fascino solo per quella moda di inizio anni 2000 invecchiata un gran male, ma per il resto è un bellissimo omaggio al cinema musicale francese (Parapluies de Cherbourg su tutti, lacuna ancor più clamorosa) con citazioni che solo IMDB mi ha fatto conoscere.
Ma è anche un bellissimo film originale, dove le musiche coprono il giusto minutaggio, facendo ballare, cantare ed esprimere i personaggi fra le strade di Parigi.
E non potrebbero essere più francesi!
Una coppia impegnata a salvare il rapporto attraverso un ménage à trois, che complica le cose, tra litigi e gelosie e difetti che emergono, fino a spezzare il cuore.
Letteralmente.
E come si va avanti, con un lutto e una colpa addosso?
Come si allontana una famiglia di cui si faceva parte ma che ora diventa ingombrante, come si salva un'amicizia che tutto aveva incrinato e come si esprime davvero il dolore per una perdita che sembra impossibile?
Si canta, si balla, si fa sesso, passando di letto in letto, facendo di una cotta quasi adolescenziale quell'amore che forse può salvare.
E poco importa se si tratta di un uomo.
Louis Garrel mica sta a polemizzare, non siamo mica nei polemici giorni d'oggi.
Se di Garrel ci si innamora ancor più grazie al canto e alla giovinezza, se Ludivine Sagnier diventa un angelo e Chiara Mastroianni la sorella rigida, la regia di Christophe Honoré è quella più divertita, che accelera, che insegue, che spiazza e che non esce dal 10° arrondissement.
Nonostante l'impegno, le canzoni molto didascaliche non finiranno nella mia playlist, ma Les Chansons d'Amour finisce fra i film cura-per-una-serata-storta.
L'Innocent
Facciamo un bel salto in avanti nel presente, con Louis Garrel sia davanti che dietro la macchina da presa.
Davanti, è ancora lui: Abel, il suo alter ego già visto in Due Amici, L'Uomo Fedele e poi in La Crociata.
Dietro, si diverte a re-immaginare il matrimonio della sua vera madre, impegnata nel teatro nelle carceri e sposa di un carcerato.
Lo fa dal suo punto di vista, quello del figlio, che sospetta, che non si fida, che inizia a inseguire, preoccuparsi, accusare e infine farsi complice di quel ladro dal cuore d'oro che gli offre l'occasione di uscire dal suo lutto vedovile con un colpo perfetto: rubare del caviale.
Quasi un segno del destino per Abel che lavora in un acquario, e che coinvolge suo malgrado l'amica Clémence portandolo ad affrontare i suoi sentimenti.
Ne esce una commedia ricca di equivoci e situazioni paradossali, che diverte e si diverte mettendo il rude Roschdy Zem nei panni di un criminale fascinoso, la solitamente spigolosa Noémie Merlant in quelli di una buffa sigle, e Anouk Grinberg in quelli di una madre dai toni esagerati.
Romantico e zuccheroso riesce a farsi pure film d'azione in un terzo atto dove tra sparatorie e inseguimenti, il Garrel regista dà il meglio di sé.
E chi è, alla fine, l'innocente del titolo?
Un marito innamorato che non sa uscire dai giri loschi o quel figlio che insegue le orme materne, facendo pace con la sua coscienza sporca?
Quel che è certo è che Louis Garrel è colpevole solo di saper spezzare il cuore.
Voto: ☕☕½/5
Carino L'innocent. Considerando che Garrel jr. difficilmente sbaglia un colpo, mi sa che mi tocca recuperare anche l'altro film ;)
RispondiEliminaUn musical non troppo musicale, ma molto francese.
EliminaIo cerco La Crociata, ero convinta di averlo visto ma sembra di no... che memoria.