Perché non l'ho visto prima? La domanda sorge da sé, spontanea, alla fine delle venti puntate che costituiscono prima e seconda stagione di Master of None.
Rubo l'incipit a Mr. Ink perchè è esattamente quello che ho pensato appena ho iniziato, mentre vedevo e quando ho finito di recuperare Master of None.
Dov'ero quando iniziava due anni fa su Netflix questo gioiellino di serie?
Perché non me l'ero segnato, perchè non ho ascoltato i consigli e le classifiche?
Perché?
Sta di fatto che per fortuna ho rimediato in fretta, ed è stato amore.
Non a prima vista, lo si deve ammettere, che come sempre mi ci sono voluti un paio di episodi per entrare nel mondo di Dev, giovane newyorchese dalle origini indiane, attore di spot pubblicitari che vorrebbe di più dalla vita, appassionato di cibo -in particolare di pasta-, e ovviamente alla ricerca dell'amore.
In questa sua ricerca, però, c'è spazio per la vita.
Per riflessioni sulla paternità, sul lavoro, sulle sue origini pure, assieme agli amici di sempre, strampalati e adorabili come lui.
La prima stagione dedica tante puntate a temi singoli, compresa la questione femminile con riflessioni mica da ridere, per poi far trovare l'amore a Dev, nei panni colorati e dolci di Rachel.
E qui c'è il primo episodio da incorniciare: Mornings, che racchiude tutta la bellezza e la complessità dell'amore e della vita di coppia.
Il finale della stagione, dolceamaro e sorprendente, lascia in sospeso ma ormai conquistati del tutto.
E si approda così a una seconda stagione ancora più bella, ancora più geniale, ancor meglio scritta.
E non solo perchè siamo in Italia, perchè patriotticamente ci si innamora della genuinità di Alessandra Mastronardi, ma perchè Dev/Aziz Ansari, dà il meglio di sé, e qui da incorniciare c'è più di un episodio.
Il primo, The Thief, che ricalca Ladri di biciclette, mettendo in bianco e nero Modena e le sue strade, mettendo nel destino di Dev una ragazza da conquistare e un ladro che mette il bastone fra le sue ruote.
New York, I love you, poi, in cui più vite, più personaggi, si scontrano e si sfiorano a New York finendo per vedere tutti lo stesso film, in una coralità degna del miglior cinema, un po' come anche in First Date, in cui si passano in rassegna numerosi primi appuntamenti random ai tempi di oggi, di app e istantanee.
Infine, lo so che il cuore dovrebbe battere per Amarsi un po', per quel romanticismo che scioglie, per la bellezza struggente che mostra, per la semplicità e la complicità che mostra, e non a caso, si sforano i canonici 30 minuti, ma sono come la giuria degli Emmy, e premio la profondità, lo schematismo e la commozione che Thanksgiving sa regalare, nel suo percorrere attraverso il Giorno del Ringraziamento la scoperta, il rifiuto e l'accettazione di una figlia e della sua sessualità.
Nell'arco di venti episodi, non mancano guest star d'eccezione, non manca la musica, quella bella, quella giusta, che nella seconda stagione ha un suono retrò tutto nostro, italiano, che fa sciogliere ancor più.
Master of None è quindi tutto questo, è risate grasse e sincere in un bar a bere birra, è lacrime inaspettate per genitori e nonne da conoscere, è l'amore in ogni sua forma, è filosofia, è leggerezza, è profondità.
Come se le Girls di Lena Dunham fossero meno egocentriche e si muovessero per New York con occhi sognanti e pronti alla scoperta.
Come se i film indie si facessero ad episodi, regalando emozioni a suon di 30 minuti.
Come se.. no, Aziz Ansari, nuovo idolo, nuovo genio scoperto, è unico e irripetibile, e sa andare a segno con una semplicità sconcertante. Grazie, per questo gioiellino.
Quell'incipit, infatti, mi era familiare!
RispondiEliminaGeazie per avermi citato e sì, grazie ad Aziz.
Un recupero doveroso il nostro, e un pensiero comune per quel ritardo da pagare. Ora, ti prego Aziz, facci una terza stagione!
EliminaBel post, Mr Ink... ehm, volevo dire Lisa. :D
RispondiEliminaAnche per me non è stato amore a prima vista. Anzi, ci ha messo ancora di più a scattare. La stagione 1 me l'ero guardata con grande piacere, però l'avevo trovata carina e nulla più.
La stagione 2 è qualcosa di clamoroso. La classifica dei migliori episodi dell'anno in questo 2017 rischia di essere dominata da Aziz. Mi sa che dovrò fare una classifica a parte solo per lui...
Guardando la versione Ansari di Ladri di biciclette (non Il ladro di biciclette, corri o meglio pedala a correggere, prima che i fan del neorealismo come Ford si incazzino) ho capito che questa seconda stagione aveva una marcia in più. O forse l'ho capito quando è comparsa la Mastronardi, chi può dirlo? :)
New York, I Love You e Thanksgiving sono dei piccoli (ma neanche tanto piccoli) capolavori e con la bellezza struggente di Amarsi un po' penso di essermi commosso come non capitava dalla visione di Arrival e La La Land.
Tra l'altro io lui lo adoro già dai tempi del geniale show di MTV Human Giant (https://en.wikipedia.org/wiki/Human_Giant) e adesso la finisco qui perché per oggi sto facendo troppo il saputello e comincio a starmi sulle scatole da solo. :D
Dopo i primi episodi di riscaldamento, in realtà già la prima stagione mi aveva convinto: sarà che l'arrivo di Rachel ha alzato l'asticella e quel Mornings l'ho trovato di una bellezza unica. Quasi più di Amarsi un po', forse perchè più vicino a me come sviluppo e come coppia protagonista.
EliminaCorro a correggere, per fortuna questo posto non è frequentato da neorealisti bacchettoni, ma solo da saputelli come te ;)