21 agosto 2018

Aliens - Scontro finale

#LaPromessa2018

Secondo incontro con gli alieni per un sequel che stranamente sa reggersi in piedi.
Sa reggersi per le premesse, non totalmente per il suo sviluppo.
Sono passati 57 anni (CINQUANTASETTE!) da quando il tenente Ripley ha sconfitto quell'Alien a bordo della Nostromo e assieme al buon Jonesy si è lasciata andare all'ipersonno in attesa di soccorso.
E quando -con notevole ritardo- quel soccorso arriva, molte cose sono cambiate e la sua stessa reputazione è messa in dubbio.
Nel mentre, e per assurdo, sua figlia è invecchiata più di lei e ormai anziana non c'è più e su quel pianeta dove tutto ha avuto inizio, i terrestri han ben pensato di costruirci una nuova colonia. Carne fresca per gli aliens, quindi, una nuova missione per Ripley che si ritrova a salutare Jonesy, ad affrontare traumi e incubi ricorrenti per mettere fine una volta per tutte alla specie assassina.



Ad affiancarla nella missione, un manipolo di soldati che sono in tutto e per tutto il cliché del soldato americano: con le palle, senza paura, piuttosto idiota, e va da sé infatti che la missione che sembrava facile e indolore, si rivela essere rischiosa e mortale, prima di tutto per quei soldati anonimi di cui mai sapremo i nomi.
Quella colonia è stata spazzata via nel giro di pochi giorni, unica sopravvissuta una bambina altrettanto traumatizzata, che a Ripley si affeziona, che cerca con lei di sopravvivere, chiusi in un bunker, con i minuti contati.
Non uno, quindi, ma tanti Aliens incattiviti e violenti, non un cast circoscritto e una dimensione piccola della storia, ma un respiro più ampio, in cui c'è più di un cattivo, pronto a sacrificare chiunque pur di riuscire a portare a casa un esemplare di alieno da poter analizzare e replicare come arma.


Come sempre, quando si tratta di azione e di inseguimenti e di fughe e di uccisioni, mi annoio con facilità, come sempre, quando il sequel non è semplice proseguimento ma ci gode -o è quasi costretto- a richiamare parti e momenti essenziali del suo capostipite, un po' storco il naso.
Qui, ovviamente, c'è abbondanza di entrambi gli elementi, soprattutto del secondo, con la trama in sé che sembra speculare, soprattutto nel finale che va ad allungare il brodo e a regalare qualche risata stiracchiata per l'uso di un esoscheletro elevatore, quanto mai anni '80.
Suona strano da dire, e quasi difficile da digerire, ma nello spazio James Cameron non è Ridley Scott, se quest'ultimo donava eleganza e armonia anche tra il fuoco e il sangue, Cameron eccede in americanismi.
Già qui, quindi, mi sembra andata persa una genuinità di fondo, mi sembra che gli aliens, il loro essere pericolosi e affascinanti, spaventosi e intelligenti, vengano sfruttati per puro piacere e intrattenimento, mettendo in secondo piano la struttura narrativa che altro non è che un gioco di domino, in cui a rimanere in piedi più a lungo sono le sole pedine che si conoscono.
Per fortuna, Ellen Ripley si dimostra un personaggio di spessore, con i suoi traumi, i suoi anni di vuoto e una maternità andata perduta che trova una seconda chance, regge da sola l'intero film.
Strano a dirsi #2: questo mi basta.


Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Come dicevo ieri nel commento ad Alien, forse questo capitolo lo preferisco addirittura, e James Cameron ci teneva talmente tanto che si è pure autocitato in Titanic - TITANIC che autocita Aliens, è follia. E' vero che si punta molto di più sull'azione, ma non l'ho trovata una cosa pesante e anche io sono uno che si annoia quando si spara e si picchia, in questo caso però ben venga

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    1. Sai che non l'avevo colta la citazione di Titanic? Grazie per la dritta ;)

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  2. Stavolta non proprio d'accordo, anche se è innegabile che il cambio di "prospettiva" e "genere" non potesse che scontentare alcuni spettatori, ma anche far piacere a moltissimi altri compreso me ;)

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    1. Un proseguimento troppo militaresco, fin dalle basi non poteva convincermi del tutto.

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  3. Per me un film, per quanto diverso dal primo, fighissimo e potente ancora oggi. La Regina è una bomba, e la componente action ha ispirato generazioni di videogiochi e film di genere. Cameron, per me, vinse la scommessa.

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    1. Se il primo chiuso nella NOSTROMO aveva il suo perché quasi indie, qui ci si allarga troppo all'action anni '80, e io ne risento ;)

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