3 maggio 2020

Due Dramedy/Due Antologie: Breeders | After Life s02 | Tales from the Loop | Little America

La fase 2 arriva domani.
Siamo pronti?
No?
Sì?
In ogni caso, queste sono delle serie con cui consolarci: brevi, intense, che richiedono lacrime ma strappano anche più di qualche risata.


After Life - Stagione 2


In Breve: Torniamo nella vita di tutti i giorni di Tony, che si alza ancora pensando a Lisa, sfama la sua good girl, fa strane conversazioni con la sex worker Roxy e con il postino Pat e va a lavoro.
Strane interviste lo aspettano, la visita consueta al padre e alla moglie in cimitero, trovandosi così a confrontarsi ancora e ancora con Emma, e a riflettere sul tutto con Anne.
Niente di nuovo, quindi, rispetto alla prima stagione perché il lutto non passa in un'istante. Anzi, diciamo che non passa mai, si deve solo imparare a conviverci.
Così cerca di fare Tony, alternando giornate in cui cercare di essere zen, altre in cui aiutare un amico fa stare bene, altre ancora in cui si vede solo tutto nero.


Si ride? E si piange, soprattutto. Se i tempi comici di Ricky Gervais non sono propriamente i miei, sa commuovere con una semplicità disarmante. Basta una cartolina, basta un padre che accarezza un cane. E quei ricordi, raccontati e condivisi, bellissimi.
Van meglio queste situazioni rispetto a quelle dissacranti sugli uomini da bar o sugli spettacoli di paese fin troppo strani.

Funziona? Tirando le somme, ancora sì. Il carico emotivo è di quelli impegnativi, e anche se questa quotidianità ripetitiva non sempre coinvolge, gli affondi ci sono e lasciano in una valle di lacrime.

Voto: ☕☕½/5


Breeders


In Breve: essere genitori al giorno d'oggi non è tutto rosa e fiori.
Ne sanno qualcosa Paul e Ally non proprio giovanissimi, che sono alle prese con Luke e Ava e tutto quello che comporta avere figli, fra riunioni, scelte scolastiche, infortuni più o meno gravi.
Volano urla, quindi, anche quando non si vorrebbe.
Le notti sono in bianco.
E pure la convivenza ne risente.

Chi c'è: Martin Freeman, che ha anche creato la serie, qui piacione come non mai.
Daisy Haggard, ma anche i loro ingombranti, inglesissimi genitori, compreso Michael McKean (il Chuck di Better Call Saul).

Si ride: sì, l'umorismo è quello scorrettissimo e inglese, in cui si offende tranquillamente il figlio, si prendono in giro gli altri genitori e pure i propri.
Ma si piange anche, per come viene affrontato ad esempio il tema della morte, per un finale altamente drammatico che non ti aspetti.

Funziona? Sì, imperfetti e veri, modello non sempre da prendere ad esempio ma a cui invidiare l'intesa, Paul e Ally sono una famiglia del piccolo schermo con cui cenare con piacere.

Voto: ☕☕/5

Tales from the Loop


Tutto è partito dagli strani mondi creati dall'artista Simon Stålenhag.
L'idea di ambientarci delle storie, di popolare un paesino dell'America anni '70 in cui strani progetti, strani fenomeni e avvenimenti accadono è venuto dopo.
Tutto ruoto attorno al fantomatico laboratorio sotterraneo del Loop, e delle sue invenzioni, ripescate da laghi, trovate in mezzo ai boschi.
La serie disponibile su Prime Video è quello che si definisce un gioiellino per gli occhi in cui ogni scena sembra un quadro, in cui ci si perde volentieri con Rebecca Hall e Jonathan Pryce a primeggiare sul cast.
La tecnologia retrò, così come gli ambienti stessi sono uno sfondo-protagonista di storie a volte a sé, altre collegate a formare un puzzle in cui coesistono fantascienza, poesia, robotica e umanità.
Visto che a fare classifiche non so dire di no, questa è quella degli episodi che la compongono:

8. Loop (1x01)


Il primo episodio dovrebbe essere sempre quello più appetibile, che spinge ad andare avanti.
In questa caso no.
I ritmi lenti, una leggera prevedibilità del finale e una protagonista che non sprizza troppa simpatia rischiano di affossare l'interesse.
Per fortuna l'ambientazione incuriosisce e si recupera in fretta.

7. Enemies (1x07)


Alla regia c'è Ti West, e si sente.
È l'episodio più horror e pieno di brividi, che fa sussultare.
Un'isola misteriosa, un mistero che ricorda Lost, e degli amici decisamente da evitare che fanno luce su un passato misterioso e un braccio che non c'è più.
E un'infanzia che finisce.

6. Control (1x05)


Il dover essere protettivo dei padri, il bisogno di essere quello che provvede alla famiglia.
Tutto questo può portare allo stremo gli sforzi per farcela, inanellando debiti, esagerando nella protezione.
Nella fattispecie, comprando un robot contro i ladri.
Ci si aspetta una tragedia ad ogni minuto che passa.
È davvero così essere genitori?

5. Home (1x08)


Un grande finale che riprende l'episodio 2 e gli dà una conclusione.
Riprende anche l'episodio 4, tornando a farci piangere.
Raccontando degli anni che passano, di quello che al Loop succede, in quello che sembra... un battito di ciglia.

4. Parallel (1x06)


Come trovare l'anima gemella?
Quanto potere hanno i sogni ad occhi aperti?
Il guardiano del Loop fantastica su una fotografia trovata in uno strano trattore che vuole rimettere in moto.
Finirà in un universo parallelo dove la sua vita è più completa e felice, o almeno, così sembra.
Le aspettative sull'amore spiegate bene.

3. Transpose (1x02)


L'avevo detto che ci si riprendeva bene, e infatti, con il secondo episodio si resta con il magone.
Il tipico stratagemma anni '80 dello scambio di corpi tra il ragazzo più sicuro di sé e il più timido, rivela quanto ci si può sbagliare nel giudicare l'altro.
Il finale è un vero colpo al cuore.

2. Stasis (1x03)


L'amore adolescenziale spiegato bene.
Quello in cui si vorrebbe fermare il mondo pur di stare ancora e ancora insieme.
Quello che esclude tutto e tutti.
Quello che, però, proprio per questo fa paura, rivelando insicurezze e fragilità.
Due protagonisti bellissimi, per un episodio bellissimo.

1. Eco Sphere (1x04)


Datemi un vecchino dolcissimo, che cerca di recuperare il tempo perduto con il figlio attraverso il nipote, e avrete il mio cuore.
E soprattutto le mie lacrime.
Un vecchino che è a capo del Loop, e che scopre di non avere più tempo a disposizione.
Dirà addio nel migliore dei modi, preparando all'ennesimo cambiamento quel bambino che non era pronto.

Voto: ☕☕½/5


Little America


America, Paese di migranti.
America, Paese dove l'immigrazione è da sempre un problema.
E allora, perché non raccontare delle storie a lieto fine?
Perché non raccontare dei grandi sogni americani che si realizzano, che cambiano la vita ai loro protagonisti?
Troppo buonista, dite?
No, perché sono tute, TUTTE, storie vere.
Un pizzico di speranza serve, in particolare a chi l'America la sogna o la sta vivendo in questo periodo storico non propriamente felice, se in America non si è nati.
E allora eccole qui 8 storie, 8 episodi, che chiederanno di sicuro tutte le vostre lacrime.
Diverse, curatissime, dal tocco leggero.
Anche in questo caso, vi beccate la mia classifica:

8. The Silence (1x04)


Dalla Francia all'America.
Un viaggio che vuole essere anche introspettivo, e allora questa lei senza nome è in un ritiro per hippie, dove non è concesso parlare, si fa meditazione.
La concentrazione è però da un'altra parte e lo scetticismo la fa ovviamente da padrone. Tutto cambia quando un misterioso ragazzo si aggiunge al gruppo, creando voglie e buffe situazioni.
La splendida Mélanie Laurent fa la differenza, ma la storia nel mezzo di queste storie di immigrazione, cozza un po'.

7. The Cowboy (1x03)


Dalla Nigeria all'Oklahoma.
Dove cercare di inserirsi, dove la buona volontà, la parlantina facile non sono però ben visti.
Fatica Iwegbuna a trovare il suo posto, nonostante l'intelligenza che non manca.
Si consola con le lettere registrate su cassette, da ascoltare e immaginare la sua famiglia presa dal tran tran quotidiano e da una rivoluzione che fa paura.
Quei western, amati dal padre, riusciranno a dargli un'identità.

6. The Jaguar (1x02)


Dal Messico all'America.
Sarà anche un cliché, quello della ragazza ribelle, arrabbiata, che si sfoga con lo sport e trova così la sua strada, ma qui la ragazza arrabbiata è senza permesso di soggiorno, vive in un garage vessata dal padrone di casa e si appassiona allo squash.
Strano?
Sì, ma il suo allenatore è quello con il cuore d'oro a cui si vuole un gran bene, la sua storia è una parabola felice.

5. The Rock (1x07)


Dall'Iran all'America.
Con mille progetti da voler realizzare e per cui perdere la testa e il sonno.
Se il figlio adolescente non riesce a rientrare fra questi -troppo cresciuto, già pronto a spiccare il volo-, si trova un terreno su cui finalmente costruire una casa e una roccia che quel terreno lo svaluta da dover poco a poco, picconata dopo picconata, ridurre.
Shaun Toub stranamente dolce, è irresistibile.

4. The Manager (1x01)


Dall'India all'America.
E purtroppo pure ritorno.
Non per Kabir, lui che in America è nato e può stare, ma i genitori se ne vanno pensando di tornare in poche settimane con i documenti al loro posto, lasciando il loro motel nelle sue mani.
La famiglia perfetta si spezza, e niente può nemmeno la bravura nello spelling o Laura Bush.
Gli anni che passano, distanti, sono i più difficili da colmare.
Lacrime assicurate.

3. The Grand Prize Expo Winners (1x06)


Da Singapore all'America.
Con la voglia di lavorare, di farcela.
Anche se il marito la lascia e i figli crescono iniziando a voltare le spalle.
Ma il tanto agognato primo premio ad un Expo lo si vince, e il viaggio in crociera che doveva unire la famiglia, finisce per far capire ad Ai la sua solitudine, ma anche farci finalmente i conti.
Scrive e dirige quel figlio ribelle, ora cresciuto.

2. The Baker (1x05)


Dall'Uganda all'America per realizzare il sogno americano.
Studiare, farcela.
Ma qualcosa va storto e Beatrice si ritrova divorziata, senza un lavoro e senza una casa.
Decide di fare quello che le riesce meglio, nonostante una madre che la rivuole in Africa: cucinare biscotti.
Sbagliando e investendo, creando la sua strada.
Una storia piena di positività, di sole, nonostante una protagonista di non immediata simpatia, ma che alla fine conquista.
Una storia così incredibile perché vera.

1. The Son (1x08)


Essere gay nella Siria religiosa è impossibile.
Ci si deve nascondere, si deve scappare dalla stessa famiglia, formandone una nuova: un amico, un collega, che la paura la nasconde bene, che aiuta nel momento del bisogno.
Dando appuntamento in America.
La pagine web delle Nazioni Unite diventa quindi una fissa da continuare a rinfrescare, aspettando l'esito della richiesta d'asilo.
Una storia bellissima, dove la vera amicizia fa piangere lacrime sincere, dove trova spazio pure Kelly Clarkson.

Voto: ☕☕/5

10 commenti:

  1. Ho visto solo Tales from the loop, che mi ha incantato. Gervais invece volgarissimp, vuoto e melenso: a questo giro, mi ha quasi stomaco col suo eccesso di miele e zozzerie.

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    1. Gervais gioca facile con me nelle parti più commoventi, e quando non riesco a frenare le lacrime, significa che nonostante tutto ha toccato i punti giusti.
      Consigliatissimo per te Little America, piccole storie piene di speranza ;)

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  2. Ho iniziato Tales from the loop, ho visto solo il primo episodio che effettivamente pur essendo bello sicuramente, non mi ha colpito del tutto. Infatti vedo che lo metti come ultimo in classifica, quindi questo mi fa ben sperare per i prossimi.

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  3. Comunque volevo dire che sono arrivata al quarto episodio di Tales from the loop e fino ad ora risulta il migliore anche per me. Cioè alla fine io ero coi lacrimoni proprio. Stupendo connubio di musica e immagini, con molti sprazzi di pura poesia. Una serie che, inaspettatamente dopo aver visto il primo episodio che mi aveva lasciata un po' fredda, trovo molto coinvolgente.

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    1. Se ci penso, mi rimetto a piangere pure io. Perfetto, malinconico, bellissimo. Anche la storia d'amore del terzo ha il suo perché, ma con me i vecchini vincono facile, soprattutto quanto così buoni.
      Ancora mi chiedo perché abbiano voluto aprire la serie con quell'episodio meno riuscito, fortuna che c'è il tempo per rifarsi e dargli un'altra chance.

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  4. Sì i migliori per ora per me sono il quarto e il terzo, ma anche il secondo è molto bello. Invece il primo lascia un po' freddini, mentre il quinto che ho visto ieri non mi è piaciuto proprio per niente. Per ora è il peggiore di tutti per me.

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    1. Il quinto mette tanta ansia e fa parecchio imbestialire, sì. Ma forse è anche così che ci si sente ad essere genitori. In ogni caso, resta nella parte bassa della classifica.

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  5. In After Life per me Ricky Gervais sta continuando a essere sempre amabilmente detestabile, quindi bene così. :)

    Breeders, complice Martin Freeman, non mi attira moltissimo, a dirla tutta.

    Certo che Tales from the Loop se lo fanno partire proprio con l'episodio peggiore, poi gli autori non si possono lamentare se telespettatori pigri come me si fermano lì. :)

    Little America sembra interessante, ma con le serie che cambiano storie, attori e personaggi a ogni episodio faccio fatica. Sempre per colpa della mia pigrizia. :D

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    1. Che ti ha fatto Martin Freeman? Qui poi è amabilmente detestabile pure lui, quindi magari Breeders fa per te.

      Di questi tempi in cui vedere un film si è fatto più difficile ho apprezzato gli episodi unici in versione mediometraggio. Sia nel Loop che nella piccola America ci sono buoni sentimenti e speranza, che un po' aiutano.

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  6. carico emotivo è di quelli impegnativi, e anche se questa quotidianità ripetitiva non sempre coinvolge...

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