29 luglio 2020

The Souvenir

È già Ieri -2019-

Julie sogna di realizzare il suo primo film.
Lei che studia all'Accademia del cinema pensa ad un lungometraggio, ad un ragazzo che vive in una dimessa città portuale, al suo rapporto viscerale e morboso con la madre.
Ma cosa ne può sapere Julie di attaccamenti materni, di città-operaie?
Lei che viene da una nobile tenuta di campagna, lei che vive a Londra nell'appartamento di famiglia ospitando amici e tenendo feste, lei che si invaghisce del cinico, solitario e misterioso Anthony?
Anthony entra nella sua vita e la stravolge.
Diventa il suo unico inquilino, rifugiato lì per problemi sul lavoro.
Diventa la sua banca, con prestiti sempre più numerosi, cene a sue spese, viaggi da sogno a cui deve provvedere.
Troppo innamorata, o troppo ingenua, per rendersi conto di quanto Anthony la sta sfruttando, di quei buchi sulle braccia che non sono certo ferite accidentali, di quel loro rapporto viscerale e morboso.



The Souvenir non è il primo film di Joanna Hogg, ma è quello che più parla di lei.
Autobiografia dei suoi tempi da studentessa, di quell'amore totalizzante, tragico e tossico.
Quel primo amore con crisi di nervi, crisi di astinenza, non ne esce bene.
Ma la Hogg esorcizza i ricordi passandoli a Honor Swinton Byrne, figlia di Tilda Swinton nel film come nella vita, lei che è stata compagna d'Accademia e testimone di questo amore.
Così la preparazione al film è forse migliore del film stesso, visto come si prova irritazione e stanchezza per i ritmi lenti, i tempi dilatati, la storia non sempre a fuoco con confronti che non arrivano e un amore che non si sente.
Vince la diffidenza, vince l'antipatia nei confronti di Anthony anche se restano gli occhi incantati per una fotografia curatissima, per scene e abiti che sono da incorniciare, che sembrano uscite da un quadro e quasi fanno male da quanto sono belle. Per un'attenzione ai dettagli, con quell'appartamento sapientemente ricreato, con tanto di finestre in cui sono proiettate le foto che la Hogg ha scattato nei suoi anni di permanenza.


È allora il processo che sta dietro a The Souvenir a renderlo speciale, a rendere chiaro perché tanti critici se ne siano innamorati tanto da includerlo nelle liste finali dello scorso anno.
Honor Swinton Byrne, praticamente esordiente, era sul set senza copione.
Solo lì, in scena, ha incontrato Tom Burke, e mentre tutti interagivano con lei attenendosi il più possibile a quanto scritto da Joanna Hogg, lei doveva improvvisare, doveva basarsi sui diari, sulle lettere, sulle fotografie che la Hogg aveva condiviso con lei come materiale di studio.
Creare un personaggio, plasmarlo davanti ai nostri occhi con reazioni più gioiose del previsto, con spaventi, pensieri, paure che accadono realmente.
Conoscere questo dietro le quinte aiuta ad apprezzare The Souvenir, a volergli più bene di quanto la freddezza del rapporto tra Julie e Anthony possa dare.
L'esperimento continuerà con una seconda parte già confermata e prevista, in cui la storia di Julie, di Joanna andrà avanti.
Come il quadro cui si ispira, The Souvenir è l'incisione che lascia una donna innamorata o malinconica e che l'artista poi trasmette.


Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Diciamo che i ritmi lenti e i tempi dilatati non li ho proprio retti.
    Avevo provato a vederlo alcuni mesi fa, ma mi sono addormentato talmente tante volte che ho rinunciato a finirlo. Non fa per me.

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    1. Stranamente non mi ci sono addormentata ma scene a parte, ho continuato a chiedermi cosa c'avessero trovato di così unico certi critici. Leggendo a posteriori come è nato il progetto l'ho rivisto sotto un'altra luce ma il ritmo non è certo dalla sua parte.
      Il secondo capitolo spero aggiusti questo tiro.

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