6 agosto 2024

Arsenico e Vecchi Merletti

#LaPromessa2024

È la sera di Halloween, di nuovo.
No, fermi, non siamo in una nuova Notte Horror, non ci sono demoni da intervistare, case infestate da smascherare, però c'è una casa, la più bella di un antico quartiere di Brooklyn, dove le cose si fanno strane.
Non solo perché il nipote delle due anziane zie che vivono in quella casa si è sposato. Che c'è di male? Niente, a parte il fatto che Mortimer Brewster è lo scapolo più famoso di New York, che sul suo essere scapolo ci ha fatto un vanto e un lavoro remunerativo con una sfilza di libri su come rimanere single e ora si è accasata con la figlia del vicino ministro. 
Ma non è la cosa più strana in quella casa e non è nemmeno che in quella casa ci vive Teddy Roosevelt, un altro nipote non proprio in sé che si crede il Presidente americano e grida battaglie e proclami svegliando il vicinato con la sua tromba.
No, c'è di peggio in quella casa: ci sono 13 cadaveri seppelliti in cantina.


Dodici, in realtà, perché il tredicesimo è ancora fresco ed è nascosto in una cassapanca in attesa di un nuovo scavo per il Canale di Panama e un funerale per l'ennesima vittima di febbre gialla.
Capito, no, in che pasticcio va a infilarsi un nipote fresco di nozze, pronto a partire con il taxi fuori casa per il Canada quando quella cassapanca la apre e scopre il segreto di due zie così caritatevoli da far fuori gli uomini soli e tristi che bussano alla loro porta in cerca di una stanza?
Un bel guaio per uno che cerca di mettere le cose apposto finendo per creare ancora più trambusto, in una via vai di poliziotti, dottori, fidanzate paonazze, taxisti pazienti e per finire pure un fratello che non si vedeva da tempo che aggiunge il suo carico ai 13 presenti.


Arsenico e vecchi merletti è la classica commedia americana dai toni esagerati e dai ritmi forsennati.
Forse troppo.
Perché se c'è una cosa che sto capendo dai titoli molto vintage della mia Promessa, è che le commedie slapstick mi divertono, ma mi fanno venire anche un gran mal di testa per tutti i fraintendimenti, le urla, la gente che si parla sopra.
Un po' di ordine, su, signor Cary Grant! 
Lei con il suo fascino, stia un po' calmo!
Si capisce com'è che questo non è stato certo il suo ruolo preferito, anzi, troppo sopra le righe, distante dai suoi standard con tanto di sguardi in camera. E in fondo mi vien da dire diverso anche dagli altri Frank Capra che ho incrociato, anche se sono ancora troppo pochi.


Ma erano tempi di guerra, era il 1944 e quello che si voleva dare agli americani era una leggerezza capace di ridere anche della morte.
Ci si riesce, chiusi in pochi ambienti che fanno capire l'origine teatrale della sceneggiatura con parte del cast di Broadway a riprendere il suo ruolo, tranne Boris Karloff, omaggiato con un trucco a tema.
Nella serata di Halloween più strana fra quelle che ho incrociato ultimamente, il vero sollievo arriva dall'ordine che si mette a una situazione tanto caotica, al silenzio di un bacio che annulla macabri ricordi.

2 commenti:

  1. Questo film per me, da sempre, è la risposta alla domanda: "Qual è il tuo film preferito?" L'ho visto per la prima volta che ero piccolissima e da allora l'ho rivisto, a scadenza regolare, milioni di volte, anche in lingua originale, ma dovevo fare sempre pausa perchè cary Grant parla così veloce che non capivo! Solo nel corso degli anni ho scoperto chi era Peter Lorre, chi era stato Teddy Roosevelt e chi era Boris Karloff, ma anche quando non capivo tutto amavo lo stesso questo film alla follia, e lo adoro ancora oggi.

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  2. Con tutto il rispetto per il genere, ma le commedie slapstick non fanno proprio per me. Nemmeno se c'è di mezzo Halloween.

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