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Quando si diventa adulti?
C'è un'età, un momento, preciso?
E se adulti lo si diventa per forza?
È quello che è successo a tre fratelli, orfani troppo presto, che prendono strade diverse.
Ora si ritrovano, svogliatamente.
Eric, quello che se n'è andato, quello che non torna mai, è in città per un giorno appena.
Giusto per lavoro, per rivedere le sorelle, per giocare una partita a poker.
Ma quando vince, e un'altra partita lo tenta, resta.
E quando vince ancora, e viene invitato a un torneo per gente più seria, resta una notte in più.
O forse, resta un po' anche per loro, per Rachel chiaramente depressa, che vive sola nella grande casa di famiglia che ha deciso di salvare e comprare.
E per Maggie, troppo piccola per conoscerlo davvero, che vorrebbe legare, finalmente.
Ma questi tre fratelli non sono più uniti come un tempo, la sincronizzazione che avevano è fuori fuoco.
Possono riuscire i balletti, le canzoni, ma i ricordi sono ormai sbiaditi dalla tristezza.
E dal fatto che Eric se n'è andato.
E Rachel è rimasta.
E Maggie era troppo piccola.
Ci si nasconde dietro vocine, imitazioni, dietro scuse e dietro bugie.
Ci sono rivendicazioni, nascoste, c'è una rabbia repressa, e c'è un umorismo strano che un tempo li univa e che ora sembra sempre sbagliato sulle labbra di Eric.
Che se n'è andato.
Come risolvere, allora, questo ritardo?
È il classico film Sundance, quello di Dustin Guy Defa, anche se è stato presentato alla scorsa Berlinale.
Una famiglia particolare e triste a modo suo, un piccolo paesino con gli strani personaggi, l'autunno nelle sue sfumature più malinconiche, le case e lo stile dei protagonisti a definirli.
E gli attori, ovviamente, dalla faccia da sberle dalla Michael Cera che scrive anche le canzoni di questi fratelli, alla certezza che è ormai Sophia Lillis nei piccoli ruoli che si sceglie arrivando alla vera scoperta, Hannah Gross già vista in Mindhunter.
Insieme, stonano e si studiano, brillano appena, per ritrovarsi in momenti canori e in balletti strani che non sembrano usciti dall'algoritmo di TikTok, per fortuna.
Quando si diventa adulti, e come si affronta un lutto?
Come lo si supera pure, in percorsi diversi?
Non è niente di fenomenale, questo ritratto di chi cerca di ritrovarsi.
Di chi adulto non si sente ma è chiamato ad esserlo pur cercando la scusa per ritornare indietro, quando i problemi erano altri.
Ma The Adults è uno di quei piccoli film che salva una serata e fa sentire meglio.
Servono anche loro, nella loro stranezza.
Voto: ☕☕☕/5
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