Lui è un dublinese che suona il contrabasso in un gruppo che fa rock anni '50 senza troppo successo, in una Dublino piuttosto deprimente in cui è tornato a vivere con il padre e i suoi amici depressi e divorziati, e in cui lavora con la madre nell'ufficio informazioni turistiche dell’aeroporto.
Lei è un’americana di passaggio a Dublino, che aspetta di andare a Parigi per la grande occasione come illustratrice di libri per bambini, ha un fidanzato ad aspettarla a New York, avvocato ben dotato.
I due, ovviamente, si incontrano all'aeroporto, con lei alla ricerca di un hotel dove stare per una notte, lui a darle quell'informazione.
Sembrerebbe la più classica delle commedie boy meets girl, con tanto di notte da passare insieme per le strade dublinesi, tante Guinness da scolarsi, tanto di cui parlare e conoscersi.
E invece Stanby è un boy REmeets girl, perché Alan e Alice si sono già conosciuti, si sono già amati, si sono già lasciati.
Otto anni fa.
In quella che è stata un’estate di lavoro a Martha’s Vineyard in cui la passione è esplosa, e dove a quanto pare tutto si è interrotto: la distanza, la proposta avventata di matrimonio per ottenere la green card, una carriera che sembrava sul punto di partire ma dall'altra parte dell'oceano.
E invece i due si ritrovano, con tanto di lasciato in sospeso, con la vita che non li ha risparmiati, con quell’amore che sembra non essersi mai spento.
E così la loro notte si fa all'insegna del divertimento e del non pensare, tra un matrimonio, un rave, un concerto e una bevuta, con qualche confessione che arriva inaspettata, che spaventa e illumina la loro via.
Come andrà a finire?
Purtroppo, come ci si aspetta.
E non è un purtroppo di scontentezza come se l’happy end, anche quando più scontato, non vada bene.
È che dopo aver perso un’intera notte a far fare ai due protagonisti discorsi più o meno profondi, fargli vivere avventure più o meno divertenti, seppur strutturate fin troppo a tappe che nascono e si esauriscono, sembra quasi che si sia dovuto chiudere tutto in fretta e furia, senza dare davvero il tempo di decidere qualcosa di migliore, anche a livello di dialogo.
Un peccatuccio che rende Stanby una delle tante rom com in circolazione, non tra le migliori, ma non per questo non godibile e non deliziosa.
Dublino nonostante le tante dichiarate falle in tema divertimento, conquista altrettanto, vista e vissuta nel suo lato meno turistico, e poi c’è una colonna sonora retrò quanto basta, impreziosita da un duetto trascinante, a condire il tutto con zucchero e simpatia.
Con due protagonisti belli e bravi come Jessica Paré (che conquista punti simpatia rispetto alla sua canadese in crisi di Mad Men) e Brian Gleeson (che ricorda un giovane Ewan McGregor, e no, non è la fangirl che è in me a giudicare), non innamorarsene sarà difficile, e anche resistere alla tentazione di scolarsi qualche bicchiere di vino o di birra, Guinness possibilmente, durante la visione.
Lo avevo notato sui soliti siti.
RispondiEliminaSegno, per una visione leggerissima. :)
Segna, per quanto leggero e un po' frettoloso nel finale è uno di quei film che piacciono a noi :)
Eliminasegno subito! w dublino!
RispondiEliminaE viva l'amore! Dublino nonostante la ritrosia del protagonista si difende bene, soprattutto col bere :)
EliminaPotrei vederlo per Jessica Paré. E pure per Dublino. E pure per avere la scusa di bere Guinness. :)
RispondiEliminaDirei che di scuse ne hai a sufficienza, e finalmente Jessica fa la simpatica!
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