PRESENTI SPOILER, ALMENO CREDO
Allora, dove eravamo rimasti?
Lui era lui, stessa cicatrice, gli effetti dei viaggi nel tempo a cambiarlo così.
Bene, me lo ricordavo.
Ma ci sono già teorie che dicono che questa rivelazione non sia vera.
Lui era suo padre ma anche suo zio.
No, era lei che era sua zia, che però moriva, ma ritornava.
Ma non era lei-lei, era una lei di un'altra epoca.
No, di un'altra realtà.
Già.
Allora, c'erano le tre epoche distanti 33 anni l'una dall'altra.
Il 1953, il 1986, il 2019.
Ma poi c'era anche il passato più passato, non ho voglia di fare calcoli, può essere che fosse il 1920? Forse addirittura prima?
Sì, prima.
E c'era pure il futuro apocalittico, anzi, post-apocalittico.
Già.
E ora la realtà alternativa.
Siamo sicuri di farcela?
Di ricordarci tutto?
Di poter seguire questo finale, questa terza stagione come si deve?
Meglio cercare qualche riassunto su youtube, dai.
Coooosa?!?
Video da 30 minuti, video da 1 ora e più?!
No no, grazie.
Cerchiamo di farcela da soli.
E così io e il giovine abbiamo affrontato questa terza stagione con la sola forza della nostra memoria scarsa.
Com'è andata?
È andata che per fortuna Netflix ha creato un sito davvero davvero bello e davvero davvero utile per raccontare tutto dei vari personaggi, senza spoiler, riassumendo per bene quanto finora visto.
Inutile dire che il sito lo abbiamo consultato in continuazione, facendo pausa, interrogandoci prima e dopo, cercando di sistemare tasselli, seguire gli alberi genealogici.
Siamo ancora a Winden, e dove altro?
Siamo lì dove piove sempre e la gente non ha l'ombrello, lì dove scopriamo esistere una realtà alternativa che si è sviluppata senza Jonas.
Lui che credeva di salvare il mondo togliendosi di mezzo, evitando che il padre tornasse indietro nel tempo e lo concepisse, così facendo non salva il mondo.
Nemmeno l'altro.
Insomma, scompiglia ancor più le carte creando sovrapposizioni in cui Martha è Jonas dalla mantellina gialla.
Al centro infatti ci sono sempre loro: Jonas e Martha, un amore impossibile e senza difetti, che si rincorre per epoche, realtà, tempo.
L'apocalisse minaccia allora anche il mondo in cui sta questa Martha alternativa, e conosciamo così la Martha del futuro, quella del futuro ancora più lontano, quella del futuro appena prossimo.
Insieme ingaggiano una guerra decennale contro Adam chiamandosi Eva.
Ma va.
Già.
Simbolismi come se piovesse (ahah) tanto che le frasi tormentanti passano da essere Sic Mundus Creatus Est a Quello che sappiamo è una goccia, quello che non conosciamo un oceano e La fine è l'inizio e l'inizio è la fine.
Ora che i due si sono incontrati, si sono pure conosciuti biblicamente (ahah), quale mondo salvare, com'è che diventeranno questi giovani spaesati così potenti e così freddi e spietati?
Nelle varie epoche, mentre ci interroghiamo chi sia questo, che fine ha fatto quest'altro, e scopriamo parentele via via sempre più sconvolgenti, si aggira poi un personaggio diviso in tre età (bambino-adulto-vecchio) inquietante quanto basta.
Una cicatrice sul labbro, un filo per strangolare, la missione di tenere la strada temporale così com'è.
E chi è, questo qui?
E com'è possibile che Hannah sia insopportabile in qualunque epoca e Katharina sempre così sfortunata e Ulrich sia quello che con tutti gli errori fatti, li sconta per chiunque e com'è che Noah da giovane è così bello e com'è possibile che lei sia sua madre e sua figlia e pure lei sia sua madre e sua figlia?!?
Aiuto.
Basta.
Sono ricaduta nel circolo di Dark.
Una serie che si potrebbe sostenere più confusa che bella, più capace di far girare domande che non di intrattenere, di far usare il cervello invece del cuore.
E invece no.
Invece per quanto confusa, caotica, eccessiva e a tratti anche troppo lenta nel non voler svelare segreti e identità, per poi lasciare indietro (soprattutto in questo finale, parecchi personaggi) Dark è una bellissima serie.
Un prodotto ben confezionato soprattutto.
Con la fotografia curatissima che quasi non sorprende più, con l'attenzione ai dettagli che fanno felici i feticisti, con le musiche sempre giuste ad incastonare il finale di ogni episodio.
Dark è bella perché non si esaurisce sui titoli di coda ma continua a vivere nelle teorie, nelle domande, nelle scommesse che porta a fare (io posso dire di aver azzeccato l'identità di quella trinità inquietante, il giovine chi era al centro del finale), facendo della visione una visione partecipativa e collettiva.
Chiedendo ancora, e una volta esaurito il giro, con questa terza stagione, portare a dire: perché non la riguardiamo, perché ora che sappiamo tutto, che "la fine è l'inizio", non ci rinfreschiamo la memoria e con facilità seguiamo tutto per bene?
Dark eletta miglior serie di Netflix, Dark osannata ma allo stesso tempo criticata da chi non ha troppa pazienza o per certi prodotti non è portato, ha di certo alzato l'asticella delle produzioni Netflix in generale, creando un prima e un dopo, che non di solo teen dobbiamo vivere.
Il finale pur spiegando per bene tutto grazie a quel gran personaggio che è Claudia, lascia in sospeso un'altra domanda su un altro personaggio (quella benda, perché quella benda!?!) dimostrando che gli sceneggiatori stessi si divertono a confonderci, ma regalando l'emozione che può dare quell'amore per un figlio, capace letteralmente di muovere il sole e le stelle, di cambiare un mondo e la realtà, senza nemmeno bisogno di venirlo a sapere.
Un semplice orologiaio di Winden può davvero cambiare il mondo e le serie TV.
Voto: ☕☕☕½/5
Stupendo, finale perfetto. Anzi serie perfetta. Insieme a Bojack Horseman, Better Call Saul e Rick e Morty secondo me il capolavoro di Netflix. Le musiche sono straordinarie, ma anche tutto il resto non scherza. Anche io vorrei già rivederlo.
RispondiEliminaTra le preferite Netflix ci metto anche Master of None, ma qui essendo una serie tedesca che non avrebbe di certo avuto questo budget e questa visibilità, la elevo rispetto alle altre.
EliminaFaccio solo per un attimo la precisina per dire che Rick & Morty e Better Call Saul sono solo distribuite da Netflix, a cui va quindi il ringraziamento per regalarci questi titoloni!
Sì, Master of None devo ancora vederlo ma non stento a credere che sia molto bello.
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